Meditazioni
ai Misteri del
Santo Rosario
tratte
dagli Scritti della Serva di Dio
Luisa Piccarreta
<< Gesù, Vita mia, sento che il tuo Amore mi
spinge a Te; il tuo Volere a Te mi
chiama, perché vuole che io sia presente a tutti gli atti suoi. Mi sembra che Tu non sia contento se non
assisto a tutte le operazioni della tua Volontà; ed ancorché non sappia far nulla, pure Ti contenti che io rimanga
spettatrice e ripeta il mio ritornello:
“Ti amo, Ti adoro, Ti benedico,
Ti ringrazio”.
Ti contemplo, Amor mio, mentre col Padre e con lo Spirito
Santo stai formando il tuo caro gioiello,
il tuo capolavoro, la bella statua
dell’uomo. Con quanto amore la formi,
quanta bellezza le infondi, di quali divine sfumature la investi! Mentre stai plasmandola, spesso, sostando,
la guardi, l’ammiri ed entusiasta dici:
“Com’è bella la statua
mia!” Il tuo Amore allora palpita
forte, sino a traboccare! Non potendolo
più contenere, alitandolo in lei, le doni la vita e la tua somiglianza e così
crei l’uomo. Tu lo colmi dell’Amor tuo,
sino a fargli formare i suoi mari d’amore per amare il suo Creatore. L’amore creato allora si tuffa con le sue
onde altissime nell’Amore Creante e tra il Creatore e la creatura si svolge una
fervida gara.
O Gesù, io entro ora nell’Unità della tua Volontà,
affinché la mia volontà sia una
con la Tua, uno l’amore; in questa Unità che tutto abbraccia, la mia
voce risuoni nel Cielo, investa tutta la Creazione, penetri nei cupi abissi e
dica e gridi: “Venga il Regno del tuo
Volere Divino; sia fatta la tua Volontà
come in Cielo così in terra! Io faccio
mia la santità, la gloria, l’adorazione, il ringraziamento, i pensieri, gli
sguardi, le parole, le opere, i passi di Adamo innocente per offrirti la
ripetizione degli atti suoi; e Tu,
vedendo in me la tua Divina Volontà operante, concedimi, Te ne prego, che venga
il tuo Regno!” >> ( Cfr. Il Giro dell’anima
nell’operato della Divina Volontà - 4a Ora )
PREMESSA
“Nel creare l’uomo il nostro amore fu tanto
per lui, che
sorpassò tutto l’amore che avemmo nella Creazione. Perciò
lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà
e, mettendo
la nostra Volontà come al banco nella sua la moltiplicasse,
la centuplicasse - non per Noi che non avevamo bisogno, ma
per suo bene - affinché non restasse come le altre cose create,
mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse
sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in
somiglianza col suo Creatore. E, per
fare che lui potesse
trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, gli demmo
a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse
con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza,
la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.
Il nostro amore
nel creare l’uomo volle fare un giuoco
d’azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della
volontà umana come al banco: la nostra
Bellezza, Sapienza,
Santità, Amore, eccetera e, la nostra
Volontà che doveva farsi
Guida ed Attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse
crescere a nostra somiglianza, ma gli desse la forma
d’un piccolo dio. Perciò il nostro
dolore fu grande nel vederci
respingere questi grandi beni dalla creatura; ed il nostro giuoco
d’azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre
un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.
Perciò, dopo
tanti anni volle di nuovo il mio Amore
giocare d’azzardo e fu con la mia Mamma Immacolata.
In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto
e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo
; anzi
si faceva a gara: Noi a dare e Lei a
ricevere
”.
( Gesù, l’8.12.1924 - Vol. 17
: )
“ Figlia mia, nessuno
può essere a Me accettevole senza la prova.
Se non ci fosse stata
la prova (anche per l’Immacolata mia Mamma),
avrei avuto una Madre schiava, non libera, e la schiavitù non entra
nei Nostri rapporti, né nelle Nostre Opere, né può prendere parte
al Nostro libero Amore.
La mia Mamma ebbe la sua prima prova
fin dal primo istante del suo Concepimento.
Non appena ebbe il suo
primo atto di ragione
conobbe la sua volontà umana da una parte e la Volontà Divina
dall’altra e fu lasciata libera a quale delle due volontà
volesse aderire; e Lei, senza perdere
un istante
e conoscendo tutta la intensità del sacrificio che faceva,
Ci donò la sua volontà, senza volerla
più conoscere,
e Noi le facemmo dono della Nostra,
ed in questo
scambio di donazione di volontà d’ambo le parti,
affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi
di grazia nell’Immacolato Concepimento
della più privilegiata di tutte le creature.
E’ sempre la volontà
che sono solito provare: tutti i
sacrifici, anche
la morte, non a Me diretti dalla volontà umana, Mi farebbero nausea
e non attirerebbero neppure uno dei miei sguardi.
Ma vuoi
sapere tu quale fu il più grande
prodigio
operato da Noi in questa Creatura sì Santa ed il più grande
eroismo, che nessuno potrà mai eguagliare, di sì bella Creatura? :
La sua vita la incominciò con la
Nostra Volontà,
e così la seguì e la compì.
Sicché si può dire che
compì da dove incominciò e incominciò
da dove compì; ed il Nostro più grande prodigio fu che
in ogni suo pensiero, parola,
respiro, palpito,
moto e passo, il Nostro Volere sboccava su di Lei,
e Lei Ci offriva l’eroismo di un palpito divino
ed eterno operante in Essa.
Questo La elevava
tanto, che
ciò che Noi eravamo per natura, Lei
lo era per grazia.
Tutte le altre
prerogative, i suoi privilegi,
il suo stesso Immacolato Concepimento sarebbe stato un nulla
a confronto di questo grande prodigio;
anzi, fu questo che
La confermò e La rese stabile e forte in tutta la sua vita.
La Mia Volontà continuava sboccante su di
Lei,
Le partecipava la Natura Divina, ed il suo continuo riceverLa
La rese forte nell’amore, forte nel dolore, distinta fra tutti.
Fu in questa Nostra Volontà, operante in
Lei, per cui Ella attirò
il Verbo sulla terra, che si formò il seme della fecondità divina,
per poter concepire un Uomo e Dio, senza opera umana,
e la Nostra Volontà La fece degna di essere
Madre del suo stesso Creatore.
Perciò Io insisto sempre sull’argomento
della Mia Volontà,
perché Questa conserva bella l’anima come uscì dalle Nostre
Mani, la cresce come copia originale del suo Creatore,
e per quante opere
grandi e sacrifici uno possa fare,
se la Mia Volontà non entra in mezzo, Io li rifiuto,
non li conosco, non è cibo per Me; e le
opere più belle,
senza la Mia Volontà, diventano cibo della volontà umana,
della propria stima e dell’ingordigia della creatura ”.
“ Tu devi sapere che
il vivere nella nostra Volontà è un Dono
che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono
la creatura si sentirà trasformata: da
povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione,
dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà
prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create.
Il gran Dono della nostra Volontà,
dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi
volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono
fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo
respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.
Ora, chi si dispone a fare il nostro
Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono
sì grande ed infinito; le nostre
conoscenze sul Fiat aiuteranno e
prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non
hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.
Prima abbiamo chiamata una dell’umana
famiglia a vivere nella reggia del nostro Volere; … Ora, dopo che
abbiamo fatto dono del nostro Fiat ad un membro di questa umana
famiglia, essa acquista il vincolo ed il diritto di questo Dono - perché
Noi non facciamo mai opere e doni per una sola, ma quando facciamo opere e doni
li facciamo sempre in modi universali - quindi questo Dono sarà
pronto per tutti, purché lo vogliono e si dispongono.
Perciò, il vivere nella mia Volontà non è
proprietà della creatura né sta in suo potere, ma è Dono, ed Io lo
faccio quando voglio, a chi voglio e nei tempi che voglio. Esso è Dono di Cielo fatto dalla
nostra grande magnanimità e del nostro Amore inestinguibile.
Ora con questo Dono l’umana
famiglia si sentirà talmente vincolata col suo Creatore, che non si sentirà più
da Lui lontano, ma talmente vicina come se fosse della sua stessa Famiglia e
convivesse nella sua stessa Reggia;
con questo Dono si sentirà talmente ricca che non più sentirà le
miserie, le debolezze, le passioni tumultuanti, ma tutto sarà forza, pace,
abbondanza di grazia, e, riconoscendo il Dono, dirà: ‘ Nella casa del Padre mio Celeste nulla mi
manca, ho tutto a mia disposizione, sempre in virtù del Dono che ho
ricevuto ’. I doni li diamo sempre per
effetto del nostro grande Amore e dalla nostra somma magnanimità; se ciò non fosse, o volessimo badare se la
creatura merita o no, se ha fatto dei sacrifici, allora non sarebbe più dono,
ma mercede, ed il nostro Dono si renderebbe come diritto e schiavo della
creatura, mentre Noi ed i nostri doni non siamo schiavi di nessuno. Difatti l’uomo non esisteva ancora e prima
che lui fosse già creammo il cielo, il sole, il vento, il mare, la terra
fiorita e tutto il resto per farne dono all’uomo. Che cosa aveva fatto per meritare doni sì grandi e perenni? Nulla.
E nell’atto di crearlo gli demmo il gran Dono che superò tutti
gli altri: il nostro Fiat
Onnipotente. E sebbene lo respinse,
Noi però lo teniamo a riserva per darlo ai figli, lo stesso Dono che Ci
respinse il padre. Il dono viene
dato nell’eccesso del nostro Amore, il quale è tanto che non sa fare, non bada
ai conti; mentre la mercede che si dà
se la creatura fa le opere buone, si sacrifica, si dà con giusta misura ed a
secondo che merita; non così nel
dono. Perciò chi potrà dubitare significa
che non se ne intende del nostro Essere Divino né delle nostre larghezze né
dove può giungere il nostro Amore;
però vogliamo la corrispondenza della creatura, la
gratitudine ed il suo piccolo amore ”.
“ Ci sentiamo come immobilizzati dall’uomo,
perché vogliamo dare e non possiamo, vogliamo parlare e non Ci intende, mentre
il nostro Amore, con accenti pietosi, non si stanca di dirgli:
‘ O uomo, rientra in te stesso;
richiama in te quella Volontà che respingesti!
Essa
vuol ritornare
per distruggere i tuoi mali e,
se
La inviti, è pronta a prendere il possesso
ed a formare il suo Regno in te, il suo dominio di pace,
di felicità, di gloria, di vittoria per Me e per te.
Deh, non voler essere più schiavo, né
vivere nel labirinto
dei tuoi mali e miserie. Ricordati che
tale Io non ti creai, anzi,
ti creai re di te stesso, re di tutto.
Perciò
chiama la mia Volontà come vita,
ed Essa ti farà conoscere la tua nobiltà
e l’altezza del posto in cui fosti messo da Dio. O, come ne sarai contento e contenterai il tuo Creatore! ’ ”
“ Tutti gli atti umani, secondo lo scopo della
Creazione, dovevano aver vita nel mio Volere e formarvi il loro piano
di tutti gli atti umani cambiati in atti divini,
con l’impronta della nobiltà, Santità e Sapienza Suprema.
Non era nostra Volontà che l’uomo
uscisse da Noi, ma che vivesse con Noi,
crescendo a somiglianza Nostra
ed operando con gli stessi Nostri modi. Perciò volevo che tutti i
suoi atti fossero fatti nel mio Volere,
per dargli il posto per poter formare il suo fiumicello nel mare immenso
del Mio”.
“
Vedi, l’opera della Creazione è grande,
l’opera della Redenzione è più grande ancora;
il mio Fiat, il far vivere la creatura nella mia Volontà, supera l’una e
l’altra, perché nella Creazione il mio Fiat creò e mise fuori le opere
mie, ma non restò come centro di vita nelle cose create; nella Redenzione, il mio Fiat restò
come centro di vita nella mia Umanità, ma non restò come centro di vita nelle
creature, anzi se la loro volontà non aderisce alla Mia, rendono vani i frutti
della mia Redenzione; invece
col mio ‘ Fiat Voluntas Tua ’ sarà la vera gloria
dell’opera della Creazione ed il compimento dei copiosi frutti dell’opera della
Redenzione.
Ecco la causa perché non voglio altro da
te che il mio Fiat, che Esso sia
la tua vita e che non miri altro che il mio Volere, perché voglio essere come centro della tua
vita ".
“ Figlia mia,
la mia Umanità viveva come nel centro
del Sole Eterno della mia Volontà Divina;
e siccome da questo centro partivano raggi che portando con loro la mia
immensità coinvolgevano tutto e
tutti,
il mio operato, partendo da questo
centro,
si trovava come in atto per ogni atto di creatura;
ogni parola come in atto per ciascuna parola
;
ogni pensiero come in atto per ciascun pensiero;
e così di tutto il resto.
E come ogni atto scendeva, come un atto
solo risaliva di
nuovo nel suo centro, portando con sé tutti gli atti umani per
rifarli, per riordinarli, a seconda che voleva mio Padre.
Sicché,
solo perché la mia Umanità viveva nel
centro del Volere Eterno poté abbracciare tutti come un atto solo, per compiere
con decoro e, degna di Me, l’opera della Redenzione; altrimenti sarebbe stata un’opera incompleta
e non degna di Me. E siccome la
rottura della volontà umana con la Divina fu tutto il male dell’uomo, così l’unione stabile della volontà della
mia Umanità con la Divina doveva formare tutto il suo bene; e questo succedeva in Me come connaturale.
… L’anima
che vive nel centro del mio Volere,
lei abbraccia tutti e nessuno le sfugge, fa per tutti e niente omette. Insieme con Me non fa altro che
spandersi a destra ed a sinistra, davanti e di dietro, ma in modo semplice e
connaturale; e come opera nel mio
Volere, fa il giro di tutti i secoli ed
a tutti gli atti umani eleva il suo atto in modo divino, per virtù della mia Volontà.
Senti quello che voglio fare di te ed in
te:
quello che faceva la mia Umanità nella
Divina Volontà
voglio ripeterlo, ma voglio il tuo volere unito insieme,
affinché ripeta insieme con Me ciò che facevo e faccio ancora.
Nel mio Volere ci sono tutti gli atti
che fece la mia Umanità, sia interni che esterni. Degli atti esterni più o meno si sa ciò che Io feci, e la
creatura, volendo, si può unire con Me e prendere parte a quel bene che feci,
ed Io sento il contento perché vedo il mio bene in mezzo alle creature come moltiplicato,
in virtù dell’unione che formano con Me;
i miei atti sono messi come al banco e, ne riscuoto gli interessi. Invece, degli atti interni che fece la
mia Umanità nella Divina Volontà per amor di tutti, poco o nulla si sa, e la creatura, non conoscendo né la potenza
di questo Volere, né come la mia anima operava in Esso, né ciò che feci, come
potrà unirsi con Me per prendere parte a quel bene? La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di
quel bene… Ora,
come si farà via questa conoscenza del vivere nel mio Volere, Esso sarà
amato di più e l’amore assorbirà in loro tutto il bene che la conoscenza, come
madre feconda, avrà loro partorito
.
Io non sono il Dio isolato, no:
voglio la creatura insieme con Me; l’eco
mia
deve risuonare nella sua e la sua nella mia, per farne una sola;
e se ho aspettato tanti secoli per far conoscere il mio Volere
operante nella creatura ed il suo operante nel Mio, quasi
elevandolo al mio stesso livello, era perché dovevo preparare
e disporre le creature a passare dalle conoscenze minori alle maggiori… Vedi,
nel mio Voler Supremo stanno tutti i
miei atti interni,
che fece la mia Umanità, come in aspettativa per uscire come messaggeri, per
mettersi in via. Questi atti
sono stati fatti per le creature e vogliono darsi e farsi conoscere; e, non dandosi, si sentono come imprigionati
e pregano, supplicano che il mio Volere li metta a conoscenza, per poter dare
il bene che essi contengono…
Per tanti secoli ho contenuto in Me,
più che parto, tutti i miei atti umani, fatti nella Santità del Volere
Eterno, per darli alla creatura e, come
si daranno, innalzeranno gli atti umani della creatura in atti divini
e la fregeranno con le più vaghe
bellezze, facendola vivere con la vita della mia Volontà, dandole il valore,
gli effetti ed i beni che il mio Volere possiede. Perciò, più che madre spasimo, Mi addoloro, brucio, ché voglio
far uscire questo parto della mia Volontà.
Il tempo è giunto… Il volere umano, potrei dire, Mi ha reso
infelice in mezzo alle creature e la mia Volontà operante nella creatura Mi
restituirà la mia felicità ”.
“ Voglio insegnarti il modo come devi stare
con Me:
Primo:
devi entrare dentro di Me e, trasformarti in Me e, prendervi
ciò che trovi in Me.
Secondo:
quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo
una cosa sola, in modo che se Mi muovo io, muoviti tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata
da Me; insomma, qualunque cosa che
faccio io farai tu.
