NOVENA DELL’IMMACOLATA
Seguendo gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
Preghiera
all’Immacolata Celeste Regina
Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle
tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue
braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te
consacrato - la grazia più grande: che
mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno,
ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma
popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana
Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino
e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia
vita perenne nella Divina Volontà. Tu
mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà,
affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non
uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego
che mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio”.
(Ave Maria)
1° Giorno [1]
Onorare Maria con nove atti di amore; facciamo questi atti nel Voler Divino per poter
mettere sull’augusto capo della nostra Regina uno splendidissimo sole,
con tutta quella pienezza di grazia, di luce e tutto il bene che contiene la
Divina Volontà.
- Nel primo atto daremo a
Maria tutto l’Amore del Padre.
- Nel secondo,
l’Amore del Figlio.
- Nel terzo,
l’Amore dello Spirito Santo.
- Nel quarto, l’Amore
stesso del suo Cuore di Madre.
- Nel quinto, l’amore
degli Angeli.
- Nel sesto,
l’amore dei Santi.
- Nel settimo,
l’amore di tutte le creature presenti.
- Nell’ottavo,
l’amore di tutte le creature che verranno.
- Nel nono,
l’amore di tutto il Purgatorio.
GIACULATORIA
O Trinità Sacrosanta, mandate un flusso del vostro
Amore al mio cuore, affinché s’infiammi tutto d’amore per formare coll’Amore
vostro stesso, un sole splendidissimo sull’augusto capo della nostra Regina.
Il primo passo della Divina Volontà
nell'Immacolato Concepimento
della Mamma Celeste.
L'anima alla sua Immacolata Regina:
Eccomi, o Mamma dolcissima, prostrata innanzi a te; nel primo di questi giorni a Te consacrati,
in cui tutti i tuoi figli vogliono offrirti i loro fiorellini per attestarti il
loro amore e per impegnare il tuo amore ad amarli, io ti vedo come scendere
dalla Patria Celeste corteggiata da schiere angeliche, per ricevere le belle
rose, le umili viole, i casti gigli dei figli tuoi e ricambiarli coi tuoi
sorrisi d'amore, con le tue grazie e benedizioni, e stringendoti al seno
materno i doni dei figli tuoi, te li porti al Cielo, per riservarli come
caparra e corona nel punto della loro morte.
Mamma Celeste, in mezzo a tanti, io, che sono la più
piccola, la più bisognosa dei figli tuoi, voglio venire fin nel tuo grembo
materno, per portarti, non fiori e rose, ma un sole ogni giorno. Ma la Mamma deve aiutare la figlia, dandomi
le tue lezioni di Cielo, per insegnarmi come formare questi soli divini, per
darti l'omaggio più bello e l'amore più puro.
Mamma cara, Tu l'hai capito, che cosa vuole la figlia tua: voglio che Tu mi insegni a vivere di Volontà
Divina, ed io, trasformando i miei atti e tutta me stessa nella Divina Volontà,
a seconda dei tuoi insegnamenti, ogni giorno ti porterò nel tuo grembo materno
tutti i miei atti cambiati in soli.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia benedetta:
la tua preghiera ha ferito il mio materno cuore, e tirandomi dal Cielo
sono già vicina alla figlia mia, per darle le mie lezioni tutte di Cielo.
Guardami, figlia cara; migliaia di Angeli mi circondano e riverenti stanno tutti in
aspettativa, per sentirmi parlare di quel Fiat
Divino, di cui posseggo più di tutti la sorgente, e conosco i suoi mirabili
segreti, le sue gioie infinite, la sua felicità indescrivibile ed il suo valore
incalcolabile. E sentirmi chiamare
dalla figlia mia perché vuole le mie lezioni sulla Divina Volontà, è per me la
festa più grande, la gioia più pura; e
se tu ascolterai le mie lezioni, io mi chiamerò fortunata di essere la Mamma
tua. Oh, come sospiro di avere una
figlia che voglia vivere tutta di Volontà Divina! Dimmi, o figlia, mi contenterai?
Mi darai il tuo cuore, la tua volontà, tutta te stessa nelle mie mani
materne, affinché ti prepari, ti disponga, ti fortifichi, ti svuoti di tutto,
in modo che possa riempirti tutta di luce di Divina Volontà e formare in te la
sua vita divina? Perciò poggia il tuo
capo sul Cuore della tua Mamma Celeste e sii attenta ad ascoltarmi, affinché le
mie sublimi lezioni ti facciano decidere a non fare mai la tua volontà, ma sempre
Quella di Dio.
Figlia mia,
ascoltami: è il mio Cuore
materno che ti ama tanto e che vuol versarsi sopra di te. Sappi che ti ho qui, scritta nel mio Cuore e
ti amo da vera figlia; ma vi sento un
dolore, perché non ti vedo simile alla tua Mamma. Ma sai chi ci rende dissimili?
Ahi, è la tua volontà, che ti toglie la freschezza della grazia, la
bellezza che innamora il tuo Creatore, la fortezza che tutto vince e sopporta,
l'amore che tutto consuma. Insomma, non
è quella Volontà che anima la tua Mamma Celeste.
Tu devi sapere che conobbi la mia volontà umana solo
per tenerla sacrificata in omaggio al mio Creatore; la mia vita fu tutta di Volontà Divina. Dal primo istante del mio Concepimento fui plasmata, riscaldata e
messa nella sua luce, la quale purificò con la sua Potenza il mio germe umano,
in modo che restai concepita senza macchia originale. Perciò, se il mio Concepimento fu senza macchia e così glorioso
da formare l'onore della Famiglia Divina, fu solo perché il Fiat Onnipotente si riversò sul mio
germe, e pura e santa restai concepita.
Sicché, se il Volere Divino non si fosse riversato sopra del mio germe,
più che una tenera madre, per impedire gli effetti del peccato originale, avrei
incontrato la triste sorte delle altre creature, di essere concepita col
peccato originale. Perciò, la causa
primaria fu, tutta, la Divina Volontà; ad
Essa sia onore, la gloria, il ringraziamento d'essere stata concepita senza
macchia d'origine.
Ora, figlia del mio Cuore, ascolta la Mamma
tua: metti da banda la tua volontà umana; contentati di morire anziché di concederle
un atto di vita. La tua Mamma Celeste
si sarebbe contentata di morire le mille e mille volte, anziché fare un atto
solo di mia volontà. Non vuoi tu dunque
imitarmi? Ah, se tu la terrai
sacrificata ad onore del tuo Creatore, il Volere Divino farà il primo passo
nell'anima tua e ti sentirai plasmata di un'aura celeste, purificata e
riscaldata, in modo da sentirti annientare i germi delle tue passioni, e ti
sentirai messa nei primi passi del Regno della Divina Volontà. Perciò sii attenta; se tu mi sarai fedele ad ascoltarmi, io ti guiderò,
ti porterò per mano nelle vie interminabili del Fiat Divino; ti terrò difesa
sotto il mio manto azzurro, e sarai il mio onore, la mia gloria, la mia e tua
vittoria.
L'anima:
Vergine Immacolata, prendimi sulle tue ginocchia
materne e fammi da Mamma; con le tue
sante mani impossessati della mia volontà, purificala, plasmala, riscaldala col
tocco delle tue dita materne; insegnami
a vivere unicamente di Volontà Divina.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, fin dal mattino ed in tutte le
tue azioni, mi darai la tua volontà nelle mie mani, dicendomi: Mamma mia, offri tu stessa il sacrificio
della mia volontà al mio Creatore.
Giaculatoria:
Mamma mia, chiudi la Divina Volontà nell'anima mia,
affinché prenda il suo primo posto e vi formi il suo trono e la sua dimora.
2° Giorno
Dio nel creare il mondo vi profuse tante bellezze da
lasciare ovunque l’impronta della sua Potenza, e ciò lo fece prima per
preparare una dolce dimora all’Umanità di Gesù che doveva scendere sulla terra,
e poi per la Vergine, la creatura più pura, la più santa, la più bella
dopo Gesù. E noi, entriamo nel Voler Divino,
facciamo nostro tutto questo Amore trasfuso da Dio nel creato: nel sole, nella luna, nelle stelle, nei
fiori…, e diamolo alla Vergine affinché non riceva un amore naturale, ma come
se tutte e Tre le Divine Persone l’amassero in questa natura.
GIACULATORIA
Mio Dio infondi nel mio cuore tutto l’Amore sparso
nel creato, affinché andando dalla Vergine Le possa dare tutto quell’Amore e
quella Gloria che mettesti nella Creazione.
Il secondo passo della Divina Volontà nella
Regina del Cielo. Il primo sorriso
della Trinità
Sacrosanta sul suo Immacolato Concepimento.
L'anima:
Eccomi di nuovo sulle tue ginocchia materne, per
ascoltare le tue lezioni. Mamma
Celeste, alla tua potenza si affida questa tua povera figlia. Son troppo povera, lo conosco; ma so che tu mi ami da mamma, e ciò a me basta
per slanciarmi nelle tue braccia, affinché tu abbia compassione di me; ed aprendomi le orecchie del cuore mi farai
sentire la tua voce dolcissima, per darmi le tue sublimi lezioni. Tu, Mamma santa, purificherai il mio cuore
col tocco delle tue dita materne, affinché racchiuda in esso la celeste rugiada
dei tuoi celesti insegnamenti.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia mia, ascoltami; se tu sapessi quanto ti amo, ti fideresti più della Mamma tua e
non ti faresti sfuggire neppure una sola mia parola. Tu devi sapere che non solo ti ho scritta nel mio Cuore, ma
dentro di questo Cuore ho una fibra materna, che mi fa amare più che madre la
figlia mia. Perciò voglio farti sentire
il grande prodigio che operò il Fiat Supremo in me, affinché tu, imitandomi, possa
darmi il grande onore di essere mia figlia regina. Come lo sospiro in mio cuore, affogato d'amore, di avere intorno
a me la schiera nobile delle piccole regine.
