Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

giovedì 28 marzo 2013

Comprendere il Divin Volere per Viverlo


LUISA  PICCARRETA
cenni storici - mistica - missione

Relazione di  Sr. Assunta Marigliano 
S. Giovanni Rotondo - 5.10.1997

‘Scendi, o Volere Supremo! -
E vieni ad abitare sulla terra!’

Diciamo prima che, per reggere i luoghi sacri che ricordano la vita di Luisa  (per far questo serve una struttura organizzativa giuridica)  e per conquistare e diffonderne la spiritualità, è sorta una associazione:  l’Associazione Luisa Piccarreta.
Ma, chi è Luisa? ...  Possiamo leggere i piccoli cenni storici stampati sul retro della figurina:  ...
Luisa Piccarreta nacque a Corato (BA) Italia il 23 Aprile 1865.  Battezzata nella Chiesa Madre, nella stessa ricevette la prima Comunione e la Cresima (1874).  A 11 anni, ‘Figlia di Maria’ e, in seguito, Terziaria Domenicana.  ‘Vittima’ fin dall’età di 16 anni.  Titolo di studio: 1a elementare.  Il 28 Febbraio 1899, per obbedienza al Padre Spirituale inizia il suo ‘Diario’.  Nel 1926 scrive:  ‘Memorie d’Infanzia’,  per ordine del suo direttore spirituale e Censore degli Scritti, il Beato (ora Santo) Annibale Maria Di Francia.
Ebbe come cappella:  la sua stanzetta;  come Croce:  il letto;  come motto:  il FIAT. 
Il suo parlare breve e saggio, il suo esempio luminoso ed il suo corpo crocifisso, con le stimmate invisibili, fecero di lei una vittima per circa settant’anni di letto - ma esente da mali fisici - e come nutrimento solo l’Eucaristia per quasi tutta la sua vita.
Luisa, la Piccola Figlia della Divina Volontà,
è scelta da Dio per la Missione del

FIAT VOLUNTAS TUA come in Cielo così in terra.

Lascia la terra per il Cielo il 4 Marzo 1947.

Troviamo altri accenni riguardo alla vita di Luisa nel quaderno autobiografico scritto da lei per ordine del Beato Annibale Di Francia[1].  Già nel 1899,  per ordine di un sacerdote di nome Gennaro Di Gennari, lei aveva iniziato a scrivere questa autobiografia; ma avendo omesso di scrivere i fatti personali riguardanti la sua infanzia,  il Beato Annibale nel 1926,  poco prima di morire, le ordinò di riscrivere la sua piccola autobiografia completandola con i ricordi dell’infanzia; e lei obbedì.  Questo scritto è chiamato:  ‘Memorie d’infanzia’.
Il Beato Annibale Di Francia, alla ricerca delle anime mistiche del suo tempo, trovò nella spiritualità di Luisa grande appagamento per il suo spirito, per questo la seguì fino a che il Signore lo chiamò al Cielo.  Nelle sue lettere il Padre Annibale esprime la sua approvazione per la spiritualità di Luisa e considera la spiritualità del Divin Volere una spiritualità ‘dottrinale e celeste’.
Nella Prefazione ad un piccolo Trattato il padre Annibale definisce l’esistenza di Luisa:  ‘Una vita più celeste che terrena’.  Con tutte le sue vicende spirituali e con i suoi doni mistici Luisa è vissuta più in Cielo che in terra;  la sua vita fu preparata da Dio per la realizzazione dei progetti divini.
Ma per conoscere Luisa non è sufficiente leggere il suo quaderno autobiografico o le lettere del Beato Annibale Di Francia;  e non è neppure sufficiente conoscere Corato, i luoghi dove è vissuta, la sua stanza, la sua tomba...;  e neppure è sufficiente l’averla conosciuta in vita nei suoi settant’anni di letto,  dove viveva crocifissa,  stimmatizzata (le sue stimmate erano interne, perché lei aveva espresso a Gesù il desiderio che fossero nascoste:  ‘Gesù, che sia una cosa tra me e Te!’;   più avanti, per obbedienza ai confessori, dovette scrivere anche questo fatto delle stimmate;  ma chissà quante altre cose non conosciamo delle sue esperienze spirituali!).
Per conoscere veramente Luisa, dobbiamo entrare nel suo interno.   Non basta sapere che è una donna di Corato, vissuta settant’anni in un letto facendo la Volontà di Dio.  Conoscere Luisa dall’esterno significherebbe conoscerne soltanto l’abito, soltanto l’umanità che copre la sua anima.  Bisogna invece andare in profondità, per comprendere il lavoro che Gesù ha fatto in lei:  l’ha svuotata completamente di quello che era l’ umano, perché doveva depositare in lei  un dono troppo grande:
il DONO della DIVINA VOLONTA’.


[1] Il padre Annibale Maria Di Francia è stato canonizzato dal papa Giovanni Paolo II nell’anno 2004