Terzo:
con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va in
mezzo alla creature, dando a
tutti e a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno
la mia Vita Divina e ritornando
subito in Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi,
pregando, scusandoli, riparando, amando… Sì, amami per tutti, saziami d’amore! ”
“ Voglio te, tutta unita e stretta con
Me; e questo non ti credere
che lo devi fare quando soffri o preghi solo, ma sempre, sempre: se ti muovi, se respiri, se lavori, se
mangi, se dormi, tutto, tutto come se lo facessi nella mia Umanità ed uscisse
da Me il tuo operato, in modo che non dovresti essere tu altro che la
scorza e, rotta la scorza della tua opera si dovrebbe trovare il frutto
dell’opera divina. E questo devi farlo a bene di tutta quanta
l’umanità, in modo che la mia Umanità si deve trovare come vivente in mezzo
alle genti; perché facendo tu tutto,
anche le azioni più indifferenti, con questa intenzione di ricevere da Me la
vita, la tua azione acquista il merito della mia Umanità; perché, essendo Io Uomo e Dio, nel mio
respiro contenevo i respiri di tutti, i movimenti, le azioni, i pensieri, tutto
contenevo in Me, quindi li
santificavo, li divinizzavo, li riparavo;
onde facendo tutto in atto di ricevere da Me il tuo operato, anche tu verrai ad abbracciare ed a
contenere tutte le creature in te ed il tuo operare si diffonderà a bene di
tutti; sicché ancorché gli altri
non Mi daranno niente, Io prenderò tutto da te ”.
“ Per
stringerti più stretta con Me, fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me,
come Io lo trasfondo nel tuo, devi
in tutto prendere ciò che è mio e in
tutto lasciare ciò che è tuo; in
modo che se tu pensi sempre a cose sante e che solo riguardano il bene, l’onore
e la gloria di Dio, lasci la tua
mente e prendi Quella Divina; se
parli, se operi bene e solo per amore di Dio,
lasci la tua bocca e le mani e
prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi
piedi; se il tuo cuore amerà solo
Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il Mio e Mi amerai col mio
medesimo Amore; e così di tutto il
resto; sicché tu resterai rivestita di tutte le cose mie ed Io di tutte le cose tue, che metto Io
stesso in te e che sono mie. Ci può
essere più stretta unione di questa? ”
“ La
vera vita dell’anima fatta nel mio Volere,
non è altro che la formazione della sua vita nella Mia,
dare la mia stessa forma a tutto ciò che lei fa.
Io non facevo altro che mettere in volo
nel mio Volere tutti gli atti che facevo, sia interni che esterni; mettevo in volo ciascun pensiero della
mia mente, il quale sorvolando su ciascun pensiero di creatura, i quali
tutti esistevano nel mio Volere, il
mio, sorvolando su tutti, si faceva quasi corona di ciascuna intelligenza umana e portava
alla Maestà del Padre l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la
riparazione di ciascun pensiero creato;
e così il mio sguardo, la mia parola, il moto, il passo.
Ora,
l’anima per fare vita nel mio Volere,
deve dare la forma della mia mente alla sua,
del mio sguardo, della mia parola, del mio moto, ai suoi
.
Onde, facendo ciò, perde la sua
forma ed acquista la mia;
non fa altro che dare continue morti all’essere umano
e continua vita alla Volontà Divina
.
Così l’anima
potrà completare la Vita della mia Volontà in lei; altrimenti mai sarà del tutto compiuto
questo prodigio, questa forma del tutto modellata sulla Mia.
E’ il solo mio Volere, che è eterno ed
immenso, che fa trovare tutto: il
passato ed il futuro lo riduce ad un punto solo ed in questo solo punto trova
tutti i cuori palpitanti, tutte le menti in vita, tutto il mio operato in atto
e,
l’anima facendo
suo questo mio Volere,
fa tutto, soddisfa per tutti, ama per tutti e fa bene
a tutti ed a ciascuno, come se fosse uno solo.
Chi mai può giungere a tanto? Nessuna virtù, nessun eroismo, neanche il
martirio, può stare di fronte al mio Volere;
tutti, tutti restano indietro
all’operato nella mia Volontà ”.
“ Gli atti nella mia Volontà sono gli
atti più semplici,
ma perché semplici si comunicano a tutti.
Un atto solo nella mia Volontà, come
luce semplicissima si diffonde in ogni cuore, in ogni opera, in tutti, ma
l’atto è uno. Il mio stesso Essere,
perché semplicissimo, è un Atto Solo, ma un Atto che contiene tutto: non ha piedi ed è il passo di tutti; non
occhio ed è occhio e luce di tutti; do
vita a tutto, ma senza sforzo, senza fatica, ma do l’atto di operare a
tutti. Onde l’anima nella mia Volontà si semplifica ed insieme con Me si
moltiplica in tutti, fa bene a tutti.
Molto Mi piace vedere le anime
che ripetono nella mia Volontà
ciò che fece la mia Umanità in
Essa ”
“ Quante volte in più t’immergi nel
mio Volere,
tanto più si allarga il circolo
della tua volontà nella Mia ”.
“ Io sto con ansia aspettando
queste tue fusioni nella mia Volontà.
Ti
aspetto nella mia Volontà, che venga
a prendere i posti che ti preparò la mia Umanità
e sopra le mie informazioni vieni a fare le tue;
allora sono contento e ne ricevo completa gloria,
quando ti vedo fare ciò che feci Io ”.
“ Mio amato Bene,
insieme con te voglio seguire tutti gli atti
che fece la tua Umanità nella Volontà Divina;
dove giungesti Tu, voglio giungere anch’io,
per fare che in tutti i tuoi atti trovi anche il mio;
sicché,
come la tua Intelligenza nella Volontà Suprema
percorse tutte le intelligenze delle creature, per
dare al Padre Celeste la gloria, l’onore, la riparazione
per ciascun pensiero di creatura in modo divino
e suggellare con la luce, con la grazia della tua Volontà
ciascun pensiero di esse,
così
anch’io
voglio percorrere ciascun pensiero,
dal primo all’ultimo che avrà vita nelle menti umane,
per ripetere ciò che sta fatto da Te;
anzi
voglio unirmi con quelli della nostra Celeste Mamma,
che mai restò dietro, ma sempre corse insieme con Te ”.
“ Il solo fonderti in Me tutti i giorni
e parecchie volte al giorno, serve
a mantenere l’equilibrio di tutte le riparazioni,
perché solo chi entra in Me e prende il
principio da Me di tutto ciò che fa, può equilibrare le riparazioni di tutti e
di tutto; può equilibrare da parte
delle creature la Gloria del Padre, perché stando in Me un Principio Eterno,
una Volontà Eterna, potei equilibrare tutto:
soddisfazione, riparazione e Gloria completa del Padre Celeste da parte
di tutti. Sicché,
Come tu entri in Me,
vieni a rinnovare l’equilibrio di tutte le riparazioni
e della Gloria della Maestà Eterna.
Sostituendoti a nome di tutta l’umana famiglia,
cerca, per quanto è da te, di ripararmi per tutto ”.
“ Gli atti fatti nel mio Volere si
restituiscono al principio
dove l’anima fu creata e prendono vita nell’ambito dell’Eternità, portando al
loro Creatore gli omaggi divini e la Gloria del loro stesso Volere. La Creazione fu messa fuori sulle ali del mio Volere
e sulle stesse ali vorrei che Mi ritornasse, ma invano l’aspetto. Ecco perché tutto è disordine e
scompiglio.
Perciò,
Vieni nel mio Volere, per
darmi a nome di tutti
la riparazione di tanto disordine. ”
“ Amor mio, mio Gesù, tutto hai creato per
me
e me lo hai donato, sicché tutto è mio,
ed io lo dono a Te per amarTi;
perciò
Ti dico in ogni stilla di luce del sole:
‘Ti amo’;
nello scintillio delle stelle: ‘Ti
amo';
in ogni goccia d’acqua: ‘Ti amo’;
Il
tuo Volere mi fa vedere fin
nel fondo dell’oceano il tuo ‘ti amo’ per me,
ed io imprimo il mio ‘Ti amo’ per Te
in ogni pesce che guizza nel mare;
voglio imprimere il mio ‘Ti amo’ sul volo d’ogni uccello;
Ti
amo dovunque Amor mio.
Voglio imprimere il mio ‘Ti amo’ sulle ali
del vento,
nel muoversi delle foglie, in ogni favilla di fuoco;
Ti amo per me e per tutti ”.
“ E’ proprio questo il vivere nel mio
Volere :
il portarMi tutta la
Creazione innanzi a Me
e a nome di tutti darMi il contraccambio dei loro doveri ”.
“ Figlia mia, vieni a fare il tuo giro nella
mia Volontà… Vedi, la mia Volontà è
una,
ma scorre in tutte le cose create come divisa, ma
senza dividersi. Guarda le stelle,
l’azzurro cielo,
il sole, la luna, le piante, i fiori, i frutti, i campi,
la terra, il mare, tutto e tutti…”
( Gesù a Luisa Piccarreta
Volume 17 - 21.5.1925 )
“
E’ necessario che giri
tante e tante volte nella mia Volontà,
in mezzo alle opere mie, per chiedere,
insieme con tutta la Creazione
e con tutte le opere mie,
tutti in coro,
che
venga il Regno del Fiat Supremo
”
( Volume 20 - 24.10.1926 )
Stavo
pensando tra me:
“ Vorrei girare sempre nel suo Voler Divino,
vorrei essere come una rotella dell’orologio
che gira sempre senza fermarsi mai".
Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù
Si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, vuoi girare sempre nel mio
Volere? Oh, come volentieri e con che amore
voglio che tu giri sempre nel mio Volere!
L’anima tua sarà la rotella, la mia Volontà
ti darà la corda per farti velocemente girare
senza mai fermarti; la tua intenzione
sarà il punto di partenza dove vuoi andare,
qual via vuoi prendere, se nel passato oppure
nel presente, o vuoi dilettarti nelle vie future,
a tua libera scelta, Mi sarai sempre cara e
Mi darai sommo diletto qualunque punto
di partenza tu prenda…."
(14 Agosto 1924 - Volume 17)
Riflessione
La preghiera del Santo Rosario é un
ottimo mezzo per girare negli atti della Divina Volontà.
Col fondersi nel Divin Volere, l’anima
incontra tutti gli atti fatti dalla Divina Volontà nella Creazione, Redenzione
e Santificazione - in atto e a sua disposizione - per poterli ricevere, ripeterli
in se stessa, offrirli a Dio
come suoi, come atti d’amore e ringraziamento in nome di tutta la famiglia
umana e, così, crescere sempre
più nella immagine e somiglianza del suo Creatore, svolgendo dinanzi a Lui lo stesso ufficio
della Umanità di Gesù.
E tutto questo lo fa accompagnata e guidata
dalla sua Mamma Celeste, Madre e Regina della Divina Volontà, la quale, con
infinita premura e attenzione, svolge il Suo ufficio materno nei confronti
dell’anima, investendola con i Suoi mari d’amore e di sapienza, con la potenza
della Sua stessa preghiera, premurandosi a che nulla manchi alla piccola anima,
affinché la sua preghiera possa
essere preghiera universale e i suoi atti interni –
per ogni granello del Rosario, in ogni Ave Maria – possano essere atti completi e perfetti
di Volontà Divina e la stessa Vita di Gesù, nella Sua Umanità
e Divinità, si ripeta in lei.
Alla luce delle verità del vivere nel
Divin Volere, la preghiera del Santo Rosario può svolgere e
dispiegare tutta la sua potenza e ricchezza:
non sarà più soltanto la meditazione e contemplazione della vita di Gesù
al fine di conformarsi ad essa e di imitarla, ma per la potenza della Volontà di Dio regnante e operante nell’anima come
sua propria vita,
diventa
la vera ripetizione della
Vita di Gesù in lei
e la moltiplicazione di questa Vita,
col suo valore ed effetti infiniti,
per il bene di tutte le anime.
Pertanto,
i venti misteri del Santo Rosario (Gioiosi,
Luminosi, Dolorosi e Gloriosi) sono
come pietre miliari che guidano l’anima lungo il suo cammino all’interno
dell’Umanità di Nostro Signore, nella Sua Divina Volontà.
Tuttavia, Gesù fece molti altri atti durante la Sua Vita e ciascuno di
essi contiene valore e ricchezze infinite di santità, di sapienza, di amore, di
bellezza… che sospirano di comunicarsi
all’anima. Ma per poterli
ricevere é necessario riconoscerli,
ricordarli, ripeterli
in se stessi. Ed ecco che il Santo Rosario diviene la guida di un
cammino, di un giro
negli atti della Divina Volontà, che può estendersi ed espandersi all’infinito,
non solo negli atti della Redenzione,
ma anche in quelli della Creazione (gli atti della Divina Volontà
racchiusi e velati in ogni cosa creata) come pure in quelli della Santificazione (le operazioni
dello Spirito Santo per la santificazione della anime attraverso i Sacramenti,
i doni divini della grazia, il Magistero della Chiesa).
E,
con una Guida come la nostra Mamma Celeste e la Luce dello Spirito Santo, il giro
dell’anima nei confini infiniti della Divina Volontà sarà certo sicuro ed entusiasmante. L’anima stessa sentirà sempre più il bisogno
di pregare lentamente, andando di atto
in atto - da un granello all’altro - per
poter prestare tutta l’attenzione alle sorprese, alle ricchezze e ai tesori
posti lungo il suo cammino e così poterli ricevere con gratitudine e goderli
con gioia, uno per uno. E continuando il suo viaggio nella Divina Volontà
giorno per giorno tramite la preghiera del Santo Rosario, il suo abbandono
alla guida amorosa della Mamma Celeste aumenterà
e, con esso, la sua fiducia e creatività
infantile nel passeggiare e volare negli infiniti possedimenti e ricchezze del
Regno del suo Padre Celeste: il Regno
della Divina Volontà, che é anche Regno suo.
* * Signore, apri le mie labbra
* * e la Tua Volontà in me preghi e lodi.
* * *
Mio Gesù,
entro nel mare immenso della tua Volontà,
fisso la mia volontà nella Tua e
Ti chiedo la tua Volontà come Vita mia,
come Vita di ogni mio atto,
interno, esterno, volontario, involontario.
Che tutto sia nella tua Divina Volontà,
Signore,
per darTi il ricambio di amore, adorazione, gloria,
come se tutte le creature Ti dessero questo
contraccambio completo.
Gesù,
Ti amo con la Tua Volontà!
Vieni, Divina Volontà, a pregare in me
e poi offri questa preghiera a Te, come mia,
per soddisfare alle preghiere di tutti
e per dare al Padre la gloria che
dovrebbero darGli tutte le creature.
E Tu, Mamma
Santa, porgi la mano alla tua piccola figlia e fammi valicare il mare del tuo
amore affinché, col tuo stesso amore, io possa più facilmente chiedere che
venga il Regno del FIAT Divino.
Faccio mia la tua adorazione al mio
Creatore;
faccio mie le tue preghiere, le tue suppliche
e i tuoi sospiri per chiedere per mezzo loro
il Regno del FIAT Divino.
Mamma mia, come Tu attirasti il
Verbo dal Cielo
per farLo scendere sulla terra nel tuo seno, così
fa’ muovere il FIAT Supremo dalla
sua Sede Celeste
perché venga a regnare sulla terra
in tutte le creature.
* * *
“ Vieni, o Volere Supremo,
a regnare sulla terra!
Investi tutte le generazioni!
Vinci e conquista tutti! ”
(
Vol. 35 - 20.11.1937 )
*
* *
-
O Dio, vieni a regnare in noi!
-
Signore, venga presto il Tuo Volere!
Gesù, credo nel Tuo Amore verso di
me. Prendo tutto e tutti nella Tua Volontà,
perché Ti amo; e voglio amarTi, lodarTi,
glorificarTi, ringraziarTi, benedirTi, ripararTi, adorarTi, per me e per tutti,
nel Tuo Divino Volere, per la Tua maggiore gloria e per la santificazione
universale.
PRIMO MISTERO della GIOIA
Girando negli atti del Fiat della Redenzione scopriamo quanto
importante sia per ognuno di noi il fare ed il vivere di Volontà Divina. “ Fammi pronunziare il mio ‘Fiat’ sull’anima tua - ci chiede la Vergine-Madre Maria SS.
- Ma per far ciò, voglio il tuo ‘fiat’. Sempre in due si fanno le opere più
grandi. Dio stesso non voleva fare da
solo, ma volle me insieme, per formare il gran prodigio dell’Incarnazione, e
nel mio ‘Fiat’ e nel Loro si formò la vita
dell’Uomo Dio, si aggiustarono le sorti dell’umano genere, il Cielo non fu più
chiuso e tutti i beni vennero racchiusi in mezzo ai due ‘Fiat’. Perciò,
pronunciamoli insieme: ‘ Fiat!
Fiat! ’
e nel mio amore materno chiuderò in te la vita della Divina Volontà ”.
(
Cfr. “La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà” - 19° giorno )
* *
Ti seguo, o Divina Volontà, nel Concepimento del Verbo e, stando in Te,
faccio compagnia al piccolo Prigioniero Gesù nel seno della Mamma sua.
Mamma Santa, eccomi sulle tue ginocchia
materne per apprendere le tue lezioni divine. Le tue parole dolcissime come
balsamo sanino le ferite della mia misera volontà umana e, scendendo potenti
nel mio cuore, formino una nuova creazione, per formare il germe della Divina
Volontà nell’anima mia. Ascolto con
attenzione i tuoi insegnamenti:
“
Figlia mia, ascoltami dunque. Nel
trascorrere della mia vita in Nazareth, il FIAT Divino continuava ad
allargare in me il suo Regno; se ne
serviva dei più piccoli atti miei, anche dei più indifferenti, qual era il
mantenere l’ordine nella piccola casetta, accendere il fuoco, spazzare, e tutti
quei servizi che si usano nelle famiglie, per farmi sentire la sua vita palpitante
nel fuoco, nell’acqua, nel cibo, nell’aria che respiravo; ed investendoli, formava sopra i miei
piccoli atti mari di luce, di grazia, di santità, perché dove regna il Divin
Volere, ha la potenza di formare, dai piccoli nonnulla, nuovi cieli di bellezza
incantevole, perché Esso, essendo immenso, non sa fare cose piccole, ma con
la sua potenza avvalora i nonnulla e ne forma le cose più grandi, da far
strabiliare cieli e terra. Tutto è
santo, tutto è sacro, per chi vive di Volontà Divina.
