LUISA PICCARRETA
cenni storici - mistica - missione
Relazione
di Sr. Assunta Marigliano
S. Giovanni Rotondo - 5.10.1997
S. Giovanni Rotondo - 5.10.1997
‘Scendi,
o Volere Supremo! -
E vieni ad abitare sulla terra!’
E vieni ad abitare sulla terra!’
Diciamo prima che, per reggere i luoghi sacri che
ricordano la vita di Luisa (per far
questo serve una struttura organizzativa giuridica) e per conquistare e diffonderne la
spiritualità, è sorta una associazione: l’Associazione Luisa Piccarreta.
Ma, chi è
Luisa? ... Possiamo leggere i
piccoli cenni storici stampati sul retro della figurina: ...
Luisa
Piccarreta nacque a Corato (BA) Italia il 23 Aprile 1865. Battezzata nella Chiesa Madre, nella stessa
ricevette la prima Comunione e la Cresima (1874). A 11 anni, ‘Figlia di Maria’ e, in seguito,
Terziaria Domenicana. ‘Vittima’ fin
dall’età di 16 anni. Titolo di studio: 1a
elementare. Il 28 Febbraio 1899, per
obbedienza al Padre Spirituale inizia il suo ‘Diario’. Nel 1926 scrive: ‘Memorie d’Infanzia’, per ordine del suo direttore spirituale e
Censore degli Scritti, il Beato (ora Santo) Annibale Maria Di Francia.
Ebbe come cappella: la sua stanzetta; come Croce: il letto;
come motto: il FIAT.
Il suo
parlare breve e saggio, il suo esempio luminoso ed il suo corpo crocifisso, con
le stimmate invisibili, fecero di lei una vittima per circa settant’anni di
letto - ma esente da mali fisici - e come nutrimento solo l’Eucaristia per
quasi tutta la sua vita.
Luisa, la Piccola Figlia della Divina
Volontà,
è scelta da Dio per la Missione del
FIAT VOLUNTAS TUA come in Cielo così in terra.
è scelta da Dio per la Missione del
FIAT VOLUNTAS TUA come in Cielo così in terra.
Lascia la
terra per il Cielo il 4 Marzo 1947.
Troviamo altri accenni riguardo alla vita di Luisa
nel quaderno autobiografico scritto da lei per ordine del Beato Annibale Di
Francia[1]. Già nel 1899,
per ordine di un sacerdote di nome Gennaro Di Gennari, lei aveva
iniziato a scrivere questa autobiografia; ma avendo omesso di scrivere i fatti
personali riguardanti la sua infanzia,
il Beato Annibale nel 1926, poco
prima di morire, le ordinò di riscrivere la sua piccola autobiografia
completandola con i ricordi dell’infanzia; e lei obbedì. Questo scritto è chiamato: ‘Memorie
d’infanzia’.
Il Beato Annibale Di Francia, alla ricerca delle
anime mistiche del suo tempo, trovò nella spiritualità di Luisa grande appagamento
per il suo spirito, per questo la seguì fino a che il Signore lo chiamò al
Cielo. Nelle sue lettere il Padre Annibale esprime la sua approvazione
per la spiritualità di Luisa e considera la spiritualità del Divin Volere una
spiritualità ‘dottrinale e celeste’.
Nella Prefazione ad un piccolo Trattato
il padre Annibale definisce l’esistenza
di Luisa: ‘Una vita più celeste che
terrena’. Con tutte le sue vicende
spirituali e con i suoi doni mistici Luisa è vissuta più in Cielo che in
terra; la sua vita fu preparata da Dio
per la realizzazione dei progetti divini.
Ma per conoscere Luisa non è sufficiente leggere
il suo quaderno autobiografico o le lettere del Beato Annibale Di Francia; e non è neppure sufficiente conoscere Corato,
i luoghi dove è vissuta, la sua stanza, la sua tomba...; e neppure è sufficiente l’averla conosciuta
in vita nei suoi settant’anni di letto,
dove viveva crocifissa,
stimmatizzata (le sue stimmate
erano interne, perché lei aveva espresso a Gesù il desiderio che fossero nascoste: ‘Gesù, che sia una cosa tra me e Te!’; più avanti, per obbedienza ai confessori, dovette
scrivere anche questo fatto delle stimmate;
ma chissà quante altre cose non conosciamo delle sue esperienze
spirituali!).
Per
conoscere veramente Luisa, dobbiamo entrare nel suo interno. Non basta sapere che è una donna di Corato,
vissuta settant’anni in un letto facendo la Volontà di Dio. Conoscere Luisa dall’esterno significherebbe
conoscerne soltanto l’abito, soltanto l’umanità che copre la sua anima. Bisogna
invece andare in profondità, per comprendere
il lavoro che Gesù ha fatto in lei: l’ha svuotata completamente di quello che
era l’ umano, perché doveva depositare in lei un
dono troppo grande:
il DONO della DIVINA VOLONTA’.
[1] Il padre Annibale Maria Di
Francia è stato canonizzato dal papa Giovanni Paolo II nell’anno 2004
Il suo ultimo confessore, don Benedetto
Calvi, testimoniava di lei dicendo che era un’anima prodigiosa, un’anima che dava
tutto a Dio e che, avvicinata, trasformava le anime: nessuno usciva da quella stanza senza esserne
convertito e trasformato. Lei infondeva
nelle anime quello che aveva dentro di sé.
Però, per arrivare a questo Gesù l’aveva preparata
fin dalla sua fanciullezza. L’aveva
esclusa dal mondo: in casa sua era come
se non ci fosse; non si poteva neppure
spostare, non poteva neppure andare in un’altra camera per chiedere ciò che le
occorreva. Ecco un esempio di come
veniva sacrificata dal Cielo questa ragazza: Luisa ha avuto sempre l’hobbi del lavoro
all’uncinetto e lavorava il tombolo.