Dunque, ascoltami, figlia mia diletta.
Non appena il Fiat Divino si riversò sul mio germe
umano per impedire i tristi effetti della colpa, la Divinità sorrise, e si mise
in festa nel vedere nel mio germe quel germe umano puro e santo, come uscì
dalle loro mani creatrici nella creazione dell'uomo. E il Fiat Divino fece il secondo passo in me, col portare questo
mio germe umano, da Esso purificato e santificato, innanzi alla Divinità, affinché
si riversasse a torrenti sopra la mia piccolezza in atto di essere
concepita. E la Divinità, scorgendo in
me bella e pura la sua opera creatrice, sorrise di compiacimento; e volendomi festeggiare, il Padre Celeste versò
su di me mari di Potenza, il Figlio mari di Sapienza, lo Spirito Santo mari
d'Amore. Sicché io restai concepita
nella luce interminabile della Divina Volontà;
ed in mezzo a questi mari divini che la mia piccolezza non poteva contenere,
formavo onde altissime per rimandarle come omaggi di amore e gloria al Padre,
al Figlio ed allo Spirito Santo. E la
Divinità era tutt'occhi su di me, e per non farsi vincere da me in amore,
sorridendomi e vezzeggiandomi mi mandava altri mari, i quali mi abbellivano
tanto che, come fu formata la mia piccola umanità, acquistai la virtù rapitrice
di rapire il mio Creatore; e si faceva veramente rapire, tanto che tra me e Dio
fu sempre festa; nulla ci negammo a vicenda.
Io non Gli negai mai nulla, e Lui neppure. Ma, sai tu chi mi animava con questa forza rapitrice? La Divina Volontà che, come vita, regnava in
me. Perciò la forza dell'Ente Supremo
era la mia, e perciò tenevamo ugual forza di rapirci a vicenda.
Ora, figlia mia, ascolta la Mamma tua: sappi che io ti amo assai, e vorrei vedere
l'anima tua riempita dei miei stessi mari. Questi miei mari sono gonfi e
vogliono riversarsi; ma per far ciò
devi svuotarti del tuo volere, affinché il Voler Divino possa fare il secondo
passo su di te, e costituendosi come principio di vita nell'anima tua, chiami
l'attenzione del Padre Celeste, del Figlio e dello Spirito Santo a riversarsi
su di te coi loro mari rigurgitanti; ma
per far ciò vogliono trovare in te la stessa loro Volontà perché non vogliono
affidare alla tua volontà umana i loro mari di Potenza, di Sapienza, di Amore e
di Bellezza indicibile.
Figlia a me carissima, ascolta la Mamma tua; metti la mano sul tuo cuore e dimmi i tuoi
segreti: quante volte sei stata
infelice, torturata, amareggiata, perché hai fatto la tua volontà? Sappi che hai messo fuori una Volontà
Divina, e sei caduta nel labirinto dei mali.
Essa voleva renderti pura e santa, felice e bella, d'una beltà
incantevole; e tu, col fare la tua
volontà, L'hai guerreggiata, e con dolore L'hai messa fuori della sua cara
abitazione, qual è l'anima tua. Senti,
figlia del mio Cuore, questo è un dolore per la Mamma tua, che non vedo in te
il sole del Fiat Divino, ma le dense tenebre della notte della tua volontà
umana.
Ma su, coraggio!
Se tu mi prometti di darmi la tua volontà nelle mie mani, io, la tua
Mamma Celeste, ti prenderò nelle mie braccia, ti metterò sulle mie ginocchia e
riordinerò in te la vita della Divina Volontà, ed anche tu, alle tante mie
lacrime, formerai il mio sorriso, la mia festa, ed il sorriso e la festa della
Trinità sacrosanta.
L'anima:
Mamma Celeste, se tanto mi ami, ti prego di non
permettere che io scenda dalle tue ginocchia materne; e come vedi che io sto per fare la mia volontà, vigila la povera anima
mia e, chiudendomi nel tuo Cuore, la forza del tuo Amore bruci il mio
volere: così cambierò le tue lacrime in
sorrisi di compiacimento.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, per ben tre volte verrai sulle
mie ginocchia, facendomi la consegna del tuo volere dicendomi: “Mamma mia, questa mia volontà voglio che
sia tua, affinché me la scambi con la Volontà Divina”.
Giaculatoria:
Sovrana Regina, col tuo
Impero divino, atterra la mia volontà, affinché spunti in me il germe della
Divina Volontà.
3° Giorno
Appena Maria fu concepita, offrì le sue prime adorazioni.
Nel concepimento di Maria vi concorsero tutte e Tre
le Divine Persone. Il Padre La inondò
di un mare di Sapienza, il Figlio di un mare di Santità, lo Spirito Santo di un
mare di Amore. Dal congiungimento di
questi tre mari uscì Maria, la più perfetta fra tutte le creature, e appena
concepita fece il suo primo atto di adorazione.
Insieme alla dolce Mamma, facciamo un giro nella
Volontà di Dio, prendiamo le adorazioni di tutte le creature animate ed
inanimate e, sul volo di ogni pensiero, di ogni sguardo, di ogni parola, in
ogni raggio di sole, nel luccichio delle stelle e nel mormorio delle acque,
diamo al Padre un atto continuo e completo di adorazione.
GIACULATORIA
Mamma mia per quel primo atto di adorazione che
facesti a Dio, fa’ che la mia mente, il cuore, gli affetti, i desideri e tutto
l’essere mio, da ora in poi non siano che un continuo atto di adorazione.
Il terzo passo della Divina Volontà nella
Regina
del Cielo. Il sorriso di tutta la
Creazione per
il Concepimento della Celeste Bambina.
L'anima alla Vergine:
Sovrana Mamma, questa tua piccola figlia, rapita
dalle tue celesti lezioni, sente l'estremo bisogno di venire ogni giorno sulle
tue ginocchia materne, per ascoltarti e deporre nel suo cuore i tuoi materni
insegnamenti. Il tuo amore, il tuo
dolce accento, lo stringermi al tuo Cuore fra le tue braccia, mi infondono
coraggio e fiducia che la Mamma mia mi darà la grande grazia di farmi
comprendere il gran male della mia volontà, per farmi vivere della Divina
Volontà.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia mia, ascoltami; è un Cuore di madre che ti parla, e come ti vedo che mi vuoi
ascoltare, il mio Cuore gioisce e sente la speranza certa che la figlia mia
prenderà il possesso del Regno della Divina Volontà, che io posseggo nel mio
materno Cuore per darlo ai figli miei.
Perciò sii attenta ad ascoltarmi e scrivi tutte le mie parole nel tuo
cuore, affinché le rumini sempre, e modelli la tua vita a seconda dei miei
insegnamenti.
Senti, figlia mia:
non appena sorrise la Divinità e festeggiò il mio Concepimento, il Fiat
Supremo fece il terzo passo sulla mia piccola umanità. Piccina, piccina, mi dotò di ragione divina,
e mossa tutta la Creazione a festa, mi fece riconoscere da tutte le cose create
per loro Regina. Riconobbero in me la
vita del Volere Divino, e tutto l'universo si prostrò ai miei piedi, sebbene
piccina e non ancor nata, ed inneggiandomi, il sole mi festeggiò e sorrise con
la sua luce, il cielo mi festeggiò con le sue stelle, sorridendomi col loro
mite e dolce scintillio ed offrendosi come fulgida corona sul mio capo, il mare
con le sue onde, alzandosi ed abbassandosi pacificamente, mi festeggiò; insomma, non ci fu cosa creata che non si
unì al sorriso ed alla festa della Trinità Sacrosanta. Tutti accettarono il mio dominio, il mio
impero, il mio comando, e si sentirono onorati, ché dopo tanti secoli dacché
Adamo perdette il comando ed il dominio di re col sottrarsi dalla Divina Volontà,
trovarono in me la loro Regina, e la creazione tutta mi proclamò Regina del
cielo e della terra.
Mia cara figlia, tu devi sapere che la Divina
Volontà quando regna nell'anima non sa fare cose piccole, ma grandi; vuole accentrare nella fortunata creatura
tutte le sue prerogative divine, e tutto ciò che è uscito dal suo Fiat
Onnipotente la circonda e resta ubbidiente ai suoi cenni. Che cosa non mi diede il Fiat Divino? Mi diede tutto; cielo e terra stavano in mio potere; mi sentivo dominatrice di tutto ed anche dello stesso mio Creatore.
Ora, figlia mia, ascolta la Mamma tua. Oh, come mi duole il Cuore nel vederti debole,
povera! Né hai il vero dominio di
dominare te stessa; timori, dubbi,
apprensioni, sono quelli che ti dominano, tutti miseri cenci della tua volontà
umana. Ma sai il perché? Perché non c'è in te la vita integra del
Volere Divino, che mettendo in fuga tutti i mali dell'umano volere, ti renda
felice e ti riempia di tutti i beni che Esso possiede.
Ah, se tu con un proposito fermo ti decidi di non
dar più vita alla tua volontà, ti sentirai morire tutti i mali e rivivere in te
tutti i beni! Ed allora tutto ti
sorriderà, ed il Voler Divino farà anche in te il terzo passo, e tutta la Creazione
festeggerà alla nuova arrivata nel Regno della Divina Volontà.
Dunque, figlia mia, dimmi, mi ascolterai? Mi dai la parola che non farai mai, mai più,
la tua volontà? Sappi che se ciò farai,
io non ti lascerò mai, mi metterò a guardia dell'anima tua, ti avvolgerò nella
mia luce affinché nessuno ardisca di molestare la figlia mia, ti darò il mio
impero, affinché tu imperi su tutti i mali della tua volontà.