… Io vedevo il Cielo aperto ed il Sole del
Verbo Divino alle sue porte, come per guardare su chi doveva prendere il suo
volo, per rendersi celeste prigioniero di una creatura… Le Divine Persone della Trinità Sacrosanta
guardavano la terra non più come estranea a Loro, perché c’era la piccola Maria
che, possedendo la Divina Volontà, aveva formato il Regno Divino, dove il Verbo
poteva scendere sicuro, come nella sua propria abitazione, nella quale trovava
il Cielo ed i tanti soli dei tanti atti di Volontà Divina fatti nell’anima
mia. La Divinità rigurgitò d’amore
e, togliendosi il manto di Giustizia che da tanti secoli aveva tenuto con la
creatura, le Divine Persone si coprirono con il manto di misericordia infinita
e decretarono tra Loro la discesa del Verbo.
… La Mamma tua si sentiva incendiata d’amore
e facendo eco all’amore del Mio Creatore, volevo formare un solo mare d’amore,
affinché scendesse in esso il Verbo sulla terra. Le mie preghiere erano incessanti e, mentre pregavo nella mia
stanzetta, un Angelo venne spedito dal Cielo come messaggero del gran Re; mi si fece davanti ed inchinandosi mi
salutò: ‘ Ave, o Maria, Regina nostra; il FIAT Divino ti ha riempita di
grazia. Già ha pronunziato il Fiat che vuol scendere; già è dietro le mie spalle; ma vuole il tuo Fiat per formare il
compimento del Suo Fiat ’.
Ad un annuncio sì grande, da me tanto
desiderato, ma che non avevo mai pensato di essere io la eletta, io restai
stupita ed esitai un istante; ma
l’Angelo del Signore mi disse: ‘ Non
temere, Regina nostra, Tu hai trovato grazia presso Dio. Tu hai vinto il Tuo Creatore; perciò, per compiere la vittoria, pronunzia
il tuo Fiat ’.
Io pronunciai il Fiat,
ed oh, meraviglia! I due Fiat
si fusero insieme, ed il Verbo Divino scese in Me. Il mio Fiat, avvalorato dallo stesso
valore del Fiat Divino, formò dal germe della mia umanità, la piccina,
piccina Umanità che doveva racchiudere il Verbo e così fu compiuto il gran
prodigio dell’Incarnazione.
Oh potenza del Fiat Supremo! Tu mi innalzasti tanto da rendermi potente,
fino a poter creare io in me quell’Umanità che doveva racchiudere il Verbo
Eterno, che cieli e terra non potevano contenere! I cieli si scossero e tutta la Creazione si atteggiò a festa e,
tripudiando di gioia, echeggiavano intorno la casetta di Nazareth, per dare gli
omaggi e gli ossequi al Creatore umanato e, nel loro muto linguaggio
dicevano: ‘ Oh, prodigio dei
prodigi! L’Immensità Si è
rimpicciolita, la Potenza Si è resa impotente, la sua Altezza inarrivabile Si è
abbassata fino nell’abisso del seno di una Vergine, e nel medesimo tempo è
restato Piccolo ed Immenso, Potente ed Impotente, Forte e Debole! ’
* * Sovrana Mamma mia, agli atti tuoi unisco i miei per formarne di
tutti uno solo e per chiedere insieme a Te l’avvento del Regno del Volere Divino.
* * Mentre considero il concepimento del Verbo, nascondo nel tuo seno
materno il mio continuo Ti amo e tutte le mie pene per rendere ardente omaggio al Figlio
di Dio. Per quel medesimo smisurato
amore che Lo fece discendere dal Cielo nella piccola prigione del tuo seno,
offrendogli tutti i suoi atti uniti ai miei, io Gli chiedo di concederci presto
il Regno della Sua Volontà Divina.
Regina del Divino Volere
prendimi sulle tue ginocchia materne
e insegnami a vivere solo di Volontà
Divina.
” Quante sorprese in questo Volere sì Santo!
E quello che è più, aspetta la creatura per tenerla a giorno
delle sue opere, per farle conoscere quanto l’ama e
per farle un dono di quello che fa ”.
( Vol. 36 - 8.12.1938 )
SECONDO MISTERO della GIOIA
La
Vergine SS. potè operare tanti prodigi nell’incontro con l’anziana parente
Elisabetta perché la Divina Volontà possedeva in Lei il suo posto regio. La Divina Volontà fa cose grandi ed inaudite
ovunque Essa regna. “ Se anche tu - ci
invita la dolce Madre - lascerai regnare il Divin Volere nell’anima tua,
diverrai tu pure la portatrice di Gesù alle creature, sentirai anche tu
l’irresistibile bisogno di darLo a tutti! ”
( Cfr. “La Vergine Maria…” : Appendice - Meditazione 1 )
* * Rimanendo in Te, Divina Volontà, seguo la Vergine Maria che,
sentendosi Madre di Gesù, va in cerca di cuori da santificare. Sono presente all’incontro con Elisabetta ed
il piccolo Giovanni santificato nel grembo della madre sua.
Mamma Santa, eccomi attenta al tuo racconto.
“ Figlia mia, partii dunque da Nazareth
accompagnata da San Giuseppe, affrontando un lungo viaggio e valicando montagne
per andare a visitare nella Giudea Elisabetta che, a tarda età, era
miracolosamente diventata madre.
Premurosamente mi recai alla casa di
Elisabetta. Essa mi venne incontro festante.
Al saluto che le diedi, successero fenomeni meravigliosi. Il mio Piccolo Gesù esultò nel mio
seno e fissando coi raggi della propria Divinità il piccolo Giovanni nel seno
della madre sua, lo santificò, gli diede l’uso di ragione e gli fece conoscere
che Egli era il Figlio di Dio. Giovanni
allora sussultò così fortemente di amore e di gioia, che Elisabetta si sentì
scossa; colpita anch’essa dalla luce
della Divinità del Figlio mio, conobbe che io ero diventata la Madre di Dio e,
nell’enfasi del suo amore, tremebonda di gratitudine, esclamò: ‘ Donde a me
tanto onore, che la Madre del Signore mio venga a me? ’
Io non negai l’altissimo mistero, anzi lo
confermai umilmente, inneggiando a Dio col canto del Magnificat.
Figlia mia, chi potrà mai dirti quanto bene
abbia recato la mia visita ad Elisabetta, a Giovanni, a tutta quella casa? Ognuno restò santificato, pieno d’allegrezza,
avvertì gioie insolite, comprese cose inaudite e Giovanni, in particolare,
ricevette tutte le grazie che gli erano necessarie per prepararsi ad essere il
Precursore del Figlio Mio”.
* * Mamma mia, voglio rinchiudermi in Te per poter rimanere col mio
Piccolo Gesù e tenerGli compagnia ... Ma io vedo che il mio Bambinello già
incomincia a soffrire nel tuo seno tante agonie e tante morti quante sono le
ripulse che l’uomo oppone alla Volontà Divina ed osservo che Tu, Madre
dolcissima, vorresti subito prendere su di Te tutte queste morti per soddisfare
la Suprema Volontà.
* * O Gesù, io mi sento straziare il cuore vedendoTi agonizzare così
piccino ancora, perciò mio tenero Bambinello, voglio dar tante volte vita al
FIAT Divino nell’anima mia quante sono le volte che le creature l’hanno
respinto, altrettante voglio far morire il mio volere quante sono le volte in
cui esse diedero vita alla loro propria volontà. Sì, io voglio far scorrere il flusso della Tua stessa Volontà
Divina nella tua piccola Umanità, affinché l’agonia e la pena di morte che Tu
soffri sia meno straziante. Voglio
contemplare tutte le tue pene, per suggellarle col mio Ti amo, Ti benedico, Ti ringrazio.
Caro mio Piccino Gesù, voglio
portare la vita della Tua Volontà nell’angusto carcere della tua prima dimora
sulla terra, per diradare le tenebre in cui Ti trovi; voglio imprimere il mio bacio, il mio Ti amo sulle tenere tue membra costrette
all’immobilità, per chiederTi, per i meriti di queste tue stesse sofferenze,
che il Tuo Voler Divino abbia moto nelle creature e, mediante la sua Luce,
ponga in fuga la notte dell’umano volere e formi il giorno perenne del Tuo FIAT. Per ottenere il mio intento, io chiamo in
mio aiuto tutti gli atti della Tua Volontà Divina, chiamo il Cielo con
l’esercito delle sue stelle intorno a Te, chiamo il sole con la forza della sua
luce e del suo calore, il vento con l’impetuosità del suo impero, il mare con
le sue onde fragorose, chiamo la Creazione tutta; animando ogni cosa con la mia voce, io voglio offrirTi in nome di
tutti il Regno del Tuo FIAT
Divino.
TERZO MISTERO della GIOIA
La Divina Volontà è esigente e
vuole tutto, anche il sacrificio delle cose più sante e, a seconda delle circostanze, il grande sacrificio
di privarsi dello stesso Gesù; ma
questo è per distendere maggiormente il Suo Regno e per moltiplicare la vita
dello stesso Gesù, perché quando la
creatura per amore suo si priva di Lui, è tale e tanto il suo eroismo ed il sacrificio,
che ha virtù di produrre una vita novella di Gesù, per poter formare un’altra
abitazione a Gesù. Ecco perché la
Vergine SS. ci invita: “ Sii attento, e
sotto qualunque pretesto non negare mai nulla alla Divina Volontà ”.
( Cfr. = “La Vergine Maria …” : 21° e 22° giorno )
* * Unita, fusa, con la SS. Madre ed il suo Celeste Bimbo, m’immergo
anch’io, Divina Volontà, nei tuoi mari di luce per contemplare il pieno meriggio: il Verbo Divino in mezzo a noi!
Mi unisco a Te, piccolo Gesù, per ascoltare
il racconto della dolce Madre.
“ Il piccolo Gesù, spasimante d’amore, stava
in atto di muovere il passo per uscire alla luce del giorno. La Mamma tua sentiva che non Lo poteva più
contenere dentro di sé. Mari di luce e
d’amore mi inondavano, e come dentro un mare di luce lo concepii, così dentro
un mare di luce uscì dal mio seno materno. Per chi vive di Volontà Divina tutto è luce e tutto si converte
in luce.
Onde in questa luce io, rapita, aspettavo di
stringere fra le mie braccia il mio piccolo Gesù e, come uscì dal mio seno,
sentii i suoi primi vagiti amorosi. E
l’Angelo del Signore me lo consegnò fra le mie braccia ed io me Lo strinsi
forte forte al mio Cuore e Gli diedi il mio primo bacio ed il piccolo Gesù mi
diede il suo.
Era mezzanotte quando il piccolo Re neonato
uscì dal mio seno materno. Ma la notte
si cambiò in giorno; Colui che era
Padrone della luce metteva in fuga la notte dell’umana volontà, la notte del
peccato, la notte di tutti i mali…
Tutte le cose create correvano per inneggiare in quella piccola Umanità
il loro Creatore. Il sole, il vento, i
cieli, la terra, il mare… tutte le cose create riconobbero che il loro Creatore
già stava in mezzo a loro e tutte facevano a gara ad inneggiarLo. Gli stessi Angeli, formando luce nell’aria,
con voci melodiose da potersi sentire da tutti, dicevano: ‘Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace
in terra agli uomini di buona volontà!’
… Come io ricevetti il piccolo Gesù fra le
mie braccia e Gli diedi il mio primo bacio, sentii il bisogno d’amore di dare
del mio al mio Figlio Bambino e, porgendoGli il mio seno, Gli diedi
latte abbondante, latte formato dallo stesso FIAT Divino nella mia
persona per alimentare il piccolo Re Gesù.
Ma chi può dirti ciò che io provavo nel far ciò e i mari di grazia,
d’amore, di santità che mi dava il Figlio mio per contraccambiarmi? Quindi Lo
involsi in poveri ma nitidi pannicelli e Lo adagiai nella mangiatoia. Questa era la Sua Volontà ed io non potevo
far a meno di eseguirla. Ma prima di
fare ciò feci parte al caro San Giuseppe, dandolo nelle sue braccia; ed oh, come gioì, se lo strinse al cuore, ed
il dolce Bambinello versò nell’anima sua torrenti di grazia… Io mettevo in moto tutti i miei mari di
amore che il Volere Divino aveva formato in me per amarLo, adorarLo e ringraziarLo.
Ed il celeste Pargoletto che faceva nella
mangiatoia? Un atto continuo della Volontà
del nostro Padre Celeste, che era anche Sua, ed emettendo gemiti e sospiri, vagiva,
piangeva e chiamava tutti, col dire nei suoi gemiti amorosi: ‘Venite tutti, figli miei; per amore vostro sono nato al dolore, alle
lacrime. Venite tutti a conoscere
l’eccesso del mio amore! DateMi un
ricetto nei vostri cuori’. E ci fu un
via vai di pastori che vennero a visitarLo, ed a tutti dava il suo sguardo
dolce ed il suo sorriso d’amore nelle sue stesse lacrime.
Tutta la mia gioia era tenere nel mio grembo
il mio caro Figlio Gesù, ma il Volere Divino mi fece intendere che Lo mettessi
nella mangiatoia a disposizione di tutti…:
era il piccolo Re di tutti, quindi avevano il diritto di farsene un
dolce pegno d’amore. Ed io, per
compiere il Volere Supremo, mi privai delle mie gioie innocenti ed incominciai
con le opere e i sacrifici d’ufficio di Madre, di dare Gesù a tutti ”.
* * Mio tenero Bambinello, non appena fosti nato, Tu subito Ti
rifugiasti tremante fra le braccia della Mamma Celeste ed Ella Ti strinse al
suo seno, Ti baciò, Ti riscaldò, Ti nutrì col suo latte e Ti quetò il
pianto. Anch’io, Bambinello Gesù,
voglio mettermi in braccio alla Mamma tua e sullo stesso suo bacio io voglio deporre
il mio; voglio far scorrere il mio Ti amo nel suo
latte verginale, per poterTi nutrire col mio amore. Tutto ciò che Ella Ti fece, voglio fartelo anch’io.
* * Mio tenero Bimbo, io desidero che Tu aprendo i tuoi occhi alla
luce, Ti veda circondato dalle falangi delle opere tue, ciascuna delle quali Ti
dica con me: ‘ Ti amo, Ti amo, Ti amo! Ti benedico, Ti ringrazio, Ti adoro! ’ e con tutte loro vorrei imprimere il mio
primo bacio sulle tue labbra infantili!
Vedi, o mio amato Bambino, che non
sono sola; con me ho tutto: ho il sole per riscaldarTi e per asciugare
le tue lacrime ho tutte le opere tue.
Tu vagisci e singhiozzi perché non Ti vedi amato; ma io col mio Ti amo voglio cantarTi una nenia che Ti riconcilii
il sonno, così mi riuscirà più facile invocare da Te, al tuo risveglio, il
Regno del Tuo FIAT
Divino.
QUARTO MISTERO della GIOIA
Il Voler Divino gradisce tanto il sacrificio da Lui voluto dalla
creatura, che le cede i suoi diritti e la costituisce regina del sacrificio e
del bene che sorgerà in mezzo alle creature.
(
Cfr. = “La Vergine Maria nel Regno ...” : Appendice
- Meditazione 3 )
* * Stando in Te, Divina Volontà, vedo che il FIAT Divino chiama la Regina del
Cielo all’eroismo del sacrificio d’offrire il Bambinello Gesù per la salvezza
del genere umano.
Mio Piccolo Gesù, fusa in Te seguo il
racconto della tua dolce Madre:
“ Io mi sentivo rapita nel vedere che in ogni
pena, lacrime e moto che faceva il mio dolce Gesù, cercava e chiamava la sua
Mamma come caro rifugio degli atti suoi e della sua vita. La ripetizione dei suoi atti insieme con me,
le sue lacrime, le sue pene, il suo amore, erano come trasfusi insieme e ciò
che faceva Lui, facevo io.
Giunto il termine dei quaranta giorni, il
caro Bambino, più che mai affogato nel suo Amore, volle ubbidire alla legge e
presentarsi al tempio per offrirsi per la salvezza di ciascuno. Era la Divina Volontà che ci chiamava al
grande sacrificio e noi, pronti, ubbidimmo.
Questo FIAT Divino, quando
trova la prontezza nel fare ciò che Lui vuole, mette a disposizione della
creatura la sua forza divina, la sua santità, la sua potenza creatrice di
moltiplicare quell’atto, quel sacrificio per tutti e per ciascuno, mette in
quel sacrificio la monetina di valore infinito, con cui si può pagare e soddisfare
per tutti.
… Giunti al tempio, ci prostrammo ed adorammo
la Maestà Suprema e poi deponemmo il pargoletto Gesù nelle braccia del
sacerdote, qual era Simeone, il quale ne fece l’offerta all’Eterno Padre,
offrendoLo per la salvezza di tutti; il
quale, mentre l'offriva, ispirato da Dio, riconobbe il Verbo Divino ed
esultando d’immensa gioia adorò e ringraziò il caro Bambino e, dopo l’offerta
si atteggiò a profeta e predisse tutti i miei dolori… Ma quel che più mi trafisse il Cuore fu il sentire che questo
Celeste Infante sarebbe stato non solo la salvezza, ma anche la rovina di molti
ed il bersaglio delle contraddizioni.