Diceva a Gesù: “Gesù, Tu dici che
io devo essere impegnata con la preghiera, ma io ho bisogno di andare tra i
miei familiari a prendere il filo che è finito!...”. E Gesù:
“Hai fede?”. “Sì!”, rispondeva
Luisa. E Gesù: “Continua!”. Lei continuava, e il filo non finiva
mai! Questo accadeva perché Luisa doveva lasciare tutto lo spazio a
Gesù, doveva pregare con una intensità di preghiera che l’avrebbe portata
all’unione completa con Gesù, in una trasformazione crescente.
Luisa è
stata quindi fin da piccola una fanciulla che si è immolata volontariamente,
una mistica crescente, di santità robusta;
é stata capace di dare a Dio la sua disponibilità totale, completa.
Noi sappiamo però che per compiere le opere che ha
fatte in Luisa il Signore ha bisogno di spazio;
e così, per mettere dentro di noi i suoi Doni divini deve eliminare i
doni naturali che Lui stesso ci aveva dati.
Con la rottura avvenuta col primo peccato l’uomo è rimasto
debole, con i soli doni naturali e con
la sola volontà umana; e per quanto ora
si sforzi non riuscirà mai a conquistare i Doni divini; per questo è necessario che venga Dio dentro
di noi.
Per vivere in noi la spiritualità e la santità
di Luisa è necessaria una fede pura che ci porti al disinteresse personale; che ci faccia accettare, credere e mettere in
pratica quello che la stessa fede ci dà.
La fede ci fa camminare sulla strada della speranza dandoci sicurezza e
ci introduce alla carità. Luisa è
stata aperta a tutto questo lavoro divino, grazie al deposito della Fede che ci
viene donato nel santo Battesimo, quando diventiamo Tempio dello Spirito
Santo. Purtroppo però, nonostante Dio si
doni a noi in modo completo, noi col passar del tempo perdiamo e soffochiamo il
grande deposito della Fede ricevuto...
E’ per la fede che noi obbediamo al magistero della Chiesa, al Papa, ai
Vescovi, e Luisa è l’esempio
dell’obbedienza; questa fanciulla fin
dalla sua prima infanzia ha detto sempre:
‘Sì!’.
Il suo direttore spirituale nei primi tempi della
sua vita mistica è stato solo Gesù; Lui
l’ha guidata; Lui l’ha corretta; Lui l’ha portata per sentieri misteriosi,
sentieri di rinunce, di distacco completo, distacco totale, distacco da tutto,
da tutte le cose della terra. Tutto
questo, naturalmente, avveniva gradatamente.
Purificazione, quindi! Una purificazione che la portava addirittura
a rinunciare alle cose più sante, come per esempio la Santa Comunione. Quante volte lei la notte si preparava con
intensità e con lacrime attendendo l’Ospite divino e poi, la mattina, giunta in
chiesa, il sacerdote le diceva: “Oggi
non farai la Comunione”.
Immaginate! Questo significava
toglierle la vita, perché Gesù era tutto per lei! Basta vedere le due preghiere che lei ha
scritte: L’addio a Gesù (che
pregava la sera quando si staccava dal Tabernacolo) ed il Buondì a Gesù (che faceva il mattino)!
Ma questa purificazione serviva, perché il Signore quando purifica
l’anima entra in profondità distaccandoci da tutto; i nostri sensi prendono allora un altro
orientamento; le nostre potenze,
l’intelligenza, la memoria e la volontà si incamminano verso una oscurità che
ha però come obiettivo la Luce.
Luisa non è stata capita né dai familiari né dai
sacerdoti, perché viveva in uno stato si può dire astratto; è stata anche perseguitata e combattuta dai
demoni. Lei una volta ha chiesto a
Gesù: “Signore, perché i demoni erano
molto interessati a combattermi?” Gesù
le ha risposto (era il 1929): “Figlia mia, il nemico intravedeva qualche
mio progetto su di te, che Io mi potessi servire di te per qualcosa che fosse a
mia grande gloria, mentre per lui sarebbe stata la più grande sconfitta mai
ricevuta fino allora; tanto più che vedeva
che, per quanto si sforzasse, non poteva fare penetrare in te nessun atto e
nessun pensiero meno puro; perché Io gli
tenevo chiuse le porte e lui non sapeva da dove entrare”.
Quando in noi c’è l’unico obiettivo di fare la
Volontà di Dio, di cercare Dio, di voler vivere la Sua Volontà, il demonio non
può entrare in noi. E’ stato proprio questo l’impatto del
peccato nell’Eden: l’uomo contro la Volontà di Dio. Il demonio combatte per far deviare l’anima
dalla Volontà di Dio, ma quando essa è in questo cammino di purificazione
allora lui si trova di fronte a Dio e non può tentare Dio, può tentare la creatura
ma non Dio; per questo Gesù dice che girava
intorno. Il nemico sapeva di
perdere il regno se non riusciva ad entrare in Luisa per farla cadere; quel regno che è iniziato nell’Eden con il
primo peccato. Quando l’uomo si è
staccato da Dio ha perso il regno ed il demonio ha preso il sopravvento su di
lui. Non dobbiamo comunque avere paura
della tentazione. Luisa non aveva paura
della tentazione. Gesù le aveva
insegnato: “Non dargli ascolto”; non dobbiamo pensarci, non dobbiamo metterci
in ansia, altrimenti il nemico intensifica la tentazione e gli permettiamo di
vincere, come nell’Eden. Ma il Signore è
misericordioso e desidera ridarci i suoi doni primordiali; ed anche se noi andiamo per una nostra
strada, Lui ci viene incontro per un’altra
sua strada.