L'anima:
Mamma Celeste, le tue lezioni mi scendono nel cuore
e me lo riempiono di balsamo celeste.
Ti ringrazio che tanto ti abbassi verso di me, poverella. Ma senti, o Mamma mia: temo di me stessa; ma se tu vuoi, tutto puoi, ed io con te tutto posso. Mi abbandono come una piccola bimba nelle
braccia della Mamma mia e sono certa che appagherò le sue brame materne.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, guarderai il cielo, il sole, la
terra, ed unendoti con tutti, per ben tre volte reciterai tre Gloria, per ringraziare Dio d'avermi
costituita Regina di tutti.
Giaculatoria:
Regina Potente, domina sulla mia volontà, per convertirla
in Volontà Divina.
4° Giorno
Dopo l’atto di adorazione, la Vergine vedendosi arricchita
di tutti i doni della Triade Sacrosanta che faceva a gara per riempirla di
grazie, confusa, si prostrò innanzi alla Maestà Suprema ed offrì tutta Se
stessa in atto di sacrificio, non riserbandosi nulla per Sé: né un pensiero, né uno sguardo, né una
parola, né un affetto, né un palpito.
Guardò poi il mondo e, vedendo la rovina di tante anime,
offrì tutta Se stessa per la salvezza di queste anime. E noi, come ossequio, fin dal mattino,
insieme colla Mamma facciamo un giro nella Divina Volontà offrendo i nostri
pensieri, gli sguardi, le parole, ecc., tutti in ispirito di sacrificio.
GIACULATORIA
Mamma mia, vengo ai tuoi
piedi, mi getto nelle tue braccia;
riversa nel mio cuore tutto il tuo Amore, in modo da infondermi amore al
sacrificio della mente, del cuore, della volontà e di tutto l’essere mio.
Il quarto passo della Divina Volontà
nella Regina del Cielo: la prova.
L'anima alla Vergine:
Eccomi di nuovo sulle materne ginocchia della mia
cara Mamma Celeste. Il cuore mi batte
forte forte. Smanio d'amore per il
desiderio di sentire le tue belle lezioni;
perciò dammi la mano e prendimi fra le tue braccia. Nelle tue braccia passo momenti di paradiso,
mi sento felice. Oh, come sospiro di sentire
la tua voce! Una nuova vita mi scende
nel cuore. Quindi parlami, ed io ti
prometto di mettere in pratica i tuoi santi insegnamenti.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia mia, se tu sapessi quanto amo di tenerti
stretta fra le mie braccia, poggiata sul mio Cuore materno, per farti ascoltare
i celesti arcani del Fiat Divino! E se
tu tanto sospiri d'ascoltarmi, sono i miei sospiri che fanno eco nel tuo
cuore; è la tua Mamma che vuole la
figlia sua, che vuole affidarle i suoi segreti e narrarle la storia di ciò che
operò in me la Divina Volontà.
Figlia del mio Cuore, prestami attenzione: è il mio Cuore di Madre che vuol sfogare con
la figlia sua. Voglio dirti i miei
segreti, che finora non sono stati rivelati a nessuno, perché non era sonata
ancora l'ora di Dio, che volendo largire alle creature grazie sorprendenti, che
in tutta la storia del mondo non ha concesso, vuole far conoscere i prodigi del
Fiat Divino, quello che può operare nella creatura se si lascia dominare,
perciò vuol mettere me in vista di tutti, come modello, ché ebbi il grande
onore di formare la mia vita tutta di Volontà Divina.
Ora, sappi, figlia mia, che non appena concepita
misi in festa la Divinità. Cielo e terra
mi festeggiarono e mi riconobbero per loro Regina. Io restai talmente immedesimata col mio Creatore, che mi sentivo
nei domini divini come padrona. Già io
non conobbi che cosa fosse separazione col mio Creatore; quello stesso Voler Divino che regnava in me
regnava in Loro [le Divine Persone], e ci rendeva inseparabili.
E mentre tutto era sorriso e festa tra me e Loro, io
vedevo che non si potevano fidar di me se non avevano una prova. Figlia mia, la prova è la bandiera che dice
vittoria. La prova mette al sicuro
tutti i beni che Iddio ci vuol dare; la
prova matura e dispone l'anima per acquisti di grandi conquiste; ed anch'io vedevo la necessità di questa
prova, perché volevo attestare al mio Creatore, per contraccambio dei tanti
mari di grazie che mi aveva dato, un atto di mia fedeltà che mi costasse il
sacrificio di tutta la mia vita. Quanto
è bello poter dire: “Mi hai amato e Ti
ho amato!” Ma senza la prova non si può
dire giammai.
Or dunque sappi, figlia mia, che il Fiat Divino mi
fece conoscere la creazione dell'uomo, innocente e santo. Anche per lui tutto era felicità; teneva il comando su tutta la Creazione, e
tutti gli elementi erano ubbidienti ai suoi cenni. Come in Adamo regnava il Volere Divino, in virtù di Esso anche
lui era inseparabile dal suo Creatore.
Ai tanti beni che Iddio gli aveva dato, per avere un atto di fedeltà in
Adamo, gli comandò che non toccasse un solo frutto dei tanti che c'erano in
quell'Eden terrestre. Era la prova che
Dio voleva per confermare la sua innocenza, santità e felicità, e per dargli il
diritto del comando su tutta la Creazione.
Ma Adamo non fu fedele nella prova, e non essendo fedele, Iddio non si
potette fidar di lui; e perciò perdette
il comando, l'innocenza, la felicità, e si può dire che capovolse l'opera della
Creazione.
Or sappi, figlia del mio Cuore, [che] nel conoscere
i gravi mali della volontà umana in Adamo ed in tutta la sua progenie, io, la
tua Celeste Madre, sebbene appena concepita, piansi amaramente ed a calde
lacrime sull'uomo decaduto; ed il
Volere Divino, nel vedermi piangere, mi domandò per prova che Gli cedessi la
mia volontà umana. Il Fiat Divino mi
disse: “Non ti chiedo un frutto come ad
Adamo, no, no; ma ti chiedo la tua volontà. Tu la terrai come se non la avessi, sotto
l'impero del mio Volere Divino, che ti sarà vita e si sentirà sicuro di fare
ciò che vorrà di te”.
Così il Fiat Supremo fece il quarto passo nell'anima
mia, domandandomi per prova la mia volontà, aspettando da me il mio Fiat e
l'accettazione d'una tal prova.
Ora, domani ti aspetto di nuovo sulle mie ginocchia,
per farti sentire l'esito della prova;
e siccome voglio che imiti la Mamma tua, ti prego da Madre che non
rifiuti mai nulla al tuo Dio, ancorché fossero sacrifici che ti durassero tutta
la vita. Il non smuoverti mai nella
prova che Iddio vuole da te, la tua fedeltà, è il richiamo dei disegni divini
su di te e il riflesso delle sue virtù, che come tanti pennelli formano
dell'anima il capolavoro dell'Ente Supremo.
Si può dire che la prova presta la materia nelle mani divine, per compiere
il loro lavorio nella creatura. E [di]
chi non è fedele nella prova, Dio non sa che farne; non solo, ma scompiglia le opere più belle del suo Creatore.
Perciò, mia cara figlia, sii attenta: se tu sarai fedele nella prova, renderai più
felice la Mamma tua. Non mi far stare
in pensiero; dammi la parola ed io ti
guiderò, ti sosterrò in tutto come a figlia mia.
L'anima:
Mamma santa, conosco la mia debolezza, ma la tua
bontà materna mi infonde tale fiducia che tutto spero da te, e con te mi sento
sicura; anzi, metto nelle tue mani materne
le stesse prove che Iddio disporrà di me, affinché tu mi dia tutte quelle
grazie per fare che non mandi a sfascio i disegni divini.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, verrai tre volte sulle mie ginocchia
materne e mi porterai tutte le tue pene d'anima e di corpo; porterai tutto alla Mamma tua ed io te le
benedirò, per infondere in esse la forza, la luce, la grazia che ci vuole.
Giaculatoria:
Mamma Celeste, prendimi fra le tue braccia, e scrivi
nel mio cuore: “Fiat, Fiat, Fiat!”
5° Giorno
Dopo l’atto di sacrificio, la Vergine rivolse uno
sguardo sul mondo e vedendo il numero sconfinato delle anime che andavano
perdute, e tutto il male commesso dal primo uomo Adamo fino all’ultima
creatura, ed avendo innanzi a Sé tutte le generazioni passate, presenti e
future, fece il suo primo atto di riparazione.
L’atto più completo! Perché abbracciava
tutti: ciascun pensiero, sguardo,
parola, passi ed affetti di tutte le creature.
E noi, insieme con la Mamma, risalendo sempre nel Divin Volere, faremo i
nostri atti di riparazione per tutte le creature: per ogni sguardo, per ogni parola, ecc.
GIACULATORIA
Mamma mia, prendi il mio
cuore nelle tue mani, stringilo forte forte, in modo da infondere in me il vero
spirito di riparazione.
Il quinto passo della Divina Volontà nella
Regina del Cielo. Il trionfo della
prova.
L'anima alla Vergine:
Sovrana Celeste, vedo che mi tendi le braccia per
prendermi sulle tue ginocchia materne, ed io corro, anzi volo, per godermi i
casti amplessi, i celesti sorrisi della mia Mamma Celeste. Mamma santa, il tuo aspetto oggi è di
trionfatrice ed in aria di trionfo vuoi narrarmi il trionfo della tua
prova. Ah, sì, ben volentieri ti ascolterò,
e ti prego di darmi grazia, che sappia trionfare nelle prove che il Signore
disporrà di me.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia a me carissima, oh, come sospiro di confidare
i miei segreti alla figlia mia, segreti che mi daranno tanta gloria e che
glorificheranno quel Fiat Divino, che fu causa primaria del mio Immacolato
Concepimento, della mia santità, sovranità e maternità! Tutto al Fiat io debbo; io non conosco altro. Tutte le mie sublimi prerogative [con cui]
la santa Chiesa tanto mi onora, non sono altro che gli effetti di quella Divina
Volontà che mi dominava, regnava e viveva in me. Perciò sospiro tanto che si conosca chi è Colei che produceva in
me tanti privilegi ed effetti mirabili, da far stupire cielo e terra.