Che pena! Che dolore! Se il Volere Divino non mi avesse
sostenuta, sarei morta all’istante di puro dolore. Invece mi diede vita per cominciare a formare in me il Regno
dei dolori nel Regno della Sua stessa Divina Volontà. Sicché, col diritto di Madre che avevo su tutti, acquistai
anche il diritto di Madre e Regina di tutti i dolori. Coi miei dolori acquistai la monetina per
pagare i debiti dei figli miei ed anche dei figli ingrati.
Nelle tue pene,
negli incontri dolorosi, quando conosci che il Volere Divino vuole qualche
sacrificio da te, sii pronta, non ti abbattere, anzi ripeti subito il caro e dolce: ‘Fiat’, cioè: ‘quello che vuoi Tu lo voglio io’ e, con
amore eroico, fa’ che il Volere Divino prenda il suo regio posto nelle tue
pene, affinché te le converta in monetina di infinito valore con cui potrai pagare
così i tuoi debiti e anche quelli dei tuoi fratelli, per riscattarli dalla
schiavitù dell’umana volontà e per farli entrare, come figli liberi, nel Regno
del FIAT Divino ”.
* * Mio amabile Bambino, io vedo che la volontà umana perseguita la
tua Volontà Divina, perché non vuole che Essa regni, ma io voglio far scorrere
il mio Ti amo,
i miei baci affettuosi e anche il mio volere, nel tuo dolore per riconciliare
fra loro la Divina e l’umana volontà e per farne di ambedue una sola. Per chiederTi il tuo FIAT io seguo incessantemente la
Mamma mia che Ti porta fra le sue braccia.
Mentre Ella cammina voglio farTi sentire il dolce mormorio del mio Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio; perciò lo imprimo passo passo in ogni atomo
di terra, in ogni filo d’erba che i suoi santi piedi calpestano. Il mio Ti amo, Ti
benedico, Ti ringrazio, Ti segue ovunque per chiederTi il tuo FIAT. In ogni tuo palpito e respiro, sulla tua
lingua, nella pupilla dei tuoi occhi, in tutte le gocce del tuo Sangue, nella
tua piccola Umanità, in ciascuno dei tuoi santi pensieri, io intendo imprimere
il mio Ti amo
col mio bacio. Desiderando che Tu trovi
questo mio Ti amo
nell’amplesso che Ti danno la Mamma Celeste e San Giuseppe, io lo depongo fra
le loro braccia… e come Tu Ti offri per
darmi la Vita, così io voglio offrire la mia esistenza per difendere la tua e
per chiedere il trionfo della tua Volontà.
QUINTO MISTERO della GIOIA
Maria SS. tiene a disposizione nostra l’indicibile sua
pena nello smarrimento del Figlio dodicenne al Tempio, affinché anche noi -
come Lei - possiamo avere, al momento opportuno, la forza di sacrificare ogni
cosa alla Divina Volontà. Quando Ella
smarrì il suo Gesù, prevedendo che anche noi ci saremmo smarriti allontanandoci
dalla Volontà Divina, Ella si sentì ad un tempo privare del Figlio e di tutti
noi, figli suoi, e perciò la sua maternità subì un duplice colpo. Ecco quindi il suo richiamo rivolto a
ciascuno di noi:
“
Quando sarai in procinto di compiere la tua volontà anziché Quella di Dio,
rifletti che abbandonando il FIAT Divino stai per smarrire Gesù e me e per precipitare
nel regno delle miserie e dei vizi.
Rimani quindi indissolubilmente unito a me ed io ti concederò la grazia
di non lasciarti mai più dominare dal tuo volere, ma esclusivamente da Quello
Divino ”.
(
Cfr. “La Vergine Maria...” : Appendice - Meditazione 5 )
* * Dodicenne fanciullo Gesù, stando nella tua Divina Volontà mi
unisco alla tua dolce Madre ed al caro San Giuseppe nell’accompagnarTi nella
tua visita al Tempio in Gerusalemme.
Mi dice la tua dolce Mamma:
“ Noi continuavamo a trascorrere la vita
nella quieta casetta di Nazareth ed il mio caro Figlio cresceva in Grazia ed in
Sapienza. Egli da breve tempo aveva
raggiunto l’età di dodici anni, quando si andò, secondo l’usanza, a
Gerusalemme, per solennizzare la Pasqua.
A Gerusalemme ci recammo difilato al tempio e, giuntivi, ci prostrammo
con la faccia a terra, adorammo profondamente Dio e pregammo a lungo. La nostra orazione era talmente fervida e
raccolta che apriva i Cieli, attirava e legava il Celeste Padre e quindi
accelerava la riconciliazione tra Lui e gli uomini… Quanti flagelli non verrebbero risparmiati nel mondo e quanti
castighi non si convertirebbero in grazie se tutte le anime si sforzassero di
imitare il nostro esempio! Soltanto
la preghiera che scaturisce da un’anima in cui regna la Divina Volontà agisce
in modo irresistibile sul Cuore di Dio!
Essa è tanto potente, da vincerLo e da ottenere da Lui le massime grazie. Abbi perciò cura di vivere nel Divin Volere
e la Mamma tua, che ti ama, cederà alla tua preghiera i diritti della sua
potente intercessione.
Dopo aver compiuto il nostro dovere nel
Tempio e di aver celebrata la Pasqua, ci disponemmo a far ritorno a
Nazareth. Nella confusione della folla
ci sperdemmo; io restai con le donne e
Giuseppe si unì agli uomini. Guardai
intorno per assicurarmi se il mio caro Gesù fosse venuto con me; però, non avendoLo visto, pensai che Egli
fosse rimasto col padre suo Giuseppe.
Quale non fu invece lo stupore e l’affanno che provai allorquando,
giunti al punto in cui ci dovevamo riunire, non Lo vidi al suo fianco!… Provammo tale spavento e tale dolore, che
restammo muti ambedue! Affranti dal
dolore, ritornammo frettolosamente indietro…
Malgrado tutte le nostre ricerche, nessuno ci seppe dir nulla. Il dolore che io provavo incrudiva sempre
più procurandomi veri spasimi di morte…
Se Gesù era mio Figlio, Egli era anche il mio
Dio; perciò il mio dolore fu tutto in
ordine divino, vale a dire, così potente ed immenso da superare tutti gli altri
possibili strazi riuniti insieme. Se il
FIAT che io possedevo non mi avesse sostenuta continuamente con la sua
forza divina, io sarei morta di sgomento.
Riuscita vana ogni ricerca, ritornammo a
Gerusalemme. Dopo tre giorni di amarissimi
sospiri, di lacrime, di ansie e di timori entrammo nel tempio; io ero tutt’occhi e scrutavo ovunque. Quand’ecco, finalmente, come sopraffatta dal
giubilo, scorsi mio Figlio che stava in mezzo ai dottori della Legge! Egli parlava con tale sapienza e maestà, da
far rimanere rapiti e sorpresi quanti L’ascoltavano. Al solo vederLo mi sentii ritornare la vita e subito compresi
l’occulta ragione del suo smarrimento.
In questo mistero mio Figlio volle dare a me
ed a te un insegnamento sublime.
Potresti forse supporre che Egli ignorasse ciò che io soffrivo? Tutt’altro, perché le mie lacrime, le mie
ricerche, il mio crudo ed intenso dolore si ripercuotevano nel suo Cuore. Eppure, durante quelle ore così penose,
Egli sacrificava alla sua Divina Volontà la sua propria Mamma, colei che Egli
tanto ama, per dimostrarmi come anch'io un giorno dovessi sacrificare la sua
stessa vita al Voler Supremo ”.
* * Mio Divino Gesù, io mi sentirei infelice se non Ti potessi
seguire in tutto e se non Ti facessi sempre udire il mio ritornello: ‘ Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio! ’ Perciò Ti seguo dodicenne al Tempio,
quando T’involi dalla tua Mamma e le cagioni l’acerbo dolore del tuo
smarrimento. Io faccio scorrere il mio Ti amo nella
costernazione della Madre tua e nella tua perdita angosciosa per chiederTi che
si smarrisca per sempre l’umana volontà e le creature si decidano di vivere
costantemente di sola Volontà Divina.
Finalmente depongo il mio Ti amo in quella stessa gioia che ambedue provaste nel
ritrovarTi per supplicarTi, o mio Gesù, di far sì che le creature Ti procurino
le pure gioie ed i contenti ineffabili che scaturiscono dal felice Regno del
Tuo FIAT Divino.
Mia Vita, Gesù, io rimango con Te
per suggellare col mio Ti
amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio ogni
tua azione e per chiedere incessantemente il Regno del tuo Volere. Nel cibo che
prendi imprimo il mio Ti
amo onde domandarTi il cibo
della tua Volontà per tutte le creature;
nell’acqua che bevi faccio scorrere il mio Ti amo per chiederTi che l’acqua pura del
tuo Volere scorra nelle nostre vene e ivi formi la sua vita. Questo mio Ti amo
Ti segue ovunque: quando prendi
fra le tue mani chiodi e martelli pei tuoi lavori di fabbro io Ti prego
d’inchiodare per mezzo suo tutte le volontà umane e di dare libertà di vita al
tuo Volere. Quando Ti ritiri nella tua
stanzetta per pregare o prendere sonno, io non Ti voglio lasciare solo; mettendomi vicino a Te, se non saprò dirTi
altro, Ti sussurrerò incessantemente all’orecchio: ‘ Ti amo, Ti adoro ’; Ti chiederò colle tue stesse preghiere il
Regno del tuo FIAT
e col tuo stesso sonno Ti domanderò di addormentare l’umana volontà, affinché
essa non abbia più vita.
PRIMO MISTERO della LUCE
Quando la Divina Volontà regna nell’anima come sua propria vita, battezzando ogni fibra del suo essere, ella viene a possedere la
stessa fonte della grazia e a vivere di Vita Divina; e quella stessa Volontà
Divina che ha il potere di purificare, di battezzare, di generare Vita Divina,
diviene la Volontà propria dell’anima.
* * Ti seguo, Gesù, mentre T’immergi nelle acque del Giordano e Ti
chiedo, per me e per tutti, il Battesimo salutare della tua Divina Volontà.
Ascolto, Gesù, il tuo insegnamento:
“Il
battesimo della nascita è di acqua, perciò ha virtù di purificare, ma non di togliere
le tendenze, le passioni, ma il battesimo di vittima è battesimo di fuoco,
perciò ha virtù di purificare, non solo, ma di consumare qualunque passione e
tendenze cattive, anzi, Io stesso, queste anime, le vado battezzando parte per
parte: il mio pensiero battezza il
pensiero dell’anima, il mio palpito il suo palpito, il mio desiderio il suo
desiderio, e così del resto. Ma però, questo battesimo si svolge tra Me e
l’anima a seconda che si dà a Me e non più riprende quello che Mi ha dato".
“Quante meraviglie sa fare il mio Volere
nella creatura, purché Gli dia il primo posto e Gli dia tutta la libertà di
farlo operare! Esso prende la volontà,
la parola, l’atto che vuol fare la creatura, la immedesima con Sé, la investe
con la sua Virtù Creante, vi pronunzia il suo Fiat e ne forma tante vite per quante creature esistono. Vedi, tu stavi chiedendo nella mia
Volontà il suo battesimo a tutti i neonati che usciranno alla luce del giorno,
e quindi la sua Vita regnante in essi.
La mia Volontà non ha esitato un istante, subito ha pronunziato il suo Fiat
e ha formato tante Vite di Sé, per quanti neonati uscivano alla luce, battezzandoli
come tu volevi, con la sua luce prima, e poi, dando a ciascuna la sua Vita. E se questi neonati, o per incorrispondenza
o per mancanza di conoscenza non la possederanno questa Vita nostra, tuttavia
per Noi questa Vita resta e, abbiamo tante Vite Divine che Ci amano, Ci
glorificano, Ci benedicono, come amiamo in Noi stessi. Però, queste nostre Vite Divine sono la
più grande gloria nostra, ma non mettono da parte colei che diede
l’occasione al nostro Fiat Divino di formare tante nostre Vite per
quanti neonati uscivano alla luce, anzi la tengono nascosta in loro per farla amare
come loro amano e farla fare ciò che fanno, né mettono da parte i neonati, anzi
sono tutt’occhio sopra di essi, li vigilano, li difendono, per poter regnare
nelle anime loro".
* * Vita mia, Gesù, mentre giungi al Giordano immergo in quelle acque
il mio Ti amo, così, non
appena San Giovanni le verserà sul tuo Capo per battezzarti, Tu sentirai
scorrere in esse la piena del mio amore, che invoca per tutte le creature
l’acqua battesimale della tua Volontà Divina e l’avvento del Regno suo. Diletto, in quest’atto solenne del tuo
battesimo io Ti chiedo una grazia che Tu certo non mi negherai: Ti prego cioè di purificare colle tue stesse
sante mani la piccola anima mia mediante l’acqua vivificante e creatrice della
tua Divina Volontà, affinché io nulla oda, nulla veda e nulla conosca fuorché
la sola vita del tuo Fiat. Oh sì, Ti prego, fa’ che la mia esistenza
non sia altro che un atto ininterrotto di tua Volontà!
* * Ricoprendoti, Vita mia, Gesù, col mio Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, ed immedesimata con Te, accompagno quindi la
tua Divina Volontà partecipando al suo operato di purificazione, redenzione e
santificazione delle anime, ricevendo anch’io, prima il battesimo di
purificazione di Giovanni, poi il Battesimo Sacramentale della Grazia ed,
infine, il Battesimo Santificante della tua Divina Volontà, con l’intenzione
d’impartirli a tutte le creature e riceverli per tutti.
SECONDO MISTERO della LUCE
Il Dono
della Divina Volontà é il vino più prezioso e prelibato, che il
Padrone di casa, nostro Dio e Padre, conserva per ultimo, con meraviglia e
diletto dei figli suoi, invitati alle nozze dell’Agnello. E’ il più grande prodigio in Cielo e in
terra, é il miracolo dei miracoli:
il Sole della Divina Volontà, trasformando in Sole la volontà umana,
agisce in essa come nel suo proprio centro. E come il primo miracolo che
Gesù fece a Cana fu ottenuto per mezzo di Maria, Madre e Regina della Divina
Volontà, così il più grande miracolo di tutti, quello di far vivere la creatura
della Divina Volontà, verrà dato tramite Lei, che gettò le fondamenta del Regno
del Divin Volere nella sua anima.
* * Mio Gesù, accompagno la tua Divina Volontà seguendoTi alle Nozze di Cana e Ti
chiedo di cambiare l’acqua della volontà umana nel prezioso vino della tua
Divina Volontà.
Gesù, metto il mio cuore nel Tuo, per
ascoltare con il tuo stesso Amore le parole della nostra dolce Mamma:
“Mio Figlio era ritornato dal deserto
e si preparava alla vita pubblica, ma prima volle assistere a questo
sposalizio, e perciò permise che fosse invitato. Ci andammo, non per festeggiare, ma per operare cose
grandi a pro delle umane generazioni.
Mio Figlio prendeva il posto di Padre e di Re nelle famiglie, io
prendevo il posto di Madre e Regina.
Con la nostra presenza rinnovammo la santità, la bellezza, l'ordine
dello sposalizio formato da Dio nell'Eden, cioè di Adamo ed Eva, sposati dall'Ente
Supremo per popolare la terra e per moltiplicare e crescere le future
generazioni. Il matrimonio è la
sostanza dove sorge la vita delle generazioni;
si può chiamare il tronco dal quale viene popolata la terra. I sacerdoti, i religiosi, sono rami; se non fosse per il tronco, neppure i rami
avrebbero vita. Quindi col peccato,
col sottrarsi dalla Divina Volontà, Adamo ed Eva fecero perdere la santità, la
bellezza, l’ordine della famiglia; ed
io, la Mamma tua, la novella Eva innocente, insieme col mio Figlio, andammo per
riordinare ciò che Dio fece nell'Eden e mi costituivo Regina delle famiglie ed
impetravo la grazia che il Fiat Divino regnasse in esse, per avere le
famiglie che mi appartenessero ed io tenessi il posto di Regina in mezzo a
loro.
Ma non è tutto; il nostro amore ardeva e volevamo far conoscere quanto le amavamo
e dar loro la più sublime delle lezioni.
Ed ecco come: nel più bello del
pranzo mancò il vino ed il mio Cuore di Madre si sentì consumare d'amore, che
volle prestare aiuto; e sapendo che mio
Figlio tutto poteva, con accenti supplichevoli, ma certa che mi avrebbe
ascoltata, Gli dico: ‘Figlio mio, gli
sposi non hanno più vino’. E Lui mi risponde: ‘Non è giunta l'ora mia, di far
miracoli’. Ed io, sapendo certo che non
mi avrebbe negato ciò che Gli chiedeva la sua Mamma, dico a quelli che
servivano la tavola: ‘Fate ciò che vi
dice mio Figlio ed avrete ciò che volete, anzi avrete il di più e sovrabbondante’.
In queste poche parole io davo una lezione,
la più utile, necessaria e sublime alla creatura. Io parlavo col Cuore di Madre e dicevo loro: ‘Figli miei, volete essere santi? Fate la Volontà di mio Figlio; non vi spostate di ciò che Lui vi dice ed
avrete la sua somiglianza, la sua santità in vostro potere. Volete che tutti i mali vi cessino? Fate ciò che vi dice mio Figlio. Volete qualunque grazia, anche
difficile? Fate ciò che vi dice e
vuole. Volete anche le cose necessarie
della vita naturale? Fate ciò che dice
mio Figlio; perché nelle sue parole, in
ciò che vi dice e vuole, tiene racchiusa tale potenza che, come parla, la sua
parola racchiude ciò che chiedete e fa sorgere nelle anime vostre le grazie che
volete. Quanti si veggono pieni di
passioni, deboli, afflitti, sventurati, miserabili; eppure pregano e pregano, ma perché non fanno ciò che dice mio
Figlio nulla ottengono, il Cielo pare chiuso per loro. Questo è un dolore per la tua Mamma, perché
vedo che mentre pregano, si allontanano dalla fonte dove risiedono tutti i
beni, qual è la Volontà di mio Figlio.