Il suo ultimo confessore, don Benedetto Calvi,  testimoniava di lei dicendo che era un’anima prodigiosa, un’anima che dava tutto a Dio e che, avvicinata, trasformava le anime:  nessuno usciva da quella stanza senza esserne convertito e trasformato.  Lei infondeva nelle anime quello che aveva dentro di sé. 
Però, per arrivare a questo Gesù l’aveva preparata fin dalla sua fanciullezza.   L’aveva esclusa dal mondo:  in casa sua era come se non ci fosse;  non si poteva neppure spostare, non poteva neppure andare in un’altra camera per chiedere ciò che le occorreva.  Ecco un esempio di come veniva sacrificata dal Cielo questa ragazza:  Luisa ha avuto sempre l’hobbi del lavoro all’uncinetto e lavorava il tombolo.  Diceva a Gesù:  “Gesù, Tu dici che io devo essere impegnata con la preghiera, ma io ho bisogno di andare tra i miei familiari a prendere il filo che è finito!...”.  E Gesù:  “Hai fede?”.  “Sì!”, rispondeva Luisa.  E Gesù: “Continua!”.  Lei continuava, e il filo non finiva mai!  Questo accadeva perché Luisa doveva lasciare tutto lo spazio a Gesù, doveva pregare con una intensità di preghiera che l’avrebbe portata all’unione completa con Gesù, in una trasformazione crescente.
Luisa è stata quindi fin da piccola una fanciulla che si è immolata volontariamente, una mistica crescente, di santità robusta;  é stata capace di dare a Dio la sua disponibilità totale, completa.
Noi sappiamo però che per compiere le opere che ha fatte in Luisa il Signore ha bisogno di spazio;  e così, per mettere dentro di noi i suoi Doni divini deve eliminare i doni naturali che Lui stesso ci aveva dati.  Con la rottura avvenuta col primo peccato l’uomo è rimasto debole,  con i soli doni naturali e con la sola volontà umana;  e per quanto ora si sforzi non riuscirà mai a conquistare i Doni divini;  per questo è necessario che venga Dio dentro di noi.

Per vivere in noi la spiritualità e la santità di Luisa è necessaria una fede pura che ci porti al disinteresse personale;  che ci faccia accettare, credere e mettere in pratica quello che la stessa fede ci dà.  La fede ci fa camminare sulla strada della speranza dandoci sicurezza e ci introduce alla carità.  Luisa è stata aperta a tutto questo lavoro divino, grazie al deposito della Fede che ci viene donato nel santo Battesimo, quando diventiamo Tempio dello Spirito Santo.  Purtroppo però, nonostante Dio si doni a noi in modo completo, noi col passar del tempo perdiamo e soffochiamo il grande deposito della Fede ricevuto...  E’ per la fede che noi obbediamo al magistero della Chiesa, al Papa, ai Vescovi, e Luisa è l’esempio dell’obbedienza;  questa fanciulla fin dalla sua prima infanzia ha detto sempre:  ‘Sì!’.
Il suo direttore spirituale nei primi tempi della sua vita mistica è stato solo Gesù;  Lui l’ha guidata;  Lui l’ha corretta;  Lui l’ha portata per sentieri misteriosi, sentieri di rinunce, di distacco completo, distacco totale, distacco da tutto, da tutte le cose della terra.  Tutto questo, naturalmente, avveniva gradatamente. 
Purificazione, quindi!  Una purificazione che la portava addirittura a rinunciare alle cose più sante, come per esempio la Santa Comunione.  Quante volte lei la notte si preparava con intensità e con lacrime attendendo l’Ospite divino e poi, la mattina, giunta in chiesa, il sacerdote le diceva:  “Oggi non farai la Comunione”.  Immaginate!  Questo significava toglierle la vita, perché Gesù era tutto per lei!  Basta vedere le due preghiere che lei ha scritte:  L’addio a Gesù (che pregava la sera quando si staccava dal Tabernacolo) ed il Buondì a Gesù (che faceva il mattino)!  Ma questa purificazione serviva, perché il Signore quando purifica l’anima entra in profondità distaccandoci da tutto;  i nostri sensi prendono allora un altro orientamento;  le nostre potenze, l’intelligenza, la memoria e la volontà si incamminano verso una oscurità che ha però come obiettivo la Luce.
Luisa non è stata capita né dai familiari né dai sacerdoti, perché viveva in uno stato si può dire astratto;  è stata anche perseguitata e combattuta dai demoni.  Lei una volta ha chiesto a Gesù:  “Signore, perché i demoni erano molto interessati a combattermi?”  Gesù le ha risposto (era il 1929):  “Figlia mia, il nemico intravedeva qualche mio progetto su di te, che Io mi potessi servire di te per qualcosa che fosse a mia grande gloria, mentre per lui sarebbe stata la più grande sconfitta mai ricevuta fino allora;  tanto più che vedeva che, per quanto si sforzasse, non poteva fare penetrare in te nessun atto e nessun pensiero meno puro;  perché Io gli tenevo chiuse le porte e lui non sapeva da dove entrare”.
Quando in noi c’è l’unico obiettivo di fare la Volontà di Dio, di cercare Dio, di voler vivere la Sua Volontà, il demonio non può entrare in noi.  E’ stato proprio questo l’impatto del peccato nell’Eden:  l’uomo contro la Volontà di Dio.  Il demonio combatte per far deviare l’anima dalla Volontà di Dio, ma quando essa è in questo cammino di purificazione allora lui si trova di fronte a Dio e non può tentare Dio, può tentare la creatura ma non Dio;   per questo Gesù dice che girava intorno.   Il nemico sapeva di perdere il regno se non riusciva ad entrare in Luisa per farla cadere;  quel regno che è iniziato nell’Eden con il primo peccato.  Quando l’uomo si è staccato da Dio ha perso il regno ed il demonio ha preso il sopravvento su di lui.  Non dobbiamo comunque avere paura della tentazione.  Luisa non aveva paura della tentazione.  Gesù le aveva insegnato:  “Non dargli ascolto”;  non dobbiamo pensarci, non dobbiamo metterci in ansia, altrimenti il nemico intensifica la tentazione e gli permettiamo di vincere, come nell’Eden.  Ma il Signore è misericordioso e desidera ridarci i suoi doni primordiali;  ed anche se noi andiamo per una nostra strada, Lui ci viene incontro per un’altra  sua  strada.