Ora ascoltami, figlia cara: come l'Ente Supremo mi domandò il mio volere
umano, compresi il grave male che può fare la volontà umana nella creatura,
come essa metta tutto in pericolo, anche le opere più belle del suo
Creatore. La creatura, col suo volere
umano, è tutta oscillazioni, è debole, incostante, disordinata. E questo, perché Iddio, nel crearla, la
aveva creata unita come in natura con la sua Volontà Divina, in modo che essa
doveva essere la forza, il moto primo, il sostegno, il cibo, la vita dell'umana
volontà. Sicché col non dar vita alla
Volontà Divina nella nostra, si respingono i beni ricevuti da Dio nella creazione
e i diritti ricevuti in natura nell'atto che fummo creati.
Oh, come compresi bene l'offesa grave che si fa a
Dio e i mali che piovono sulla creatura!
Ebbi tale orrore e paura di fare la mia volontà, [che] giustamente
temevo, perché anche Adamo fu creato da Dio innocente, eppure, col fare la sua
volontà, in quanti mali non piombò, lui e tutte le generazioni?
Perciò io, la Mamma tua, presa da terrore e più
dall'amore verso il mio Creatore, giurai di non fare mai la mia volontà; e per essere più sicura ed attestare maggiormente
il mio sacrificio a Colui che tanti mari mi aveva dato di grazie e privilegi,
presi questa mia volontà umana e la legai ai piedi del Trono divino, in omaggio
continuo d'amore e di sacrificio, giurando di non servirmi mai, anche per un
istante solo della mia vita, della mia volontà, ma sempre di Quella di Dio.
Figlia mia, forse a te non parrà grande il
sacrificio mio, di vivere senza la mia volontà; ed io ti dico che non c'è sacrificio simile al mio, anzi si
possono chiamare ombre tutti gli altri sacrifici di tutta la storia del
mondo. Paragonato al mio, sacrificarsi
un giorno, ora sì ed ora no, è facile;
ma sacrificarsi in ogni istante, in ogni atto, nello stesso bene che si
vuol fare, per tutta la vita, senza dar mai vita alla volontà propria, è il
sacrificio dei sacrifici, e l'attestato più grande che può offrirsi, e l'amore
più puro, trafilato dalla stessa Volontà Divina, che può offrirsi al nostro
Creatore. E' tanto grande questo
sacrificio, che Dio non può chiedere di più dalla creatura, né essa può trovare
come può sacrificarsi più per il suo Creatore.
Ora, figlia mia carissima, come feci dono della mia
volontà al mio Creatore, io mi sentii trionfante nella prova voluta da me e
Iddio si sentì trionfante nella mia volontà umana. Iddio aspettava la mia prova, cioè un'anima che vivesse senza
volontà, per aggiustare le partite del genere umano, e per atteggiarsi a
clemenza e misericordia.
Perciò ti attendo di nuovo, per narrarti la storia
di ciò che fece la Divina Volontà dopo il trionfo della prova.
Ed ora, una parolina a te, figlia mia: se tu sapessi come sospiro di vederti vivere
senza della tua volontà! Tu sai che ti
sono Madre e la Mamma vuol vedere felice la figlia sua; ma come puoi essere felice se non ti decidi
a vivere senza volontà, come visse la Mamma tua? Se ciò farai, tutto ti darò;
mi metterò a tua disposizione, sarò tutta della figlia mia, purché abbia
il bene, il contento, la felicità di avere una figlia che viva tutta di Volontà
Divina.
L'anima:
Sovrana trionfatrice, nelle tue mani di Madre metto
la mia volontà, affinché tu stessa come Mamma me la purifichi ed abbellisca, ed
insieme con la tua la leghi ai piedi del Trono divino, affinché possa vivere
non con la volontà mia, ma sempre sempre con quella di Dio.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, in ogni atto che farai mi consegnerai
nelle mie mani materne la tua volontà, e mi pregherai che al posto della tua io
faccia scorrere la Divina Volontà.
Giaculatoria:
Regina trionfatrice, rubami la mia volontà e cedimi
la Volontà Divina.
6° Giorno
Nel vedere le tante offese che si commettono, la Vergine
si sentì stringere il Cuore dal dolore e fin d’allora cominciò quella preghiera
continua, ininterrotta, a pro di tutti.
E noi, uniamoci alla Mamma per fare insieme ciò che faceva Lei e così
vincolare di nuovo il Cielo e la terra, che la colpa aveva disunito.
GIACULATORIA
Mamma mia, stringimi al tuo Cuore materno, e coi
tuoi palpiti infondi nel mio cuore quello spirito di vera preghiera per
impetrare da Dio che la sua Volontà regni in tutti i cuori.
Il sesto passo della Divina Volontà nella
Regina
del Cielo: dopo il trionfo nella prova,
il possesso.
L'anima alla Vergine:
Mamma Regina, vedo che mi aspetti di nuovo e,
stendendomi la mano mi prendi sulle tue ginocchia e mi stringi al tuo Cuore,
per farmi sentire la vita di quel Fiat Divino che tu possiedi. Oh, come è refrigerante il suo calore! Come è penetrante la sua Luce! Deh, Mamma santa, se tanto mi ami, tuffa il
piccolo atomo dell'anima mia in quel Sole della Divina Volontà che tu nascondi,
affinché anch'io possa dire: la mia
volontà è finita, non avrà più vita, ma la mia vita sarà la Divina Volontà.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia carissima, fidati della Mamma tua e presta attenzione
alle mie lezioni; esse ti serviranno
come farti aborrire la tua volontà e farti sospirare in te quel Fiat Divino,
che tanto amo di formare la sua vita in te.
Figlia mia, tu devi sapere che la Divinità si
assicurò di me nella prova che volle, mentre tutti credono che io non ebbi
nessuna prova, e che bastava a Dio di fare il gran portento che fece di me
perché fossi concepita senza macchia originale. Oh, come s'ingannano!
Anzi, chiese da me una prova che non ha chiesto da nessuno, e questo lo
fece con Giustizia e con somma Sapienza, perché dovendo scendere in me il Verbo
Eterno, non solo non era decoroso che trovasse in me la macchia d'origine, ma
neppure era decoroso che trovasse in me una volontà umana operante. Sarebbe stato troppo disdicevole per Dio
scendere in una creatura in cui regnasse l'umana volontà. Ecco, perciò volle da me per prova, e per
tutta la mia vita, la mia volontà, per assicurare nell'anima mia il Regno della
Divina Volontà. Assicurato questo in
me, Iddio poteva fare ciò che voleva di me;
tutto poteva darmi, e posso dire che nulla poteva negarmi.
Per ora ritorniamo al punto dove siamo rimaste. Mi riserberò nel corso delle mie lezioni di
narrarti ciò che fece questa Divina Volontà in me.
Ora senti, figlia mia, dopo il trionfo nella prova
il Fiat Divino fece il sesto passo nell'anima mia, col farmi prendere il
possesso di tutte le proprietà divine, per quanto a creatura è possibile ed
immaginabile. Tutto era mio, cielo e
terra, e lo stesso Dio, di cui possedevo la stessa Volontà sua. Io mi sentivo posseditrice della Santità
divina, dell'Amore, della Bellezza, Potenza, Sapienza e Bontà divina. Mi sentivo Regina di tutto; né mi sentivo estranea nella casa del mio
Padre Celeste; sentivo al vivo la sua
paternità e la suprema felicità di essere la sua figlia fedele. Posso dire che crebbi sulle ginocchia
paterne di Dio, né conobbi altro amore né altra scienza se non quella che mi
somministrava il mio Creatore. Chi può
dirti ciò che fece questa Divina Volontà in me? Mi elevò tanto in alto, mi abbellì tanto, che gli stessi Angeli
restano muti, né sanno dove incominciare a parlare di me.
Ora, figlia mia carissima, tu devi sapere che come
il Fiat divino mi fece prendere possesso di tutto, mi sentii posseditrice di
tutto e di tutti. La Divina Volontà,
con la sua Potenza, Immensità ed Onniveggenza, racchiudeva nell'anima mia tutte
le creature, ed Io sentivo un posticino nel mio Cuore materno per ciascuna di
esse. Dacché fui concepita, io ti
portai nel mio Cuore, ed oh, quanto ti amai e ti amo! Ti amo tanto, che ti feci da Madre presso Dio; le mie preghiere, i miei sospiri, erano per
te, e nel delirio di Madre dicevo: “Oh,
come vorrei vedere la figlia mia posseditrice di tutto, come lo sono Io!”
Perciò ascolta la Mamma tua: non voler riconoscere più la tua volontà
umana. Se ciò farai, tutto sarà in comune
tra me e te; avrai una forza divina in
tuo potere; tutte le cose si
convertiranno in santità, amore e bellezza divina. Ed io, nella foga del mio amore, come mi decantò l'Altissimo: “Tutta bella, tutta santa, tutta pura sei
tu, o Maria”, dirò: “Bella, pura e
santa è la figlia mia; perché possiede
la Volontà Divina”.
L'anima:
Regina del Cielo:
anch'io ti saluto: “Tutta bella,
pura e santa è la Mamma mia Celeste”.