Ora, i servienti fecero appunto ciò che loro
disse mio Figlio, cioè: ‘Riempite i vasi
d'acqua e portateli a tavola’. Il mio
caro Gesù benedisse quell'acqua e si convertì in vino squisito. Oh, mille volte beato chi fa ciò che Lui
dice e vuole! Con ciò mio Figlio
mi dava l'onore più grande, mi costituiva Regina dei miracoli; perciò volle la mia unione e preghiera nel
fare il primo miracolo. Lui mi amava
troppo, tanto che volle darmi il primo posto di Regina anche nei miracoli e coi
fatti diceva, non con le parole: ‘Se
volete grazie, miracoli, venite alla mia Madre; Io non le negherò mai nulla di ciò che Ella vuole’.
Oltre a ciò, con l'avere assistito a
questo sposalizio, io guardavo i secoli futuri, vedevo il Regno della Divina
Volontà sulla terra, guardavo le famiglie, ed impetravo a loro che
simboleggiassero l'amore della Trinità Sacrosanta, per fare che il suo Regno
fosse in pieno vigore, e con i miei diritti di Madre e Regina, prendevo a
petto mio il regime di esso, e possedendone la fonte, mettevo a disposizione
delle creature tutte le grazie, gli aiuti, la santità che ci vuole per vivere
in un Regno sì santo. E perciò
vado ripetendo: ‘Fate ciò che vi
dice mio Figlio’”.
* * Amor mio e Vita mia Gesù, io veggo che prima d’incominciare la
tua vita pubblica, l’amore del tuo Cuore ardente Ti conduce ad assistere colla
Mamma tua alle nozze di Cana e quindi Ti seguo col mio Ti amo.
Io sento che il tuo Cuore palpita di tenerezza e di dolore, perché
rammenta di aver benedetto altre nozze nell’Eden, quelle cioè di Adamo ed Eva
innocenti. Furono anzi doppie le nozze cui assistesti allora: nozze tra la tua
Divina Volontà e l’umana, nozze tra l’uomo e la donna, ai quali donavi per dote
tutta la Creazione e soprattutto la tua Divina Volontà palpitante nei loro
cuori ed in ogni cosa creata.
O mio Gesù, io voglio mettermi
vicino a Te per investire il tuo sguardo dolce, la tua voce melodiosa, i tuoi
modi affascinanti col mio Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio. Per quell’amore che
Ti spinse a cedere alle suppliche della Sovrana Regina, che Ti domandava di trasformare
l’acqua in vino, Ti prego di voler compiere il gran miracolo di cambiare la
volontà umana nella Divina, onde Questa possa regnare come in Cielo così in terra.
Mamma Santa, tu che dimostrasti
tanta sollecitudine nel venire in soccorso a quegli sposi, deh, abbi ora uguale
premura nel far regnare sulla terra il Santo Voler di Dio!
* * Con il mio Ti amo e Ti ringrazio Ti
accompagno, Gesù, in ogni atto di questa tua prima pubblica
autorivelazione. Intendo ripetere ogni
tuo atto dentro di me, ringraziarTi in nome di tutti per il dono della
Redenzione, come pure intendo, per ogni anima, ricevere il frutto completo di
quegli atti.
TERZO MISTERO della LUCE
Per
ripristinare il suo Regno sulla terra il Padre Celeste comunica all’uomo, con
la sua Parola, a poco a poco la sua Volontà respinta nell’Eden. Dona quindi per prime le sue Leggi e Statuti
e poi, ecco la Buona Novella della Redenzione, con l’Incarnazione e il
Sacrificio della Parola
stessa, il Verbo, il quale é la rivelazione
del Padre e della Sua Volontà all’umanità.
Per compiere lo scopo della
sua venuta sulla terra, la Redenzione completa dell’uomo, Gesù ci dona ora le Verità sul ‘vivere nel
Divin Volere’, le parole che
riguardano il Suo Regno ‘come in Cielo così in terra’, e che, come il Fiat Creante, possiedono la virtù di
comunicare il bene che contengono a coloro che, disposti, vogliono riceverle.
* * Nella tua Divina Volontà Ti accompagno, Gesù, nell’annuncio del
Regno del Padre ed accolgo, per me e per tutti, il tuo invito alla conversione.
Metto i miei piedi nei tuoi, Gesù, per
camminare insieme a te, con i tuoi stessi passi, sulle strade della Palestina,
mentre ascolto il suono della tua voce giungere dolce e melodioso al mio
orecchio:
"Io nel venire sulla terra venni a
manifestare la mia dottrina Celeste, a far conoscere la mia Umanità, la mia
Patria, e l’ordine che la creatura doveva tenere per raggiungere il Cielo, in
una parola, il Vangelo; ma della mia
Volontà quasi nulla o pochissimo dissi, quasi la sorvolai, facendo capire che
la cosa che più M’importava era la Volontà del Padre mio. Dei suoi pregi, della sua altezza e
grandezza, dei grandi beni che la creatura riceve col vivere nel mio Volere, quasi
nulla dissi, perché la creatura, essendo troppo bambina nelle cose celesti, non
avrebbe capito nulla, solo le insegnai a pregare: Fiat Voluntas Tua, Sicut in Coelo et in Terra, affinché si
disponesse a conoscere questa mia Volontà per amarla e farla, e quindi ricevere
i beni che Essa contiene”.
“Come Adamo peccò, Dio gli fece promessa del
futuro Redentore; passarono secoli, ma
la promessa non venne meno e le generazioni ebbero il bene della Redenzione. Ora come venni dal Cielo e formai il Regno
della Redenzione, prima di partire al Cielo
feci un’altra promessa più solenne, del Regno della mia Volontà e,
questa fu nel Pater Noster; e per darle più valore e per ottenerlo più
subito, la feci questa promessa formale nella solennità della mia preghiera,
pregando il Padre che facesse venire il suo Regno e la Volontà Divina come in
Cielo così in terra. Mi misi Io a capo
di questa preghiera, conoscendo che tale era la sua Volontà e che pregato da Me
non Mi avrebbe nulla negato, molto più che colla sua stessa Volontà Io pregavo
e chiedevo una cosa dal mio stesso Padre voluta. E dopo averla formata questa preghiera innanzi al mio Padre
Celeste, sicuro che Mi veniva accordato il Regno della mia Volontà Divina sulla
terra, l’insegnai ai miei Apostoli, affinché l’avessero insegnata a tutto il
mondo, perché uno fosse il grido di tutti:
‘Sia fatta la Volontà tua, come in Cielo così in terra’. Promessa più certa e solenne non potrei
fare; i secoli per Noi sono come un
punto solo e le nostre parole sono atti e fatti compiuti.
Il mio stesso pregare al Padre Celeste: ‘Venga, venga il Regno tuo, sia fatta la
Volontà tua come in Cielo così in terra’, significava
che colla mia venuta sulla terra il Regno della mia Volontà non veniva
stabilito in mezzo alle creature, altrimenti avrei detto: ‘Padre mio, il Regno nostro che già ho
stabilito sulla terra sia confermato e la nostra
Volontà domini e regni’. Invece dissi: ‘Venga’, ciò significava che deve venire e le creature
devono aspettarlo con quella certezza con cui aspettarono il futuro Redentore,
perché c’è la mia Volontà Divina legata e compromessa in quelle parole del Pater Noster, e quando Essa si lega, è
più che certo ciò che promette”.
"L’importanza del Regno del Fiat
Supremo è grandissima, ed Io l’amo tanto che sto facendo più che a nuova
Creazione e Redenzione, perché nella Creazione appena sei volte fu
pronunziato il mio Fiat Onnipotente per disporla e uscirla tutta
ordinata, nella Redenzione parlai, ma siccome non parlai del Regno del mio
Volere, che contiene infinite conoscenze e beni immensi, quindi non avevo una
materia lunghissima di parole da dire, perché tutto ciò che insegnai era di
natura limitata e con poche parole si finiva col farle conoscere. Invece per far conoscere la mia Volontà, ci
vuole assai, la sua storia è lunghissima, racchiude un’eternità, senza
principio e senza fine, perciò per quanto dico tengo sempre da dire, perciò sto
dicendo, oh, quanto di più! Essendo più
importante di tutto, contiene più conoscenze, più luce, più grandezze, più
prodigi, quindi son necessarie più parole.
Molto più che, quanto più faccio conoscere tanto più allargo i
confini del mio Regno da dare ai figli che lo possederanno. Perciò ogni cosa che manifesto della mia
Volontà, è una nuova creazione che faccio nel Regno mio, da farle godere e
possedere a coloro che avranno il bene di conoscerlo. Ed ecco si richiede perciò grande attenzione
nel manifestarle".
* * Ed io mi fondo in Te, Gesù, e, prendendo la tua Parola come vita
della mia parola, adoro e ringrazio la Maestà Suprema a nome di tutte le
creature per aver manifestata e comunicata la sua Divina Volontà
all’umanità: prima come Legge e
Comandamenti, poi come rimedio ad ogni male e Salvezza tramite il Vangelo, ed
infine come pienezza di vita per la creatura con il donarle le conoscenze e la Vita nel Voler Divino.
QUARTO MISTERO della LUCE
Con
le conoscenze e le verità sul vivere nella Divina Volontà, Gesù manifesta la
sua Divinità: manifesta come la sua
Divina Volontà operava con la sua umana volontà; manifesta la vita interiore del Verbo Incarnato; si trasfigura davanti all’anima per renderla
partecipe della sua stessa Divinità, per trasformarla e trasfigurarla
in Sé.
E l’anima che vive nella Divina Volontà non ha timore, ma proclama ed
effonde la Divinità di Cristo in ogni suo piccolo atto; il suo stesso essere è la tenda che ella
prepara come dimora permanente per Gesù e per tutta la Corte Celeste.
* * Mentre Ti contemplo, Gesù, Sole Divino, nella tua trasfigurazione
sul Tabor, Ti chiedo di trasfondere tutte le volontà umane nei raggi fulgidissimi
della tua Volontà Divina.
Gesù, moltiplico i miei Ti amo e Ti adoro nel
tuo Volere per ascoltare con lo stesso Amore trinitario i segreti del tuo agire
divino:
"E’ mio solito fare prima le cose
minori, come preparativo alle cose maggiori, e queste come corona delle cose
minori. Quest’ordine lo tenni pure
nella Redenzione: la mia nascita fu
senza strepito; la mia infanzia, senza
splendore di cose grandi innanzi agli uomini;
la mia Vita di Nazareth fu tanto nascosta che vissi come ignorato da tutti; nella Vita pubblica ci fu qualche cosa di
grande, ma pure, chi conobbe la mia Divinità?…
Passavo in mezzo alle turbe come un altro uomo…"
Ma questi, Gesù, sono i tempi in cui
manifesti i finora nascosti splendori dell’operato della Volontà Divina nella
tua SS. Umanità:
"Il mio Amore vuole sfogo e vuol
far conoscere gli eccessi che operava la mia Divinità nella mia Umanità a pro
delle creature, che superano di gran lungo gli eccessi che operava
esternamente la mia Umanità. Ecco pure
perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho
manifesto a nessuno; al più hanno
conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia, la dolcezza che
il farla Essa contiene, ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità,
moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque, anche stando in terra, e in Cielo e
nei cuori, deporre i modi umani ed agire coi modi divini, questo non è
conosciuto ancora, tanto che a non pochi comparirà strano e chi non tiene
aperta la mente alla luce della verità non ne comprenderà un’acca; ma Io a poco a poco Mi farò strada
manifestando ora una verità, ora un’altra di questo vivere nel mio Volere, che
finiranno col comprenderlo.
Ora, il primo anello che congiunse il vero
vivere nel mio Volere fu la mia Umanità.
La mia Umanità immedesimata con la mia Divinità nuotava nel Voler
Eterno ed andava rintracciando tutti gli atti delle creature per farli suoi e
dare al Padre da parte delle creature una gloria divina, e portare a tutti gli
atti delle creature il valore, l’amore, il bacio del Voler Eterno. In questo ambiente del Voler Eterno Io
vedevo tutti gli atti delle creature possibili a farsi e non fatti, gli stessi
atti buoni malamente fatti, ed Io facevo i non fatti e rifacevo i malamente
fatti. Ora,
questi atti non fatti e fatti solo da Me stanno tutti sospesi nel mio Volere,
ed aspetto le creature che vengano a vivere nel mio Volere e che ripetano
nella mia Volontà ciò che feci Io…
Dovevo prima far conoscere ciò che fece e
soffrì la mia Umanità al di fuori, per poter disporre le anime a conoscere ciò
che fece la mia Divinità al di dentro;
la creatura è incapace di comprendere tutto insieme il mio operato, perciò
vado a poco a poco manifestandomi.
Poi… avrò stuolo di anime,
che vivendo nel mio Volere rifaranno tutti gli atti delle creature, ed avrò la
gloria di tanti atti sospesi fatti solo da Me, anche dalle creature e,
queste, di tutte le classi: Vergini,
sacerdoti, secolari, a seconda del loro ufficio non più umanamente opereranno,
ma penetrando nel mio Volere, i loro atti si moltiplicheranno per tutti in modo
tutto divino, ed avrò la gloria divina da parte delle creature di tanti
Sacramenti ricevuti ed amministrati in modo umano, altri profanati, altri
infangati dall’interesse, di tante opere buone in cui resto più disonorato che
onorato. Lo sospiro tanto questo tempo! e tu prega e sospiralo insieme con Me".
* * Oh, mio Sole, mio bello!
Voglio proprio entrare nel centro, affinché resti tutta inabissata in
questa luce purissima. Fate, o Sol
Divino, che questa luce mi preceda innanzi, mi segua d’appresso, mi circondi da
per ogni dove, s’intrometta in ogni intimo nascondiglio del mio interno,
acciocché consumato il mio essere terreno, lo trasformate tutto nel vostro
Essere Divino.
Oh, mio tutto e bello Gesù! Se per pochi momenti che Vi manifestate in
questa vita comunicate tanta pace, in modo che si possono soffrire i più dolorosi
martiri, le pene più umilianti con la più perfetta tranquillità - mi sembra un
misto di pace e di dolore - che sarà in Paradiso? Oh, quanto sei bello,
tutto bello, o mio dolce Gesù!
* * Ancora una volta, Vita mia, Gesù, mi fondo tutta nella tua SS. Umanità
e Divinità, parte per parte, perché la Divina Volontà sta nel
centro della tua Umanità e chi vive in Essa vive in questo centro e da
esso effonde luce dovunque e a tutti.
Fondo quindi, Gesù, la mia intelligenza nella tua Intelligenza, la mia
memoria nella tua Memoria, la mia volontà nella Divina Volontà. Fondo il mio sguardo nel tuo sguardo, Gesù,
il mio olfatto nel tuo, la mia voce nella tua voce, il mio udito nel tuo. Fondo le mie mani e le mie opere nelle tue
mani e nelle tue opere; il mio palpito
e respiro nel tuo palpito e respiro e la circolazione del mio sangue nella
circolazione del tuo Sangue, o mio amato Gesù.
QUINTO MISTERO della LUCE
Il
frutto completo della Santissima Eucaristia é il divenire l’anima stessa
un’ostia vivente, sempre e continuamente, per la Divina Volontà regnante in lei
come Vita, la quale é la fonte stessa dei Sacramenti. Come l’anima si fonde nella Divina Volontà e vive e opera in
Essa, ella trova, presente e in atto, lo stesso atto di Gesù di istituire
l’Eucarestia e di comunicarsi alle anime.
Ella partecipa a questo atto come se fosse suo, si dà a tutti insieme
con Gesù e, allo stesso tempo, diviene il deposito della sua Vita Sacramentale,
ricevendolo degnamente per tutti i comunicandi e anche per coloro che non lo
ricevono, proprio come Gesù ricevette Se stesso in tutte le anime. E tutto questo l’anima può farlo per
l’esuberante eccesso d’amore della Divina Volontà regnante in lei.
* * Nella tua Divina Volontà mi rendo presente, o Gesù, all’atto
dell’istituzione della tua SS. Eucaristia e mi unisco, Vita mia, a tutta la
Corte Celeste che, in estatica, profonda adorazione contempla il tuo umile,
divino annichilimento in quel poco pane e poco vino.
Mio dolce Gesù, Ti alzi, dolente come sei e
quasi corri all’altare dov’è preparato il pane e il vino per la consacrazione. Ti vedo, Cuor mio, che prendi un aspetto
tutto nuovo e non mai visto. La tua
Divina Persona prende un aspetto tenero, amoroso, affettuoso: i tuoi occhi sfolgorano luce più che se
fossero soli; il tuo volto roseo è
splendente, le tue labbra sorridenti e brucianti di amore; le tue mani creatrici si mettono in
atteggiamento di creare. Ti vedo, Amor
mio, tutto trasformato: la Divinità pare
come se traboccasse fuori dell’Umanità.
Cuor mio e Vita mia, Gesù, questo tuo aspetto
non mai visto chiama l’attenzione di tutti gli Apostoli: sono presi da un dolce incanto e non osano
neppure fiatare. La dolce Mamma corre
in spirito ai piedi dell’altare a mirare i portenti del tuo amore. Gli Angeli scendono dal Cielo e si domandano
tra loro: “Che c’è? Che c’è?
Sono vere follie, veri eccessi:
un Dio che crea, non il cielo o la terra, ma Se stesso! E dove?
Dentro la materia vilissima di poco pane e poco vino!”
Ma mentre sono tutti intorno a Te, o Amore
insaziabile, vedo che prendi il pane fra le mani, l’offri al Padre e sento la
tua voce dolcissima che dice:
“Padre Santo, grazie Ti sian rese, ché sempre
esaudisci il Figlio tuo. Padre Santo,
concorri meco. Tu, un giorno, Mi
mandasti dal Cielo in terra ad incarnarmi nel seno della Mamma mia, per venire
a salvare i nostri figli; ora
permettimi che M’incarni in ciascun’ostia per continuare la loro salvezza ed
essere vita di ciascuno dei miei figli.
Vedi, o Padre, poche ore restano della mia vita: chi avrà cuore di lasciare i miei figli
orfani e soli? Molti sono i loro
nemici, le tenebre, le passioni, le debolezze cui vanno soggetti; chi li aiuterà? Deh! Ti supplico che
rimanga in ciascun’ostia, per essere vita di ognuno, e quindi mettere in fuga i
nemici ed essere loro luce, forza, aiuto in tutto. Altrimenti, dove andranno?
Chi li aiuterà? Le nostre opere
sono eterne, il mio amore è irresistibile;
non posso né voglio lasciare i miei figli”.
Il Padre S’intenerisce alla voce tenera ed
affettuosa del Figlio. Scende dal Cielo,
è già sull’altare ed unito con lo Spirito Santo a concorrere col Figlio. E Gesù con voce sonora e commovente
pronunzia le parole della consacrazione e, senza lasciare Se stesso crea Se
stesso in quel pane e vino.
“Onde voglio farti conoscere la causa perché
volli ricevere Me stesso nell’istituire il Santissimo Sacramento. Il prodigio era grande ed incomprensibile a
mente umana: la creatura ricevere un
Uomo e Dio, racchiudere nell’essere finito l’Infinito ed a questo Essere
Infinito dargli gli onori divini, il decoro, l’abitazione degna di Lui! Era tanto astruso ed incomprensibile questo
mistero, che gli stessi Apostoli, mentre credettero con facilità all’Incarnazione
ed a tant’altri misteri, dinanzi a questo rimasero turbati ed il loro
intelletto ricalcitrava alla credenza e ci volle il mio dire ripetuto per arrenderli. Quindi, come fare? Io che Lo istituivo dovevo pensarci a tutto, ché mentre la
creatura doveva ricevermi, alla Divinità non dovevano mancare gli onori, il
decoro divino, l’abitazione degna di Dio.
Perciò, mentre istituivo il Santissimo Sacramento, la mia Volontà Eterna
unita alla mia volontà umana fece presenti tutte le ostie che fino alla fine
dei secoli dovevano subire la consacrazione sacramentale, ed Io una per una le
guardai e le consumai, e vidi la mia Vita Sacramentale in ogni Ostia, palpitante,
che voleva darsi alle creature. La mia
Umanità, a nome di tutta l’umana famiglia prese l’impegno per tutti e diede
l’abitazione in Se stessa a ciascun’Ostia, e la mia Divinità - che era
inseparabile da Me - circondò ogni Ostia Sacramentale con onori, lodi e
benedizioni divine per fare degno decoro alla mia Maestà. Sicché ogni Ostia Sacramentale fu deposta in
Me e contiene l’abitazione della mia Umanità ed il corteggio degli onori della
mia Divinità; altrimenti come potevo
discendere nella creatura? E fu solo
per questo che tollerai i sacrilegi, le freddezze, le irriverenze, le ingratitudini,
essendo che ricevendo Me stesso misi in salvo il mio decoro, gli onori, l’abitazione
che ci voleva alla mia stessa Persona.
Se non avessi ricevuto Me stesso, Io non avrei potuto scendere in loro
ed a loro sarebbe mancata la via, la porta, i mezzi per ricevermi.
Così è mio solito in tutte le opere mie: le faccio una volta per dare vita a tutte le
altre volte che si ripetono, unendole al primo atto come se fosse un atto
solo; cosicché la potenza, l’immensità,
l’onniveggenza della mia Volontà Mi fece abbracciare tutti i secoli, Mi fece
presenti i comunicandi e tutte le Ostie Sacramentali, e ricevetti tante volte
Me stesso per far passare da Me, Me stesso in ogni creatura… Per scendere nei cuori delle creature Io
dovevo ricevere Me stesso per mettere in salvo i diritti divini e poter dare a
loro non solo Me stesso, ma gli stessi atti che Io feci nel ricevermi, per
disporle e dargli quasi il diritto di potermi ricevere…
Ora voglio dirti un altro eccesso del mio
amore:
Chi fa la mia Volontà e vive in Essa,
viene ad abbracciare l’operato della mia Umanità, perché Io amo tanto che
la creatura si renda simile a Me, e siccome il mio Volere ed il suo sono
uno solo, Esso Si prende piacere e, trastullandosi, depone nella creatura
tutto il bene che contengo, e faccio il deposito in lei delle stesse Ostie Sacramentali. La mia Volontà che essa contiene le presta e
le circonda con decoro, omaggi ed onori divini, ed Io tutto a lei affido,
perché sono certo di mettere al sicuro il mio operato, perché la mia Volontà Si
fa attore, spettatore e custode di tutti i miei beni, delle mie opere e della
mia stessa Vita".
* * O dolce Amor mio, Tu in quest’ora transustanziasti Te stesso nel
pane e nel vino. Deh, fa’, o Gesù, che
tutto ciò che dico e faccio, sia una continua consacrazione di Te in me e nelle
anime. Dolce mia Vita, quando vieni in
me, fa’ che ogni mio palpito, ogni desiderio, ogni affetto, pensiero, parola,
possano sentire la potenza della consacrazione sacramentale, in mondo che,
consacrato tutto il mio piccolo essere, divenga tante ostie per dare Te alle
anime. O Gesù, dolce Amor mio, sia io
la tua piccola ostia per racchiudere in me, come Ostia vivente, tutto Te
stesso.
* * Vita mia, Gesù, girando in ogni tuo atto voglio fare ciò che fai
Tu e, per farmi simile a Te, come Tu Ti sei nascosto nell’Ostia per dare vita a
tutti, anch’io nascondo tutto il mio essere in Te e con le mie preghiere e
riparazioni fuse nelle tue voglio, insieme a Te, dare vita a tutti. Perciò nascondo in Te i miei pensieri, gli
sguardi, le parole, i palpiti, gli affetti, i desideri, i passi, le opere, le
preghiere… e, come Tu, amante Gesù,
nell’Eucaristia abbracci tutti i secoli, così io li abbraccio insieme a Te e,
stretta a Te, voglio essere pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua,
desiderio d’ogni cuore, passo d’ogni piede, opera d’ogni braccio… Così, mio dolce Gesù, voglio stornare dal
tuo Cuore il male che vogliono farTi tutte le creature e sostituire a tutto
questo male tutto il bene che trovo a mia disposizione nella tua Divina
Volontà. Con questi pegni divini nelle
mani mi unisco a Te nel chiedere all’Eterno Padre salvezza, santità, amore per tutte
le anime.
* * Guidata dalla Mamma Celeste, Ti accompagno quindi, amabile mio Gesù,
con i miei atti di ringraziamento e di riparazione, nelle gioie e dolori della
tua Vita Eucaristica: prendo parte
all’atto in cui istituisci la SS. Eucaristia e ricevo in deposito la tua Vita
Sacramentale; partecipo all’atto di
ricevere Te stesso, per poterTi ricevere io stessa nella degna dimora della tua
Umanità e con il decoro e gli onori della tua Divinità e, faccio la stessa cosa
per ogni anima. Ti ricambio, Amor mio,
a nome di tutti, con il tuo stesso Amore Divino; Ti riparo le offese e i sacrilegi commessi contro il tuo SS.
Sacramento; prego perché tutti si
dispongano a riceverTi ed impetro il frutto completo del Sacramento per
tutti. Porto, quindi, tutta la
Creazione intorno a Te, Gesù mio, per lodarTi e glorificarTi con le stesse tue opere
e, chiamo pure tutti gli Angeli ed i Santi intorno a Te ad adorarTi. Rinnovo, infine, e confermo, il mio
desiderio di vivere in comunione perenne con Te, Vita mia, nella Unità della
tua Divina Volontà.
*
* *
LA CROCE
Mi dice Gesù :
“ Fammi sentire la tua voce che ricrea il mio udito; conversiamo un poco insieme. Io ti ho parlato tante volte della Croce. Oggi fammi sentire te parlare della Croce ”.
Io
mi sentivo tutta confusa, non sapevo cosa dire; Lui mi ha mandato un raggio di luce intellettuale ed io, per
contentarLo, ho cominciato a dire: “
Diletto mio, chi Vi può dire cosa sia la Croce e cosa faccia la Croce? Solo la vostra bocca può degnamente parlare
della sublimità della Croce. Poiché
volete che parli, io lo faccio:
La CROCE sofferta da Voi, Gesù Cristo, mi ha liberata dalla schiavitù
del demonio e mi ha sposata con la Divinità con nodo indissolubile; la CROCE è feconda e partorisce in me la
Grazia; la CROCE è luce, mi elimina
l’inganno del temporale e mi svela l’Eterno;
la CROCE è fuoco e, tutto ciò che non è Dio, trasforma in cenere, fino a
vuotarmi il cuore dal minimo filo di erba che potrebbe esservi. La CROCE è moneta di inestimabile valore; se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di
possederla, mi arricchirò di monete eterne, fino a divenire la più ricca in
Paradiso, dato che la moneta che vale in Cielo è la Croce sofferta in
terra.
La
CROCE, poi, non solo mi fa conoscere me stessa, ma mi dà anche la conoscenza di
Dio. La CROCE mi innesta tutte le
virtù. La CROCE è la nobile Cattedra
dell’increata Sapienza, che mi insegna le dottrine più elevate, sottili e sublimi. La CROCE, da sola, mi svelerà i misteri più
nascosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta, tutto ciò essendo
nascosto ai dotti ed ai sapienti del mondo.
La CROCE è acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi somministra
anche il nutrimento per le virtù, facendomele crescere, e mi lascia soltanto
quando sarò ricondotta alla Eterna Vita.
La
CROCE è rugiada celeste che mi conserva ed abbellisce il bel giglio della
purità. La CROCE è l’alimento della
Speranza. La CROCE è la fiaccola della
Fede operante. La CROCE è legno
asciutto che conserva e mantiene sempre acceso il fuoco della Carità.
La
CROCE è legno asciutto che fa svanire e mette in fuga tutti i fumi di superbia
e di vanagloria e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà.
La
CROCE è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i loro
artigli. L’anima, che possiede la
CROCE, è invidiata ed ammirata dagli stessi Angeli e Santi e suscita rabbia e
sdegno nei demoni. La CROCE è il mio
Paradiso in terra; se nel Paradiso dei
Beati ci sono i godimenti, nel Paradiso in terra ci sono i patimenti. La CROCE è la catena d’oro purissimo che mi
congiunge con Voi, mio sommo Bene, formando l’unione più intima possibile, fino
a fare scomparire l’essere mio, tramutandomi in Voi e vivente della stessa
Vostra Vita ” .
Dopo aver detto ciò, che forse è uno sproposito,
l’amabile mio Gesù, avendomi sentita, si è compiaciuto e, preso da entusiasmo
di amore, mi ha baciata e mi ha detto:
“
Brava, brava la mia diletta, hai detto bene…
La CROCE è tanto potente e le ho comunicato
tanta grazia, da renderla più efficace degli stessi Sacramenti; ricevendo il Sacramento del Mio Corpo sono
necessari le disposizioni ed il libero concorso dell’anima per ricevere le mie
grazie, altrimenti, tali grazie possono mancare;
la
CROCE ha la virtù di disporre l’anima alla Grazia ” .
( Cfr. =
Vol. 3 - 2 dicembre 1899 )
( Da
= “Le Ore della Passione …” 19a Ora : )
Crocifisso Amor mio,
la tua SS. Umanità la faccio
mia:
unita con la tua Volontà
, ed insieme con Te,
voglio fare ciò che fai Tu
.
Permetti, Vita mia,
che scorrano i miei pensieri nei tuoi,
che scorra
il mio palpito nel tuo Cuore
e
tutto il mio essere
in Te, affinché nulla mi
possa sfuggire, e possa
ripetere
, atto per atto, parola per parola,
tutto ciò che fai Tu
.
Metto la mia testa nella tua. Voglio offrirti,
o dolce mio Bene, tutti i miei pensieri che come
baci affettuosi Ti consolino e leniscano
l’amarezza delle tue spine.
Metto i miei occhi nei tuoi, ed io voglio confortare
i tuoi sguardi divini coi miei sguardi di amore.
Metto la mia bocca nella tua, dolce Amor mio,
intendo mandarti fiumi d’amore, per mitigarti
in qualche modo l’amarezza del fiele e la
tua sete ardente.
Metto le mie mani nelle tue. Per ristorarti
e raddolcire il tuo dolore, Ti offro le opere sante
di tutte le creature.
Metto i miei piedi nei tuoi.
Vorrei riunire i passi
delle creature di tutte le generazioni, passate, presenti
e future, ed indirizzarli tutti a Te, per venirti a
consolare nelle tue dure pene.
Metto il mio cuore nel tuo povero Cuore.
Com’è straziato! O mio Gesù, come
confortare
tanto dolore? Mi diffonderò in Te, metterò il
mio cuore nel Tuo, i miei
ardenti desideri nei tuoi,
perché sia distrutto qualunque desiderio cattivo.
Diffonderò il mio amore nel tuo
,
perché col tuo
fuoco siano bruciati i cuori di tutte le creature
e distrutti gli amori profani.
Gesù, fonditi in me ed io mi fondo in Te.
Stando nel tuo Volere, in tutto, o
mio Gesù,
anche nelle fibre più intime del tuo Cuore, imprimo
il mio Ti amo per me e per
tutti. Il Tuo Volere mi fa tutto
presente ed io nulla voglio lasciarti in cui non ci sia impresso il mio Ti
amo. Se altro non so farti, che almeno
Tu abbia un piccolo Ti amo per
tutto ciò che hai compiuto per me e per tutti… E perciò il mio Ti amo
Ti segue in tutte le pene della Tua Passione, in tutti gli sputi,
disprezzi, insulti che Ti fecero; il
mio Ti amo suggella ogni goccia
del Tuo Sangue che versasti, ogni colpo che ricevesti, in ogni piaga che si
formò nel Tuo Corpo, in ogni spina che trafisse la Tua Testa, nei dolori acerbi
della Crocifissione, nelle parole che pronunziasti sulla Croce… Fin nell’ultimo tuo respiro intendo imprimere
il mio Ti amo ; voglio chiudere
tutta la tua Vita, tutti i tuoi atti, nel mio Ti amo. Dovunque voglio che Tu tocchi, che veda, che
senta il mio continuo Ti amo.
Il mio Ti
amo non Ti lascerà mai:
il tuo stesso Volere è la vita del mio Ti amo.
PRIMO MISTERO del DOLORE
Gesù,
nella sua agonia nell’Orto degli Ulivi, schiacciato da tutti i peccati di tutti
i tempi, passati, presenti e futuri, fu confortato da un Angelo. Anche noi possiamo fare da angelo a Gesù -
nell’abbattimento in cui lo mettono i peccati dell’umanità - stando intorno a
Lui per confortarlo e prendere parte alle sue amarezze. Ma, per potergli fare da angelo, è
necessario prendere le pene di cui è intrisa la nostra vita terrena, come
mandateci da Lui, perciò come pene divine;
solo allora possiamo osare di confortare un Dio tanto amareggiato. Altrimenti, se prendiamo le pene in senso
umano, non possiamo servircene per confortare quest’Uomo-Dio. Nelle pene che Gesù ci invia, pare ci mandi
il calice dove noi dobbiamo mettere il frutto delle medesime; e queste pene, sofferte con amore e rassegnazione,
si convertiranno in dolcissimo nettare per Gesù. Quindi, in ogni pena diremo:
“Gesù ci chiama a fare l’angelo intorno a Lui; vuole i nostri conforti e perciò ci fa parte delle sue
pene”.
Diamo
allora a Gesù le pene dell’anima nostra come riparazione e come sollievo per
poterlo tutto ricopiare in noi. Stiamo
con coraggio ai piedi di Gesù dandogli tutto ciò che soffriamo per fare che
Gesù trovi in noi la sua Umanità.
Domandiamoci : “Siamo noi di
Umanità a Gesù?” L’Umanità di Gesù, che
faceva? 1) Glorificava il Padre
suo; 2) espiava; 3) impetrava la salvezza delle anime. E noi, in tutto ciò che facciamo,
racchiudiamo in noi queste tre intenzioni di Gesù, in modo da poter dire che
racchiudiamo in noi tutta l’Umanità di Gesù Cristo?
( Cfr.
= “Le Ore della Passione di N.S.G.C.” - 6a, 7a Ora -
Riflessioni e Pratiche )
* * Stando nella tua Divina Volontà, Ti seguo, o Gesù, nell’Orto del
Getsemani, per farTi compagnia e sollevarTi nella tua dolorosa solitudine.
Mio afflitto Gesù, mi sento attirato in
quest’Orto… Mi chiami ed io corro, pensando
tra me: ‘Forse il mio perseguitato Gesù
Si trova in tale stato di amarezza, che sente il bisogno della mia
compagnia’. Ma tutto è terrore, tutto è
spavento e silenzio profondo. Tendo
l’orecchio; sento un respiro affannoso
ed è proprio Gesù che trovo. Ma che
cambiamento! E’ triste, di una tristezza
mortale, da sfigurare la sua natia beltà.