Ti prego, se hai un posto per me nel tuo materno Cuore, chiudimi in
esso, e così sarò sicura che non più farò la mia volontà, ma sempre quella di
Dio, e la Mamma e la figlia saremo felici entrambe, Mamma e figlia.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, reciterai per tre volte tre Gloria Patri in ringraziamento alla SS. Trinità, per il Regno che stabilì
in me, della Divina Volontà, dandomi il possesso di tutto; e facendo tue le parole dell'Ente Supremo,
in ogni Gloria mi dirai: “Tutta bella, pura e santa è la Mamma mia”.
Giaculatoria:
Regina del Cielo, fammi possedere dalla Volontà Divina.
7° Giorno
La Vergine, La più grande fra i Santi, fin dal primo
istante del suo concepimento non si lasciò sfuggire né un pensiero, né uno
sguardo, né una parola, né un sospiro.
Tutto Lei faceva nella Divina Volontà.
E noi quest’oggi uniamo il nostro pensiero a Quello Divino; lo sguardo, la parola, le azioni nostre a
Quelle Divine; e così formeremo un
altro raggio di sole da far splendere sull’augusto capo della nostra Regina.
GIACULATORIA
Mamma mia, mi unisco a
Te; e fa’ che tutto l’essere mio viva
sempre nella Volontà Divina.
La Regina del Cielo nel Regno della Divina
Volontà prende lo scettro di comando, e la
Trinità Sacrosanta la costituisce sua Segretaria.
L'anima alla divina Segretaria:
Regina Mamma, eccomi ai tuoi piedi prostrata. Mi sento che io, come figlia tua, non so
stare senza della mia Mamma Celeste; e
sebbene oggi vieni a me con la gloria dello scettro del comando e con la corona
di Regina, pure sei sempre la Mamma mia;
e sebbene tremante mi getto nelle tue braccia, affinché mi sani le
ferite che la mia cattiva volontà ha fatto alla povera anima mia. Senti, Mamma mia Sovrana, se tu non fai un
prodigio, se non prendi il tuo scettro di comando per guidarmi e tenere il tuo
impero su tutti gli atti miei, per fare che il mio volere non abbia vita, ahi,
non avrò la bella sorte di venire nel Regno della Divina Volontà.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia mia cara, vieni nelle braccia della Mamma tua
e presta attenzione ad ascoltarmi e sentirai gli inauditi prodigi che il Fiat
Divino fece alla tua Mamma Celeste.
Come presi il possesso del Regno della Divina Volontà,
finirono i suoi passi in me. Molto più
che questi sei passi simboleggiavano i sei giorni della Creazione, e in ogni
giorno dei quali pronunziando un “Fiat” faceva come un passo, dal passare al
creare ora una cosa ed ora un'altra; il
sesto giorno fece l'ultimo passo col dire:
“Fiat! Facciamo l'uomo a nostra
immagine e somiglianza”, e nel settimo si riposò nelle opere sue, come
volendosi godere tutto ciò che con tanta magnificenza aveva creato. E Dio, nel suo riposo, guardando le opere
sue, diceva: “Come son belle le opere
mie! Tutto è ordine ed armonia!”; e fissando l'uomo, nell'impeto del nostro
Amore soggiungeva: “Ma il più bello sei
tu; tu sei la corona di tutte le opere
nostre”.
Ora, la mia creazione superò tutti i prodigi della
Creazione, e perciò la Divinità volle fare col suo Fiat sei passi in me, ed
incominciò la sua vita piena, intera e perfetta nell'anima mia, ed oh, in quali
altezze divine fui messa dall'Altissimo!
I cieli non potevano né raggiungermi né contenermi. La luce del sole era piccola innanzi alla
mia luce. Nessuna cosa creata poteva
raggiungermi. Io valicavo i mari divini
come se fossero miei; il mio Padre Ce-leste,
il Figlio e lo Spirito Santo mi sospiravano nelle loro braccia, per godersi la
piccola figlia loro; ed oh, il contento
che provavano nel sentire che, come li amavo, li pregavo ed adoravo la loro
Altezza Suprema, il mio amore, la mia preghiera ed adorazione uscivano da
dentro dell'anima mia, dal centro della Divina Volontà; sentivano uscire da me onde d'amore divino,
casti profumi, gioie insolite, che partivano da dentro il cielo che il loro
stesso Volere Divino aveva formato nella mia piccolezza, tanto che non finivano
di ripetere: “Tutta bella, tutta pura,
tutta santa è la piccola figlia nostra; le sue parole sono catene che ci avvincono;
i suoi sguardi sono dardi che ci feriscono; i suoi palpiti sono frecce che, frecciandoci,
ci fanno dare delirio d'amore!”
Sentivano uscire da me la Potenza, la Fortezza della loro Divina
Volontà, che ci rendeva inseparabili, e mi chiamavano: ‘La
figlia nostra invincibile, che porterà vittoria anche sul nostro Essere Divino’.
Ora ascoltami, figlia mia; presa la Divinità da eccesso di amore verso di me, mi dissero: “Figlia nostra diletta, il nostro Amore non
regge; si sente soffocato se non ti affidiamo
i nostri segreti; perciò ti eleggiamo
per nostra fedele segretaria; a te
vogliamo affidare i nostri dolori ed i nostri decreti. A qualunque costo vogliamo salvare l'uomo; guarda come va a precipizio; la sua volontà ribelle lo trascina
continuamente al male; senza la vita,
la forza, il sostegno del nostro Voler Divino, ha deviato dalla via del suo
Creatore e cammina strisciando la terra, debole, malato e pieno di tutti i
vizi. Ma non ci sono altre vie di mezzo
per salvarlo, né altre vie d'uscita, se non che scendere il Verbo Eterno,
prendere le sue spoglie, le sue miserie, i suoi peccati sopra di sé,
affratellarsi con lui, vincerlo a via d'amore e di pene inaudite, dargli tanta
fiducia da poterlo riportare di nuovo nelle nostre braccia paterne. Oh, come ci duole la sorte dell'uomo! Il nostro dolore è grande, né potevamo
[confidarlo] a nessuno, perché non avendo una Volontà Divina che li domini, non
potevano mai comprendere, né il nostro dolore, né i gravi mali dell'uomo caduto
nel peccato. A te, che possiedi il
nostro Fiat, è dato di poterlo comprendere e perciò come a segretaria nostra
vogliamo svelarti i nostri segreti e mettere nelle tue mani lo scettro di
comando, affinché domini ed imperi su tutto, ed il tuo dominio vinca Dio e
l'uomo e ce li porti come figli rigenerati nel tuo materno Cuore”.
Chi può dirti, figlia cara [ciò] che sentì il mio
Cuore a questo parlar divino? Si aprì
in me una vena d'intenso dolore e mi proposi, anche a costo della mia vita, di
vincere Dio e la creatura ed unirli insieme.
Ora, figlia mia, ascolta la Mamma tua: ti ho vista sorpresa nel sentirmi narrare la
storia del possesso, nel Regno della Divina Volontà. Or sappi che anche a te è data questa sorte; se ti decidi a non far mai la tua volontà,
il Volere Divino formerà il suo Cielo nell'anima tua; sentirai la inseparabilità divina; ti sarà dato lo scettro del comando su te stessa, sulle tue
passioni. Non sarai più schiava di te
stessa, perché la sola volontà umana mette in schiavitù la povera creatura, le
tarpa le ali dell'amore verso Colui che l'ha creata, le toglie la forza, il
sostegno e la fiducia di slanciarsi nelle braccia del suo Padre Celeste, in modo
che non può conoscere né i suoi segreti, né l'amore grande con cui l'ama, e perciò
vive come estranea nella casa del suo Padre Divino. Che lontananza getta tra Creatore e creatura l'umano volere!
Perciò, ascoltami, fammi contenta; dimmi che non darai più vita alla tua
volontà ed io ti riempirò tutta di Volontà Divina.
L'anima:
Mamma santa, aiutami; non vedi come son debole?
Le tue belle lezioni mi commuovono fino alle lacrime e piango la mia
grande sventura di essere tante volte caduta nel labirinto di fare la mia
volontà, e mi son discostata da quella del mio Creatore. Deh, fammi da Mamma, non mi lasciare a me
stessa. Con la tua potenza unisci il
Volere Divino al mio; chiudimi nel tuo
Cuore materno, dove sarò sicura di non fare mai la mia volontà.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, ti starai sotto il mio manto,
per imparare a vivere sotto i miei sguardi, e recitandomi tre Ave Maria mi pregherai che io faccia
conoscere a tutti la Divina Volontà.
Giaculatoria:
Mamma Celeste, chiudimi nel tuo Cuore, affinché
impari da te a vivere di Volontà Divina.
8° Giorno
Per riempire il vuoto che innanzi alla Maestà Divina
ha prodotto la mancanza di ringraziamento da parte delle creature e per averci
dato una Madre così grande preservandola dalla colpa di origine, noi faremo nove
atti di ringraziamento nel Supremo Volere a nome di tutte le creature, da
Adamo fino all’ultima che esisterà sulla terra. Poi faremo nove atti di ringraziamento alla Vergine per
averci accettati come figli, benché ingrati e sconosciuti a tanto favore.
GIACULATORIA
Mamma mia, Tu che sei la pienezza della Grazia,
riversala nel mio cuore affinché possa ringraziare Iddio per averti preservata
dalla colpa originale.
La Regina del Cielo nel Regno della Divina
Volontà ebbe il mandato dal suo Creatore di
mettere in salvo le sorti dell'uman genere.
L'anima alla divina Mandataria:
Eccomi a te, Mamma Celeste. Mi sento che non so stare senza della mia
cara Mamma; il mio povero cuore è irrequieto,
ed allora me lo sento in pace, quando sto nel tuo grembo come piccola piccina,
stretta al tuo Cuore, per ascoltare le tue lezioni. Il tuo dolce accento mi raddolcisce tutte le mie amarezze, e
dolcemente mi lega la mia Volontà; e
mettendola come sgabello sotto la Divina Volontà, mi fa sentire il suo dolce
impero, la sua vita, la sua felicità.