Già agonizza. Mi abbraccio ai
suoi piedi; mi avvicino alle sue
braccia, Gli metto la mia mano alla fronte per sostenerLo e sottovoce Lo
chiamo: “Gesù, Gesù !” E Lui, scosso dalla mia voce, mi guarda e mi
dice:
“Figlio, sei qui? Ti stavo aspettando, ed era questa la tristezza che più
M’opprimeva: il totale abbandono di
tutti; e aspettavo te per farti essere
spettatore delle mie pene e farti bere insieme con Me il calice delle amarezze
che tra poco il mio Padre Celeste Mi manderà per mezzo dell’Angelo. Lo sorseggeremo insieme, perché non sarà
calice di conforto, ma di amarezze intense e sento il bisogno che qualche anima
amante ne beva qualche goccia almeno.
Perciò ti ho chiamato, perché tu lo accetti e divida con Me le mie pene
e Mi assicuri di non lasciarmi solo in tanto abbandono!... Figlio mio, vuoi sapere chi è che Mi
tormenta più degli stessi carnefici?
Anzi, quelli sono nulla a paragone di questo! E’ l’Amore Eterno, che, volendo il primato in tutto, Mi sta
facendo soffrire tutto insieme e nelle parti più intime ciò che i carnefici Mi
faranno soffrire a poco a poco. Ah,
figlio mio, è l’Amore, che tutto prevale su di Me ed in Me! L’Amore Mi è chiodo, l’Amore Mi è flagello,
l’Amore Mi è corona di spine, l’Amore Mi è tutto; l’Amore è la mia passione perenne, mentre quella degli uomini è
del tempo. Figlio mio, entra nel mio
Cuore, vieni a perderti nel mio Amore e solo nel mio Amore comprenderai quanto
ho sofferto e quanto ti ho amato ed imparerai ad amarMi e a soffrire solo per
amore”.
* * Mio agonizzante Gesù, per compatirTi e poterTi sollevare
dall’abbattimento totale in cui Ti trovi, m’innalzo fino al Cielo e faccio mia
la tua stessa Divinità e, mettendola intorno a Te, voglio allontanarTi tutte le
offese delle creature. Voglio offrirTi
la tua Bellezza per allontanare da Te la bruttezza del peccato; la tua Santità per allontanare l’orrore di
tutte quelle anime che Ti fanno provare tanto ribrezzo, perché morte alla
grazia; la tua Pace per allontanare da
Te le discordie, le ribellioni e i turbamenti di tutte le creature; le tue Armonie per rinfrancare l’udito tuo
dalle onde di tante voci cattive. Mio
Gesù, intendo offrirTi tanti atti divini riparatori per quante offese Ti
assaltano, come se volessero darTi morte, ed io coi tuoi stessi
atti voglio darTi vita.
E poi, o mio Gesù, voglio gettare un’onda della tua Divinità su tutte le
creature, affinché, al tuo contatto divino, non più ardiscano offenderTi.
*
* Mio amato Bene, mia Vita, il mio povero
cuore non regge nel vederTi caduto a terra e bagnato del tuo proprio
Sangue. In virtù di questo tuo martirio
così cruento, Ti chiedo che la tua Divina Volontà estenda il suo Regno sulla
terra e, con le sue armi divine, dia morte all’umano volere, occupando il
proprio posto vitale in ogni cuore.
* * Voglio recarTi sollievo, o mio Gesù, facendo scorrere il mio Ti amo, Ti adoro, Ti
benedico, in ogni goccia di Sangue che versi, in ogni tua pena, affanno
e sospiro; col mio Ti amo vorrei
formarTi altissime nubi che occultassero alla tua vista inorridita lo spettacolo
orrendo di tanti peccati. O Gesù, se il
tuo Volere Divino regnasse, Tu non Ti troveresti in tante pene, né soffriresti
una agonia sì straziante; perciò
assicurami che il trionfo della tua Volontà Divina non si farà più attendere a
lungo!
SECONDO MISTERO del DOLORE
Gesù flagellato è legato alla colonna mentre noi, coi
nostri peccati ed attaccamenti - alle volte anche a cose indifferenti o buone in
se stesse - aggiungiamo le nostre funi, non contenti delle funi con cui è stato
legato. Se vogliamo sollevare
l’afflitto Gesù, dobbiamo togliere prima le nostre catene, per poter giungere
poi a togliere le catene delle altre creature.
Queste nostre piccole catene molte volte non sono altro che piccoli
attaccamenti alla nostra volontà, al nostro amor proprio un po’ risentito, alle
nostre piccole vanità che, formando intreccio, legano dolorosamente l’amabile
Gesù. Fondiamoci invece continuamente
con tutto il nostro essere nello straziato Gesù e, vivendo puri nella mente,
nello sguardo, nelle parole, negli affetti - in modo da non aggiungere altri
colpi su quel Corpo innocente - troviamoci pronti a difenderlo quando le
creature Lo colpiscono con le loro offese ed insieme a Lui ripariamo tutti i
peccati contro la modestia. E quando
l’amante Gesù, per renderci simili a Lui, lega le anime nostre con le aridità,
con le oppressioni, con i dolori e con qualunque altra specie di
mortificazione, mettiamo queste pene intorno a Lui come corteggio per
allontanarGli il dolore che Gli arrecano quelle anime che, sciogliendosi dalle
sue catene, si allontanano da Lui. “Mio
incatenato Gesù, le tue catene siano le mie, in modo che io senta sempre Te in
me e Tu sempre me in Te”.
( Cfr. = “Le Ore della Passione
di N.S.G.C.” -
16a
e 13a Ora - Riflessioni e Pratiche )
* * Nella Tua Volontà, Ti seguo, o Gesù, in tutte le pene della tua
Passione. Con il mio corpo voglio farTi
scudo, per far ricadere su di me i colpi della tua terribile flagellazione.
Flagellato Gesù, il tuo Amore passa di
eccesso in eccesso. Vedo che i
carnefici prendono le funi e Ti battono senza pietà, tanto da illividire tutto il
Tuo SS. Corpo, ed è tanta la ferocia, il furore nel batterTi, che sono già
stanchi; ma altri due sottentrano,
prendono verghe spinose e Ti battono tanto che, subito, dal Tuo Corpo SS.
incomincia a scorrere a rivi il Sangue, poi lo pestano tutto, formano dei
solchi e lo riempiono di piaghe. Ma non
basta, altri due sottentrano ancora e, con catene di ferro uncinate continuano
la dolorosa carneficina. Ai primi
colpi, quelle carni peste e piagate si squarciano di più e cadono a brandelli
per terra, restano scoperte le ossa, il Sangue diluvia, tanto da formarsi un
lago di Sangue intorno alla colonna.
Mio Gesù, denudato Amor mio, mentre Tu sei
sotto questa tempesta di colpi, io mi abbraccio ai tuoi piedi per poter
prendere parte alle tue pene e restare tutto coperto del tuo preziosissimo
Sangue. Sento che Tu gemi e dici:
“Voi tutti che Mi amate, venite ad imparare
l’eroismo del vero amore! Venite a
smorzare nel mio Sangue la sete delle vostre passioni, la sete di tante
ambizioni, di tanti fumi e piaceri, di tante sensualità! In questo mio Sangue troverete il rimedio a
tutti i vostri mali”.
I tuoi gemiti, Gesù, continuano a dire: “Guardami, o Padre, tutto piagato sotto
questa tempesta di colpi; ma non basta,
voglio formare tante piaghe nel mio Corpo da dare sufficienti stanze nel Cielo
della mia Umanità a tutte le anime, in modo da formare in Me stesso la loro
salvezza, e poi farle passare nel Cielo della Divinità. Padre mio, ogni colpo di questi flagelli
ripari innanzi a Te ogni specie di peccato a uno a uno e, come colpiscono Me,
così scusino quelli che li commettono.
Questi colpi colpiscano i cuori delle creature e parlino loro del mio
Amore, tanto da forzarle ad arrendersi a Me”.
* * E’ accompagnandoTi nelle pene della tua dura Passione che scopro,
o mio Gesù, di quale incendio d’infuocato Amore Tu soffri, tale da poter distruggere
tutti i peccati anche immaginabili e possibili e da poter infiammare del tuo
Amore tutte le creature anche di milioni e milioni di mondi.
Voglio anch’io, Vita mia, vivere
di questo tuo infinito Amore, perciò 1)
entro in Te, o mio Gesù, in tutto il tuo interno, nelle più intime fibre della
tua SS. Umanità, nei tuoi palpiti di fuoco, nella tua Intelligenza, che è come
incendiata, 2) prendo tutto questo
Amore, 3) e mi rivesto dentro e fuori
del fuoco che Ti incendia. 4) Esco poi
fuori di Te e, 5) riversandomi nella
tua Volontà, vi trovo tutte le creature.
6) Do ad ognuna di esse il tuo Amore, o Gesù, 7) e, ritoccando i loro cuori, le loro menti con questo Amore,
cerco di trasformarle tutte in amore.
8) E poi, coi tuoi desideri, Gesù, coi tuoi palpiti, coi tuoi pensieri,
con ogni tuo atto, formo Te, Gesù, nel cuore di ogni creatura. 9) PortandoTi, quindi, tutte le creature,
che tengono Te nel cuore, le metto intorno a Te per darTi ristoro e
conforto. Non ho altri modi per darTi
sollievo e dare ristoro al tuo Amore, che portarTi, mio Gesù, ogni creatura nel
Cuore.
* * Mio flagellato Amore, Ti vedo ancora sotto gli spietati colpi dei
carnefici: già sei irriconoscibile; il mio cuore non regge a tanto strazio, eppure
i tuoi nemici non sono contenti ancora!
Io vorrei metterTi in salvo coi miei
Ti amo, Ti
adoro, Ti benedico, Ti ringrazio, vorrei strapparTi da quelle mani inique! Mio tormentato Gesù, io abbraccio i tuoi piedi
divini e fo’ risuonare in ogni colpo che ricevi il mio Ti amo; ad ogni brandello di carne che Ti strappano, ad ogni piaga che si
forma nel tuo Corpo, voglio gridare il mio Ti amo, per implorare che Tu ci spogli della
veste dell’umana volontà e ci copra con quella del Divin Volere.
TERZO MISTERO del DOLORE
Mio trafitto Gesù, metto la mia testa nella tua per
tenerTi compagnia in ogni tua pena e proclamarTi vero Re Divino di ogni
cuore; prendo su di me le tue atroci
sofferenze e, girando per ogni spina che
corona il tuo regale Capo, lenisco ogni tua piaga con il mio ‘Ti amo, Ti
ringrazio, Ti riparo’ e Ti chiedo, in ogni goccia del prezioso Sangue che
scende sul tuo adorabile Volto, il Regno del tuo ‘Fiat’ sulla terra come in
Cielo, per la gloria della Maestà Suprema.
“
Tutti devono aspirare ad un regno e per acquistare il Regno eterno è necessario
che l’uomo acquisti il regime di se stesso ed il dominio delle proprie passioni. L’unico mezzo è il patire, perché il patire
è regnare; cioè, con la pazienza si
mette a posto se stessi, facendosi re di se stessi e del Regno eterno ”.
( Cfr. = Volume 2 - 19.4.1905 )
* * Mio Gesù, mio Re Divino, voglio togliere dal tuo Capo
quell’orrendo casco di spine e lenire col mio Ti amo e Ti benedico ogni tua piaga.
Gesù mio, Amore
infinito, i carnefici Ti mettono in piedi, ma Tu, non reggendoTi, cadi di nuovo
nel tuo Sangue, e questi, irritati, con calci e spinte Ti fanno giungere nel
posto dove T’incoroneranno di spine.
Mio amabile Gesù, Tu mi dici:
“Figlio mio, non perdere nulla di quanto ho
sofferto; sii attento ai miei insegnamenti.
Io devo rifare l’uomo in tutto. La colpa gli ha tolto la corona e lo ha coronato
di obbrobri e di confusione, sicché dinanzi alla mia Maestà non può comparire; la colpa lo ha disonorato, facendogli
perdere qualsiasi diritto agli onori e alla gloria. Perciò voglio essere coronato di spine per mettere sulla
fronte dell’uomo la corona e restituirgli tutti i diritti a qualunque onore e
gloria. Le mie spine saranno,
innanzi al mio Padre, riparazioni e voci di discolpa per tanti peccati di
pensiero, specialmente di superbia e, ad ogni mente creata saranno voci di luce
e di supplica perché non Mi offendano.
Perciò tu unisciti a Me e prega e ripara insieme con Me”.
Coronato Gesù, i tuoi nemici incrudeliti
Ti fanno sedere, Ti mettono uno straccio di porpora, prendono la corona di
spine e con furia infernale Te la mettono sul capo adorabile. Poi, a colpi di bastone Ti fanno penetrare
le spine nella fronte e parte Ti giungono negli occhi, nelle orecchie, nel
cranio e fin dietro la nuca. Già il
Sangue Ti scorre sul Volto, in modo che non si vede che Sangue; ma sotto quelle spine e quel Sangue si vede
il Tuo Volto SS. raggiante di dolcezza, di pace e di amore. E i carnefici, volendo finire la tragedia,
Ti bendano gli occhi, Ti mettono per scettro una canna in mano ed incominciano
le loro burla. Ti salutano: Re dei Giudei; Ti battono la corona, Ti danno schiaffi e Ti dicono:
“Indovina chi Ti ha
percosso!” E Tu taci e rispondi col
riparare l’ambizione di chi aspira ai regni, alle dignità, agli onori, e per
coloro che trovandosi in tali posti di autorità e non comportandosi bene
formano la rovina dei popoli e delle anime a loro affidate, e i loro cattivi
esempi sono causa di spinta al male e di perdita di anime. Con questa canna che stringi in mano Tu
ripari tante opere buone, ma vuote di spirito interno e fatte anche con
intenzioni cattive. Negli insulti e
bende Tu ripari per quelli che mettono in ridicolo le cose più sante,
screditandole e profanandole, e ripari per quelli che si bendano la vista
dell’intelligenza per non vedere la luce della Verità. Con questa tua benda impetri per noi che ci
siano tolte le bende delle passioni, delle ricchezze e dei piaceri.
Mio Gesù, Tu mi chiami e mi dici:
“Figlio mio, queste spine dicono che voglio
essere costituito Re di ogni cuore; a
Me spetta ogni dominio. Tu prendi
queste spine e pungi il tuo cuore, fanne uscire tutto ciò che a Me non
appartiene e poi lascia dentro una spina come suggello che Io sono il tuo Re e
per impedire che nessun’altra cosa entri in te. Poi gira per tutti i cuori e, pungendoli, fanne uscire tutti i
fumi di superbia e il marciume che contengono e costituiscimi Re di tutti ”.
*
* Mio tormentato Gesù, Vita mia, il mio
Ti amo
imperli ogni spina che trafigge la tua Testa ed addolcisca il tuo spasimo
atroce. E Tu, da parte tua, toglici la
corona di burla con cui ci coronò l’umano volere, spogliaci della sua lacera
porpora e toglici di mano la canna di tante opere vuote. Donaci la corona del Tuo Volere Divino,
concedici la sua porpora regale che ci rende tuoi veri figli e fa’ che lo
scettro del comando del Tuo FIAT regga e domini le anime nostre.
* * Mio Re Gesù, il mio Ti amo penetra nell’urlo della plebe ebbra di sangue e Ti
manifesta il mio amore nell’istante in cui al tuo orecchio risuona l’ingiusta
condanna di morte: “Crucifige,
crucifige!”. Anch’io farò sentire forte
il mio grido e porrò il mio Ti amo in ciascuna voce, sul labbro di tutte le creature. O Gesù, sia crocifissa l’umana volontà e
regni la Tua! Per il dolore che
soffristi nell’essere condannato a morte, liberaci dalla morte a cui le anime
condannano il Tuo FIAT,
fa’ che la nostra volontà muoia a se stessa e che il tuo Voler Divino risorga
dominante e formi il suo Regno in tutti gli atti nostri.
QUARTO MISTERO del DOLORE
“
Croce Santa, eri tu meta dei miei desideri, lo scopo della mia esistenza
quaggiù; in te concentro tutto l’Essere
mio, in te metto tutti i miei figli e tu sarai la loro vita e la loro luce, la
difesa, la custodia, la forza; tu li
sovverrai in tutto e gloriosi Me li condurrai nel Cielo. O Croce, cattedra di Sapienza, tu sola insegnerai
la vera santità, tu sola formerai gli eroi, gli atleti, i martiri, i Santi. Croce bella, tu sei il mio trono e, dovendo
Io partire dalla terra, tu rimarrai in vece mia; a te do in dote tutte le anime:
Me le custodisci, Me le salvi, a te le affido! ”
( Cfr. = “Le 24 Ore della Passione di
N.S.G.C.” - 18a Ora )
* * Insieme all’Addolorata Mamma, Ti accompagno, mio Gesù, sulla
dolorosa Via del Calvario e, per sollevarTi, metto sulle mie spalle la Tua
pesante Croce.