Lezione della Celeste Mandataria:
Figlia mia carissima, sappi che ti amo assai; fidati
della Mamma tua, e sii sicura che riporterai vittoria sulla tua volontà. Se tu mi sarai fedele, io prenderò tutto l'impegno
su di te, ti farò da vera Mamma;
perciò, ascolta ciò che feci per te presso l'Altissimo.
Io non facevo altro che portarmi sulle ginocchia del
mio Padre Celeste. Io ero piccina, non
nata ancora; ma il Voler Divino, di cui
io ne possedevo la vita, mi rendeva accessibili le mie visite al mio
Creatore. Per me tutte le porte, le
vie, tutte erano aperte, né io avevo timore e paura di Loro. La sola volontà umana mette paura, timore,
sfiducia, e mette lontana la povera creatura da Colui che tanto l'ama e che
vuol essere circondato dai suoi figli.
Sicché se la creatura ha paura e teme, e non sa stare come [da] figlia a
Padre col suo Creatore, è segno che la Divina Volontà non regna in lei, e
perciò sono [queste creature] le torturate, le martiri della volontà
umana. Perciò, non fare mai la tua
volontà, non voler torturarti e martirizzarti da te stessa, che è il più
orribile dei martirii, senza sostegno e senza forza.
Quindi, ascoltami:
io mi portavo nelle braccia della Divinità; molto più che mi aspettavano e facevano festa nel vedermi. Mi amavano tanto che al mio apparire versavano
altri mari d'amore e di santità nell'anima mia. Non mi ricordo mai di essermi partita da Loro, senza che non mi
aggiungessero altri doni sorprendenti.
Onde, mentre stavo nelle loro braccia, io pregavo
per l'umano genere; e molte volte, con
lacrime e sospiri, piangevo per te, figlia mia, e per tutti. Piangevo per la tua volontà ribelle, per la
tua triste sorte di vederti messa nella schiavitù di essa, che ti rendeva infelice. Vedere infelice la figlia mia mi faceva
versare lacrime amare fino a bagnare le mani del mio Celeste Padre col mio
pianto; e la Divinità, intenerita dal
mio pianto, continuò a dirmi:
“Figlia nostra diletta, il tuo amore Ci lega, le tue
lacrime smorzano il fuoco della Divina Giustizia, le tue preghiere Ci tirano
verso le creature, che non sappiamo resistere;
perciò diamo a te il mandato di mettere in salvo le sorti del genere umano. Tu sarai la nostra mandataria in mezzo a
loro. A te affidiamo le loro
anime; tu difenderai i nostri diritti,
lesi per le loro colpe; starai in
mezzo, tra loro e Noi, per aggiustare le partite d'ambo le parti. Sentiamo in te la forza invincibile della
nostra Volontà Divina, che per mezzo tuo prega e piange. Chi ti può resistere? Le tue preghiere sono comandi, le tue
lacrime imperano sul nostro Essere Divino:
perciò, avanti nella tua impresa!”
Ora, figlia mia carissima, il mio piccolo Cuore si
sentiva consumare d'amore, ai modi amorevoli del parlare divino, e con tutto
amore accettai il loro mandato, col dirle:
“Maestà Altissima: son qui, fra
le vostre braccia; disponete di me ciò
che volete. Io ci metterò anche la
vita, e se avessi tante vite per quante creature [ci] sono, io le metterei a
disposizione loro e vostra, per portarle tutte salve nelle vostre braccia
paterne”.
E senza sapere allora che io dovevo essere la Madre
del Verbo Divino, io sentivo in me la doppia maternità: maternità per Dio, per difendere i suoi giusti
diritti, [e] maternità per le creature, per metterle in salvo. Mi sentivo Madre di tutti; il Volere Divino che regnava in me, che non
sa fare opere isolate, mi portava in me Dio e tutte le creature di tutti i
secoli. Nel mio materno Cuore sentivo
il mio Dio offeso, che voleva essere soddisfatto e sentivo le creature, sotto
l'impero della Giustizia Divina. Oh,
quante lacrime versai! Volevo far
scendere le lacrime mie in ogni cuore, per far sentire a tutti la mia maternità
tutta d'amore. Piansi per te e per
tutti, figlia mia. Perciò ascoltami; abbi pietà del mio pianto; prendi le mie lacrime per smorzare le tue
passioni e per fare che la tua volontà perda la vita. Deh, accetta il mio mandato, cioè che tu faccia sempre la Volontà
del tuo Creatore.
L'anima:
Mamma
Celeste, il mio povero cuore non regge nel sentire quanto mi ami. Ah, mi ami troppo, fino a piangere per
me! Le tue lacrime me le sento scendere
nel mio cuore, e come tante ferite mi feriscono e mi fanno comprendere quanto
tu mi ami. Ed io voglio unire le mie
lacrime alle tue e pregarti piangendo che non mi lasci mai sola, che mi vigili
in tutto e, se occorre, battimi pure, fammi da Mamma, ed io come piccola figlia
tua tutto mi farò fare da te, affinché il tuo mandato sia il mio benvenuto e tu
possa portarmi fra le tue braccia al nostro Padre Celeste, come atto compiuto
del tuo mandato divino.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi, mi darai la tua volontà, le tue
pene, le tue lacrime, le tue ansie, i tuoi dubbi e timori, nelle mie mani materne,
affinché come Mamma tua li tenga in deposito nel mio Cuore materno, come pegni
della figlia mia; ed io ti darò il
prezioso pegno della Divina Volontà.
Giaculatoria:
Mamma Celeste, versa le tue lacrime nell'anima mia,
affinché mi guarisca le ferite che mi ha fatto la mia volontà.
9° Giorno
Onorare le prime lacrime della Madonna che sparse
innanzi alla Divinità. Fu allora che
Dio nel veder in Lei la piccolezza che piangeva - Lei: piccola e grande, piccola e forte, piccola e
luminosa, ma che da Lei tutto dipende! - commosso ed intenerito s’indusse a far
scendere il Figlio suo sulla terra.
E noi oggi faremo un giro nella Divina Volontà e per
nove volte raccoglieremo tutte le lacrime umane, che si spargono e si
spargeranno sulla terra sino alla fine del mondo, le porteremo tutte nel
grembo della Mamma, affinché le porti innanzi alla Maestà Divina e le cambi
tutte in lacrime di conversione e di amore.
GIACULATORIA
Mamma mia, le tue lacrime scendano nel mio cuore
affinché s’intenerisca: se cattivo si
converta, se buono si santifichi; e poi
scendano nei cuori delle creature affinché tutte si convertano.
La Regina del Cielo nel Regno della Divina
Volontà viene costituita da Dio Celeste Paciera
e vincolo di pace tra il Creatore e la creatura.
L'anima alla sua Celeste Regina:
Sovrana Signora e Mamma mia, carissima: vedo che mi chiami, perché senti la foga
dell'amore che brucia nel tuo Cuore, [per]ché vuoi narrarmi ciò che facesti nel
Regno della Divina Volontà per la figlia tua.
Come è bello vedere rivolgere i tuoi passi verso il tuo Creatore; e come le Divine Persone sentono il
calpestio dei tuoi piedi, ti guardano e si sentono ferire dalla purezza dei
tuoi sguardi, e ti aspettano per essere spettatori del tuo innocente sorriso,
per sorriderti e trastullarsi con te.
Deh, Mamma santa, nelle tue gioie, nei tuoi casti sorrisi col tuo
Creatore, non ti dimenticare della tua figlia che vive nell'esilio, che tanto
ha bisogno, e che spesso la mia volontà, facendo capolino, vorrebbe travolgermi,
per strapparmi dal Regno della Divina Volontà.
Lezione della Regina del Cielo:
Figlia del mio materno Cuore, non temere, non ti
dimenticherò giammai; anzi, se tu farai sempre la Divina Volontà e vivrai nel
suo Regno, saremo inseparabili, ti porterò sempre stretta nella mia mano, per
guidarti e farti da guida, per insegnarti a vivere nel Fiat Supremo. Perciò, bandisci il timore; in Esso tutto è pace e sicurezza.
La volontà umana è la turbatrice delle anime e mette
in pericolo le opere più belle, le cose più sante. Tutto è pericolante in essa:
in pericolo la santità, le virtù e la stessa salvezza dell'anima, e la
caratteristica di chi vive di volere umano è la volubilità. Chi mai può fidarsi di chi si fa dominare
dalla volontà umana? Nessuno, né Dio,
né gli uomini. Somiglia a quelle canne
vuote che si girano ad ogni soffio di vento.
Perciò, figlia mia carissima, se qualche soffio di vento ti vuole
rendere incostante, tuffati nel mare della Divina Volontà e vieni a nasconderti
nel grembo della Mamma tua, affinché ti difenda dal vento dell'umano volere e,
stringendoti fra le mie braccia, ti renda ferma e sicura nel cammino del suo
Regno divino.
Ora, figlia mia, seguimi innanzi alla Maestà Suprema
ed ascoltami. Io coi miei rapidi voli
giungevo nelle loro braccia divine e, come giungevo, sentivo il loro Amore rigurgitante
che, come onde impetuose, mi coprivano dell'Amore loro [delle Divine
Persone]. Oh, come è bello essere amato
da Dio! In questo Amore si sente
felicità, santità, gioie infinite, e la creatura si sente talmente abbellita,
che Dio stesso si sente rapito dalla bellezza speciosa che infonde nella
creatura nell'amarla.
Io volevo imitarli, e sebbene piccina, non volevo restar
dietro al loro Amore; quindi, dalle
onde d'amore che mi avevano dato, formavo le mie onde, per coprire il mio
Creatore col mio amore. Nel far ciò io
sorridevo, perché sapevo che il mio amore mai poteva coprire l'immensità
dell'Amore loro. Ma con tutto ciò io
facevo la prova, e sul mio labbro spuntava il mio sorriso innocente. L'Ente Supremo sorrideva al mio sorriso e
festeggiava e si trastullava con la mia piccolezza.
Ora, nel più bello dei nostri stratagemmi amorosi,
io ricordavo lo stato doloroso della mia famiglia umana sulla terra, e che io
pure ero della loro stirpe; ed oh, come
mi doleva, e pregavo che scendesse il Verbo Eterno a porvi rimedio! E lo dicevo con tale tenerezza che giungevo
a cambiare il sorriso e la festa in pianto.
L'Altissimo si commoveva tanto alle mie lacrime, molto più che erano
lacrime d'una piccina, che stringendomi al Seno Divino mi asciugavano le
lacrime e mi dicevano:
“Figlia, non piangere; fatti coraggio; nelle tue
mani abbiamo messa la sorte del genere umano, ti abbiamo dato il mandato, ed
ora, per più consolarti, ti facciamo paciera tra noi e la umana famiglia; quindi, a te è dato di rappacificarci. La potenza del nostro Volere, che regna in
te, s'impone su di Noi a dare il bacio di pace alla povera umanità, decaduta e
pericolante”.
Chi può dirti, figlia mia, ciò che provava il mio
Cuore a questa condiscendenza divina?
Era tanto il mio amore che mi sentivo venir meno, e delirando spasimavo,
cercando altro amore per ristoro del mio amore.
Ora una parola a te, figlia mia. Se tu mi ascolterai col mettere da banda il
tuo volere, dando il posto regio al Fiat Divino, anche tu sarai amata con amore
specioso dal tuo Creatore, sarai il suo sorriso, Lo metterai in festa, e sarai
vincolo di pace tra il mondo e Dio.
L'anima:
Mamma bella, aiuta la figlia tua; mettimi tu stessa nel mare della Divina
Volontà, coprimi con le onde dell'Eterno Amore, affinché non veda né senta che
Volontà Divina ed Amore.
Fioretto:
Oggi, per onorarmi mi chiederai tutti gli atti miei
e li chiuderai nel tuo cuore, affinché senta la forza della Divina Volontà che
regnava in me, e poi li offrirai all'Altissimo, per ringraziarlo di tutti gli
uffici che mi affidò per salvare le creature.
Giaculatoria:
Regina di pace, fammi dare il bacio di pace dalla Divina
Volontà.
Giorno della FESTA
(Immacolato Concepimento)
Oggi per nove volte onoriamo Maria col
ringraziare la Divina Volontà per avercela donata come nostra Regina, come
Madre e come Interceditrice. Poi, diremo
nove Gloria ai nove
Cori degli Angeli, pregandoli che si uniscano con noi per dare a Maria tutta
quella crescente Gloria che la Divina Volontà contiene e, immergendo tutti gli
Angeli e tutti i Santi in questo Divin Volere, daremo a Maria tutta la gloria
che a Lei conviene e che Le è dovuta.
GIACULATORIA
Mamma mia, Regina di tutti, regna e prendi il
dominio di tutti, e fa’ che tutti Ti riconoscano quale Tu sei.
Dal Volume 25 del LIBRO di CIELO
- Dicembre 8, 1928 -
Perché tutta la Creazione festeggiò il Concepimento
della Sovrana Regina. La Vergine aspetta nei suoi mari
le anime sue figlie per farle regine.
Festa
dell’Immacolato Concepimento.
(Scrive Luisa
Piccarreta:) Stavo pensando: “Perché tutta la Creazione esultò di gioia e
tanto festeggiò l’Immacolata Regina nel suo Immacolato Concepimento?” Ed il mio sempre amabile Gesù movendosi nel
mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, vuoi sapere il perché? Perché la Divina Volontà ebbe il principio
di sua Vita nella Bambinella Celeste, quindi il principio di tutti i beni in
tutte le creature. Non c’è bene che
nella mia Divina Volontà non incomincia, scende, e sale nella sua
sorgente. Quindi questa Celeste Bambina
avendo fin dal suo Immacolato Concepimento cominciata la sua vita nel Fiat Divino,
ed essendo Lei dalla stirpe umana, colla mia Volontà acquistò la vita divina e
colla sua umanità possedeva l’origine umana.
Onde ebbe la potenza di unire il divino e l’umano e diede a Dio ciò che
l’umano non gli aveva dato e [gli
aveva] negato, qual era la
loro volontà, e diede agli uomini il diritto di poter salire agli amplessi del
suo Creatore. Colla potenza del nostro
Fiat che teneva in suo potere legava Dio e gli uomini. Sicché tutta la Creazione, Cielo e terra, e
fin l’inferno, sentì nell’Immacolato Concepimento di questa Vergine Bambinella,
neonata appena nel seno della sua mamma, la forza dell’ordine che Lei metteva
in tutta la Creazione; colla mia
Volontà si affratellava con tutti, si abbracciava con tutti, amava tutto e
tutti, e tutti la sospiravano, l’amavano e si sentivano onorati di adorare in
questa privilegiata creatura la Divina Volontà. Come non doveva festeggiare tutta la Creazione? Perché fin allora l’uomo era stato il
disordine fra tutte le cose create, nessuno aveva avuto il coraggio, l’eroismo
di dire al suo Creatore: ‘Non voglio
conoscere la mia volontà, Te ne faccio un dono, voglio per vita solo il tuo
Volere Divino’. Invece questa Vergine
Santa donò la sua volontà per vivere della Divina, e perciò la Creazione tutta
sentì la felicità dell’ordine, che per mezzo suo le veniva restituita, ed a
gara fecero, il cielo, il sole, il mare e tutti, per onorare Colei che
possedendo il mio Fiat, dava il bacio
dell’ordine a tutte le cose create. Ed
il mio Voler Divino Le metteva in mano lo scettro di Regina Divina e le cingeva
la fronte colla corona del comando, costituendola Imperatrice di tutto
l’universo”.
Ond’io mi sentivo come annientata in me stessa; le lunghe privazioni del mio dolce Gesù che
mi rendono come senza vita, mi hanno bruciato il piccolo atomo della mia esistenza,
il quale stando continuamente esposto ai raggi ardenti del Sole del Fiat Divino
si sente disseccare tutti gli umori, e mentre si brucia, né muore né si consuma. Onde non solo mi sentivo oppressa, ma
disfatta. Ed il mio dolce Gesù, come se
volesse sollevarmi, facendosi sentire nel mio interno, dandomi un bacio mi ha
detto:
“Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, anzi voglio
che godi della tua sorte felice, che il mio Voler Divino investendoti e
dardeggiandoti ti toglie tutti gli umori umani e te li ricambia in umori di
luce divina. Oggi è la festa
dell’Immacolato Concepimento, mari d’amore, di bellezza, di potenza e di
felicità straripano dalla Divinità sopra di questa celestiale creatura, e ciò
che impedisce che le creature possano entrare in questi mari è l’umana
volontà. Noi ciò che facciamo una
volta, rimane coll’atto continuato di farlo sempre, senza mai cessare. Nella Divinità è natura dare, senza che mai
finisce l’atto. Quindi questi mari
stanno straripando ancora e la Regina Madre aspetta le sue figlie, per farle
vivere in questi mari per farle tante piccole regine. Però è vietato d’entrare all’umana volontà, non c’è luogo per essa,
e solo può avere accesso chi vive di Volontà Divina. Perciò figlia mia, puoi entrare quando vuoi nei mari della Mamma
tua, la mia Divina Volontà ti garantisce, e con Essa avrai libero il passo e
l’entrata, anzi Lei ti aspetta, ti vuole.
E renderai Noi e Lei doppiamente felici, per causa della tua
felicità. Noi Ci sentiamo più felici
nel dare, e quando la creatura non prende i nostri beni, soffoca in Noi la
felicità che vogliamo darle. Perciò non
voglio che stia oppressa, oggi è la festa più grande perché la Divina Volontà ebbe
vita nella Regina del Cielo; fu la
festa di tutte le feste, fu il primo bacio, il primo amplesso divino che la
creatura dava al suo Creatore in virtù del nostro Fiat, che la Sovrana Bambina possedeva; la creatura che si sedeva a mensa col suo Creatore. Quindi oggi è anche la festa tua, in modo
speciale per la missione datati della mia Divina Volontà. Perciò vieni nei mari dell’Immacolata Regina
a godere della sua e tua festa”.
Onde mi son sentita trasportare fuori di me stessa
in questi mari interminabili, ma mi mancano i vocaboli per dire ciò che ho
provato, perciò faccio punto e passo avanti.
Dopo di ciò, il giorno il Confessore ha letto pubblicamente ciò che sta scritto
nel quindicesimo volume sull’Immacolato Concepimento, ed il mio amato Gesù, come
sentiva che leggeva faceva festa nel mio interno, e mi ha detto:
“Figlia mia, come ne son contento! Oggi si può dire che la mia Mamma Sovrana riceve
dalla Chiesa gli onori divini, onorando in Lei come primo atto di sua vita la
Vita della Divina Volontà. Questi sono
gli onori più grandi che si possono dare, che il volere umano non ebbe mai vita
in Lei, ma sempre, sempre la Divina Volontà.
Questo fu tutto il segreto della sua santità, della sua altezza,
potenza, bellezza e grandezza e simile;
fu il mio Fiat che col suo
calore estinse la macchia d’origine e la concepì Immacolata e pura, e la mia
Chiesa invece d’onorare la mia Volontà Divina causa primaria ed atto primo, onorava
gli effetti di Essa, e la proclamava Immacolata, concepita senza peccato. Si può dire che la Chiesa le dava gli onori
umani, e non gli onori divini, quale giustamente si merita perché una Volontà
Divina ebbe vita continua in Lei. E
questo era un dolore per Me e per Lei, perché né Io ricevevo dalla mia Chiesa
gli onori d’una Volontà Divina abitante nella Regina del Cielo, né Lei gli
onori dovuti perché diede in Lei il luogo di formare la vita del Fiat Supremo.
Perciò oggi col fare conoscere che tutto fu in Lei
il prodigio del mio Volere, le altre sue prerogative e privilegi furono in
ordine secondario e come conseguenza degli effetti di quella Volontà Divina che
La dominava, si può dire che oggi si festeggia con decoro, gloria divina e magnificenza
la festa dell’Immacolato Concepimento, che si può chiamare con più Verità il concepimento
della Divina Volontà nella Sovrana del Cielo.
E questo concepimento fu causa di tutto ciò che è e fece, e dei grandi
prodigi di questa Celeste Bambina”.
Dopo di ciò con un’enfasi più tenera ha soggiunto:
“Figlia mia, com’èra bella, dilettevole, vedere questa
Celeste Bambinella fin dal suo Immacolato Concepimento! Si guardava e si vedeva la sua piccola terra
presa dalla stirpe umana, e dentro di questa piccola terra si vedeva il Sole
del nostro Eterno Volere, che non potendolo contenere straripava fuori di Lei e
si allungava tanto che riempiva Cielo e terra.
Fecimo un prodigio della nostra Onnipotenza, per fare che la piccola
terra della piccola Reginetta potesse racchiudere il Sole del nostro Voler
Divino. Sicché si vedeva terra e Sole,
quindi tutto ciò che faceva, se pensava, se parlava, se operava, se camminava,
i suoi pensieri erano raggi di luce, le sue parole si convertivano in luce,
tutto era luce che usciva da Lei, perché essendo la sua piccola terra, più
piccola del Sole immenso che racchiudeva i suoi atti, si sperdevano nella sua
luce. E siccome questa piccola terra
della Sovrana Celeste era vivificata, animata e conservata continuamente dal
Sole del mio Fiat, si vedeva sempre fiorita, ma delle più belle fioriture che
davano in frutti dolcissimi, da attirare i nostri sguardi divini e restarne
rapiti, ma tanto che non potevamo fare a meno di guardarla, tanta era la
bellezza e felicità che ci dava. Tutta
bella era la Verginella Immacolata, la sua bellezza era incantatrice e
rapitrice, basta dire che era un prodigio del nostro Volere per poter dire
tutto. Oh, se le creature conoscessero
che significa vivere di Volontà di Dio, metterebbero la vita per conoscerla e
vivere in Essa”.
E
leggiamo nel
Volume
34 - Dicembre 8, 1935 :
Prodigi dell’Immacolato
Concepimento.
Comunicazione dei diritti divini.
Dio non vuol fare nulla senza la sua Madre Celeste.
(Scrive ancora
Luisa Piccarreta:) Stavo facendo il mio giro negli atti della
Divina Volontà, e giunta nell’atto che il Fiat onnipotente creò la Vergine Immacolata mi son fermata; ed oh, quale sorpresa di prodigi mai uditi,
uniti insieme! L’incanto del cielo, del
sole e di tutta la Creazione non potevano paragonarsi! Oh, come restavano dietro innanzi alla
Sovrana Regina! Ed il mio dolce Gesù
nel vedermi così sorpresa mi ha detto:
“Figlia mia benedetta, tu devi sapere che non vi è
bellezza né valore né prodigi che possono paragonarsi all’Immacolato
Concepimento di questa Celeste Creatura;
il mio Fiat onnipotente
fece di Essa una nuova Creazione, oh, quanto più bella, più prodigiosa della
prima! Il mio Voler Divino in Se stesso
non ha né principio né fine, ed il prodigio più grande fu come se in questa
creatura Esso rinascesse; non solo, ma
in ogni istante, atto, preghiere che faceva, cresceva, e con questa crescenza
la mia Volontà moltiplicava i suoi prodigi in modo infinito. Nel creare l’universo, esso fu creato da Noi
in modo mirabile ed è mantenuto da Noi sotto l’impero del nostro atto creante e
conservante, senza che aggiungiamo altro;
invece in questa Vergine manteniamo l’atto creante, conservante e
crescente. Questo è il prodigio dei
prodigi: la vita del nostro Volere
rinata in Essa, il suo crescere continuo in ogni atto che faceva! Ed il nostro Fiat per rinascere in Essa si pronunziò nell’atto del suo
concepimento, e quando Questo si pronunzia il nostro atto ha tale sontuosità,
sublimità, altezza, immensità, potenza, che prende tutti nella rete del suo amore,
non mette nessuno da parte, tutti possono prendere il bene che possiede il
nostro Fiat operante - menoché
qualcuno non il volesse -.
La nostra Divinità nel vedere in questa Santa
Creatura come rinata la nostra Volontà, Le partecipò i suoi diritti divini, in
modo che era padrona del nostro Amore, Potenza, Sapienza e Bontà e Regina del
nostro Fiat. Essa col suo atto crescente del nostro
Volere Ci rapiva, Ci amava tanto che giunse ad amarci per tutti, e tutte le
creature le copriva, le nascondeva nel suo amore e Ci faceva sentire l’eco
dell’amore di tutti e di ciascuno.
Oh, come Ci sentivamo legati e come fatti
prigionieri dell’amore di questa Vergine Santissima! Molto più che come Ci amava, adorava, pregava, operava, coll’atto
crescente del nostro Fiat che
possedeva rinchiudeva in sé il suo Creatore:
come Ci amava, così Ci sentivamo assorbiti in Lei senza poterle
resistere; era tanta la sua potenza che
Ci dominava e chiudeva in Sé la nostra Trinità Sacrosanta, e Noi L’amavamo
tanto che Le facevamo fare ciò che Essa voleva. Chi aveva cuore di negarle nulla? Anzi Ci sentivamo più felici di contentarla, perché un’anima che
Ci ama è la nostra felicità, perché sentiamo l’eco, la gioia della nostra
felicità in essa, e chi possiede la nostra Volontà come vita, è tutto per Noi.
Questo è il gran prodigio di chi possiede la nostra
Volontà come vita: sentirsi in sé
partecipare ai suoi stessi diritti divini;
con questo sente che il suo amore non finisce mai, e ne tiene tanto che
può amare per tutti e dare amore a tutti, col suo atto crescente non dice mai basta alla sua santità. Molto più che la Sovrana Regina col possedere
la nostra Volontà come vita teneva sempre da darci, sempre da dire, Ci teneva
sempre occupati e Noi tenevamo sempre da dare e sempre i nostri segreti amorosi
da comunicarle, tanto che nulla facciamo senza di Essa: prima ce la sentiamo con Essa, poi la grazia
che vogliamo dare la deponiamo nel suo Materno Cuore e dal suo Cuore scende nel
fortunato che deve ricevere quel bene.
Sicché non vi è grazia che
scende sulla terra, non vi è santità che si forma, non vi è peccatore che si
converte, non vi è amore che parte dal nostro trono che prima non viene deposto
nel suo Cuore di Madre, La quale forma la maturazione di quel bene, lo feconda col suo
amore, lo arricchisce colle sue grazie e se occorre colla virtù dei suoi dolori,
e poi lo depone in chi lo deve ricevere, in modo che chi lo riceve sente
Paternità Divina e la Maternità della sua Madre Celeste. Possiamo fare senza di Essa, ma non
vogliamo; chi avrà cuore di metterla da
parte? Il nostro Amore, la nostra
Sapienza infinita, il nostro stesso Fiat
s’impone su di Noi e non Ci fa far nulla, che non scende per mezzo suo.
Vedi dunque dove giunge il nostro amore per chi vive
della Volontà Divina, fino a non voler far nulla senza di Essa? È l’armonia della nostra Sapienza infinita,
che come la Creazione dell’universo gira sempre intorno a Noi, e come girano
fecondano la terra e mantengono la vita naturale a tutte le creature, così questa
nuova Creazione del concepimento dell’Immacolata Signora si gira sempre intorno
a Dio e Dio gira sempre intorno ad Essa, e mantengono la fecondità del bene,
formano la santità delle anime ed il richiamo delle creature a Dio”.
* Ed allora, pregando con
Luisa, anche noi ringraziamo :
<< Mio
dolce Gesù, mentre sono avvinta a Te,
voglio attestarti il mio amore, la mia gratitudine
e tutto ciò che la creatura è in dovere di fare
per aver Tu
creata la nostra
Regina
Mamma Immacolata,
la più
bella, la più santa: un portento di grazia;
arricchendola di tutti i doni e facendola anche
nostra Madre.
E questo lo
faccio a nome di tutte le creature
passate, presenti e future.
Voglio prendere a volo ciascun atto di creatura,
parola, pensiero, palpito, passo,
ed in ciascuno di essi dirti :
‘ Ti amo, Ti benedico, Ti adoro per tutto ciò
che hai fatto alla mia e Tua Celeste Mamma ’ >>.
(Gesù ha gradito il mio atto (continua Luisa), ma tanto che mi ha detto:
“Figlia
mia, con ansia aspettavo questo tuo atto a nome di tutte le generazioni; la mia Giustizia, il mio Amore sentivano il
bisogno di questo contraccambio, perché grandi
sono le grazie che scendono su tutti per aver tanto arricchita la Mia Mamma,
eppure non hanno mai una parola, un grazie da darmi”.
(Volume 12 - dicembre 18, 1920) )
[1] Questa prima
parte di ogni giorno della Novena è
stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922 dalle
sorelle sig.ne Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia), fedeli
discepole di Luisa
[2] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[3] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[4] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[5] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[6] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[7] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[8] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[9] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’
[10] da : ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina
Volontà’