Straziato mio Bene, con Te riparo, con Te
soffro; ma vedo che i tuoi nemici già
Ti fanno trovare pronta la Croce e Tu, con amore, la guardi e con passo franco
Ti avvicini per abbracciarla; ma prima
la baci e dici: “Croce adorata,
finalmente ti abbraccio… tu tardasti
finora, mentre i miei passi sempre verso di te si dirigevano…”
Mio penante Gesù, mentre Ti vedo camminare
ricurvo sotto il pesante legno, vedo che al peso della Croce si unisce quello
delle nostre colpe, enormi ed immense quanto la distesa dei cieli; e Tu, affranto mio Bene, Ti senti
schiacciare sotto il peso di tante colpe;
la tua Anima inorridisce alla vista di esse e sente la pena di ogni
colpa; la tua Santità resta scossa di
fronte a tanta bruttezza e perciò vacilli, affanni e dalla tua SS. Umanità
trafila un sudore mortale.
* * Amor mio, non posso lasciarTi solo, voglio dividere insieme a Te
il peso della Croce. Voglio darTi, a
nome di tutte le creature, amore per chi non Ti ama, lodi per chi Ti disprezza,
benedizioni, ringraziamenti, ubbidienza per tutti. In qualunque offesa che riceverai, io intendo offrirTi tutto me
stesso per ripararTi, fare l’atto opposto alle offese che le creature Ti fanno
e consolarTi coi miei baci e continui atti di amore.
Ma vedo che sono troppo misero, ho bisogno di
Te per poterTi riparare davvero. Perciò
:
* * Mi unisco alla Tua SS. Umanità e, insieme a Te unisco i miei
pensieri ai tuoi per riparare i pensieri cattivi miei e di tutti; i miei occhi ai tuoi, per riparare gli
sguardi cattivi; la mia bocca alla tua,
per riparare le bestemmie e i discorsi cattivi; il mio cuore al tuo per riparare le tendenze, i desideri e gli
affetti cattivi; voglio riparare tutto
ciò che ripara la Tua SS. Umanità, unendomi all’immensità del tuo amore per
tutti ed al bene immenso che fai a tutti.
Voglio
unirmi alla Tua Divinità, e questo mio nulla lo sperdo in Essa e così Ti do il
tutto.
Mio pazientissimo Gesù, unisco i miei
passi ai tuoi e quando Tu, sotto il peso enorme della Croce,
debole, svenato e vacillante starai per cadere, io sarò al tuo fianco per
sorreggerTi, presterò le mie spalle sotto di essa per dividerne
insieme con Te il peso. O Gesù,
Tu mi guardi e vedo che ripari per quelli che non portano con rassegnazione la
propria croce, anzi imprecano, s’irritano, si suicidano e fanno omicidi; e Tu impetri a tutti amore e rassegnazione
alla propria Croce.
Amor mio, Ti senti come stritolare sotto la
Croce e cadi sotto di essa e, mentre cadi, urti nelle pietre; le spine si conficcano di più nel tuo Capo,
mentre tutte le piaghe s’inaspriscono e danno nuovo Sangue… I tuoi nemici, con calci e con spinte cercano
di metterTi in piedi.
Caduto
Amor mio, lascia che Ti aiuti a metterTi in piedi, Ti baci, Ti riasciughi il Sangue,
ed insieme con Te ripari per quelli che peccano per ignoranza, per
fragilità e debolezza; e Ti prego di
dare aiuto a queste anime. O mio Gesù,
con le tue ricadute ripari le ripetute cadute nel peccato, i peccati gravi
commessi da ogni classe di persone e preghi per i peccatori ostinati, per la
loro conversione.
Vita mia, Gesù, la tua Mamma vuol dirTi
un’ultima parola, ma i soldati impediscono che Mamma e Figlio Vi diate l’ultimo
addio. Allora la tua dolente Mamma ciò
che non fa col corpo, perché impedita, lo fa con l’anima: entra in Te, fa suo il Volere dell’Eterno e,
associandosi in tutte le tue pene, Ti fa l’ufficio di Mamma, Ti bacia, Ti ripara,
Ti lenisce ed in tutte le tue piaghe versa il balsamo del suo doloroso
amore!
Mio penante Gesù, anch’io mi unisco con la
trafitta Mamma; faccio mie tutte
le tue pene ed in ogni goccia del Tuo Sangue, in ogni piaga, voglio farTi da
Mamma ed insieme con Lei e con
Te, riparo per tutti gli incontri pericolosi e per quelli che si espongono alle
occasioni di peccare.
I tuoi nemici Ti
tirano per le funi, Ti spingono, Ti alzano per i capelli, Ti danno calci e,
quasi trascinandoTi, Ti conducono al monte Calvario.
* * Amor mio, Gesù, voglio coprire tutta la tua Croce coi miei Ti amo, Ti adoro, Ti benedico e chiederTi che, in virtù di essa,
tutte le tue pene portino alle creature la virtù del Tuo FIAT e le dispongano
a ricevere il suo dominio. Voglio gridare
in ogni pena che soffri, in ogni goccia del tuo Sangue, in ogni caduta, in ogni
strappo dei tuoi insanguinati capelli, in ogni spinta che ricevi: “Venga, venga
il Regno del Tuo Volere !”.
QUINTO MISTERO del DOLORE
Amor
mio Crocifisso, mentre insieme con Te mi offro all’Eterno Padre, immedesimato
con la Tua Volontà, col Tuo Cuore, con le tue riparazioni e con tutte le tue
pene, pare che Tu mi dica: “ Figlio
mio, questa è la Mia Volontà, che tutti quelli che Mi amano, siano con Me
crocifissi. Sì, vieni pure a distenderti
con Me sulla Croce, ti darò vita con la mia Vita, ti terrò come il prediletto
del Mio Cuore ”.
Cfr. = “Le 24 Ore della Passione di
N.S.G.C.” - 19a Ora
* * Stando nella tua Divina Volontà, entro nella tua SS. Umanità o
mio Re Crocifisso e, facendo mie le tue adorazioni, Ti adoro con adorazioni
divine, mentre consolo l’Addolorata Madre.
Mio Gesù, Tu guardi la Croce che i tuoi
nemici Ti stanno preparando; senti i
colpi di martello con cui i tuoi carnefici formano i fori ove conficcare i
chiodi che Ti terranno crocifisso e dici:
“O Croce, è vero che tu sei il mio martirio,
ma fra poco sarai anche la mia vittoria ed il mio trionfo più completo e per te
darò copiose eredità, vittorie, trionfi e corone ai figli miei!”
E quando i soldati Ti comandano di
distenderTi su di essa, Tu, pronto, obbedisci, per riparare le nostre disobbedienze.
O Gesù, non voglio lasciarTi, voglio
venire con Te a distendermi sulla Croce e rimanere con Te inchiodato su di essa. Il vero amore non sopporta separazione. La dolente Mamma, la Maddalena, Giovanni,
tutti Ti diciamo che sarà più sopportabile rimanere inchiodati con Te sulla tua
Croce, che vedere Te solo crocifisso!…
Vedo intanto che i carnefici, con ferocia
inumana prendono la tua Mano destra, fermano il chiodo nella palma di essa e a
colpi di martello lo fanno uscire dalla parte opposta della Croce. Poi, con crudeltà inaudita prendono la tua
Mano sinistra, con violenza la stirano tanto per farla giungere al foro
segnato, che tu resti slogato nelle giunture delle braccia e delle spalle e per
la forza del dolore anche le gambe restano attratte e convulse. Con ferocia diabolica prendono i tuoi SS.
Piedi e li tirano tanto, che restano slogate le ginocchia, le costole e tutte
le ossa del petto. Mettono un Piede sull’altro
e vi conficcano un chiodo senza punta.
* * O mio Gesù Crocifisso, Ti vedo tutto insanguinato come nuotare in
un bagno di Sangue che chiede continuamente anime. Per la potenza dunque di questo Sangue Ti chiedo o Gesù, che
nessuna più Ti sfugga !
Mio Gesù, Ti abbraccio, Ti bacio,
Ti compatisco, Ti adoro e Ti ringrazio per me e per tutti.
Gesù, voglio poggiare la mia testa sul tuo
Cuore e sento che ogni colpo di martello fa eco in Esso. E se non fosse già decretato che una lancia
dovrà squarciartelo, le fiamme del tuo amore Te lo farebbero scoppiare. Queste fiamme chiamano le anime amanti a far
felice dimora nel tuo Cuore, ed io, o Gesù, per il tuo preziosissimo Sangue Ti
chiedo la santità per queste anime: non
farle mai uscire dal tuo Cuore e, con la tua grazia, moltiplica le vocazioni
delle anime vittime, che continuino la tua Vita sulla Terra.
Amor mio, i tuoi nemici innalzano la Croce e
Tu, sospeso fra cielo e terra, Ti rivolgi al Padre:
“ Padre
Santo, eccoMi qui, carico di tutti i peccati del mondo; non vi è colpa che non si riversi su di Me,
perciò non più scaricare sugli uomini i flagelli della tua divina Giustizia, ma
su di Me, tuo Figlio. O Padre, permettiMi
che leghi tutte le anime a questa Croce, e che loro implori perdono con le voci
del mio Sangue e delle mie piaghe. O Padre,
non vedi come Mi son ridotto? Per
questa Croce, in virtù di questi dolori, concedi a tutti verace conversione,
pace, perdono e santità. Arresta il tuo
furore contro la povera Umanità, contro i figli miei; sono ciechi e non sanno quello che fanno; perciò, guardaMi bene come sono ridotto per
causa loro: se non Ti muovi a
compassione per essi, T’intenerisca almeno questo mio Volto insozzato di sputi,
coperto di Sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti. Pietà, pietà Padre mio! Non sentire le voci delle creature, ma la
mia; son Io che soddisfo per tutti,
perciò Ti prego di guardare la creatura e di guardarla in Me… Pietà della povera creatura; rispondo Io per essa con questa mia lingua
amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”.
* * Mio Crocifisso Gesù, Tu spasimi, agonizzi sulla Croce. Il mio Ti amo suggelli i tuoi spasimi, le strette
dolorose del tuo Cuore, le fiamme che Lo divorano; esso Ti sia di refrigerio, smorzi la tua sete ardente e suggelli
tutte le parole che pronunziasti sulla Croce.
Ricevendo nel mio Ti amo l’ultimo tuo respiro Ti supplico, per le pene strazianti
che soffristi sulla Croce, di darci un ardente desiderio di vivere nella tua
Divina Volontà. Con la tua Morte dona
la morte al nostro volere e vita al tuo FIAT in tutti i cuori, affinché Esso trionfante
e vittorioso Si stenda su tutto il genere umano e regni come in Cielo così in terra.
Mio Gesù, un soldato, per assicurarsi della
tua morte, con una lancia Ti squarcia il Cuore, aprendoTi una piaga
profonda; e Tu, Amor mio, versi le
ultime gocce di Sangue ed acqua che contiene il tuo infocato Cuore. Quante cose mi dice questa piaga aperta
dall’amore! Sento che il tuo Cuore mi
parla: “Figlio mio, dopo aver dato
tutto, da questa lancia ho voluto farmi aprire un ricovero per tutte le anime
in questo Mio Cuore. Esso, aperto,
griderà continuamente a tutti: ‘Venite
in Me se volete essere salvi. In questo
Cuore troverete la santità e vi farete santi, troverete il sollievo nelle
afflizioni, la forza nella debolezza, la pace nei dubbi, la compagnia negli
abbandoni. O anime che Mi amate, se
volete amarMi davvero, venite a dimorare sempre in questo Cuore; qui troverete il vero amore per amarMi e
fiamme ardenti per bruciarvi e consumarvi tutte d’amore’. Tutto è accentrato in questo Cuore: qui si contengono i Sacramenti, qui la mia
Chiesa e la vita di tutte le anime. In
Esso sento anche le profanazioni che si fanno alla mia Chiesa, le trame dei
nemici, le saette che le lanciano, i miei figli conculcati, perché non c’è
offesa che questo Mio Cuore non senta.
Perciò, figlio mio, la tua vita sia in questo Mio Cuore; difendiMi, riparaMi, conduciMi tutti in
Esso!”
* * Amor mio, se una lancia ha ferito il tuo Cuore per me, Ti prego,
che anche Tu con le tue mani ferisca il cuor mio, i miei affetti, i miei
desideri, tutto me stesso; non ci sia
cosa in me che non resti ferita dal tuo amore.
Tutto unisco alle pene strazianti della nostra cara Mamma, la prima
Riparatrice, la Regina dello stesso tuo Cuore, la Mezzana fra Te e le creature. Anch’io con la mia Mamma voglio volare nel
tuo Cuore per sentire come Essa Ti ripara e ripetere le sue riparazioni per
tutte le offese che Tu ricevi.
O mio Gesù, in questo tuo Cuore
ferito io ritroverò la mia vita; sicché
qualunque cosa sarò per fare, l’attingerò sempre da Esso. Non più darò vita ai pensieri, ma se questi
vita vorranno, prenderò i tuoi; non più
vita avrà il mio volere, ma se vita vorrà prenderò la tua SS. Volontà; non più avrà vita il mio amore, se vita
vorrà prenderò il tuo Amore. O mio
Gesù, tutta la tua Vita è mia, questa è la tua Volontà, questo è il mio volere.
La preghiera dell’afflitta
Madre
“ O Croce,
crudele sì, ma santa,
perché divinizzata e santificata dal contatto del mio Figlio! Quella crudeltà che usasti con Lui,
ricambiala in compassione per i miseri mortali e, per le pene che ha sofferto
su di te, impetra grazia e forza alle anime che soffrono, affinché nessuna si
perda per causa di tribolazioni e croci…
Troppo mi costano le anime: mi
costano la vita d’un Figlio Dio, ed io, come Corredentrice e Madre, le lego a
te, o Croce ”.
Cfr. = “Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.” - 24a Ora
Le confidenze della
Madre dolente sotto la Croce
“
Figlia mia, devi sapere che
ogni pena del mio caro Figlio apriva un mare di dolore
nel mio trafitto Cuore
. Perciò
ascoltami:
voglio parlarti dei gravi mali della tua volontà umana.
Guarda il Mio straziato Figlio
nelle mie braccia,
come è sfigurato! E’ il vero ritratto
dei mali che
il volere umano fa alle povere creature.
Ed il mio caro Figlio volle soffrire
tante pene
per rialzare questa volontà caduta nel basso di tutte
le miserie; ed ogni pena di
Gesù ed ogni mio dolore
la chiamano a risorgere nella Volontà Divina.
Fu tanto il nostro amore che,
per mettere al sicuro questa volontà umana, la riempimmo delle nostre pene,
fino ad affogarla ed a chiuderla dentro i mari immensi dei miei dolori e di
quelli del mio amato Figlio.
Perciò
dammi per contraccambio nelle mie mani la tua volontà,
affinché la chiuda nelle piaghe sanguinanti di Gesù, come la più bella vittoria
della sua Passione e Morte e come trionfo dei miei acerbissimi dolori ”.
Mamma dolente,
è stata la mia volontà ribelle che Vi ha fatto tanto soffrire.
Perciò Ti prego che la chiuda nelle piaghe di Gesù.
Mamma desolata, la tua cara figlia vuole
ad ogni pena
darTi un sollievo, un compatimento.
Anzi, vorrei essere Gesù
per poterTi dare tutto l’amore, tutti i conforti, i sollievi
e i compatimenti che Ti avrebbe dato lo stesso Gesù
in questo tuo stato d’amara desolazione.
Perciò,
mettimi al suo posto nel tuo materno Cuore.
“ Figlia carissima,
voglio trovare in te la Volontà Divina operante dominante e che non ceda
alla tua volontà neppure un respiro di
vita
. Allora sì, ti scambierò col
mio Figlio Gesù,
perché stando la sua Volontà in te, in Essa sentirò
Gesù nel tuo cuore e le mie pene si cambieranno
in gioie ed i miei dolori in conquiste ”.
* * *
* * Le piaghe di Gesù
ed i dolori della Mamma mia,
mi diano la grazia di far risorgere
nella Volontà di Dio la volontà mia.
Sollievo per Gesù
Mio addolorato Gesù,
voglio esibire tutta me stessa a sollevarTi
,
voglio entrare nel tuo interno
e darTi, o Gesù, palpiti per palpiti,
respiri per respiri, affetti per affetti, desideri per desideri;
intendo tuffarmi nella tua SS. Intelligenza e, facendo scorrere
tutti questi palpiti, respiri, affetti e desideri nell’immensità
della tua Volontà, intendo moltiplicarli all’infinito.
Voglio, o mio Gesù, formare onde di palpiti
per
fare che nessun palpito cattivo si ripercuota nel tuo Cuore
e così lenire tutte le sue interne amarezze;
intendo formare
onde di affetti e di desideri, per allontanare tutti gli affetti
e i desideri cattivi che potrebbero menomamente contristare
il tuo Cuore; intendo ancora, o mio
Gesù, formare onde di respiri
e di pensieri, per allontanare qualunque respiro e pensiero
che potrebbe menomamente dispiacerTi.
Starò bene in guardia, o Gesù, affinché
nulla più
affligga e aggiunga alle tue pene interne altre amarezze.
O mio Gesù, deh, fa’ che tutto il mio
interno
nuoti nell’immensità del tuo: così
potrò ritrovare
amore sufficiente e volontà sufficiente per far
che non entri nel tuo interno amore cattivo,
né volontà che potrebbe dispiacerTi.
O
mio Gesù,
Ti prego di suggellare con i tuoi pensieri i miei,
con la tua Volontà la mia, con i tuoi desideri i miei,
con i tuoi affetti e con i tuoi palpiti i miei;
affinché suggellati, non prendano vita che da Te.
Ti
prego ancora, o mio Gesù,
di accettare il mio povero corpo che vorrei fare a brani
per amor tuo e ridurlo in minutissime particelle,
per metterle su ciascuna delle tue piaghe:
Su quella piaga, o Gesù, che Ti dà
dolore per le
tante bestemmie, pongo una particella del mio corpo
ed intendo che Ti dica sempre: “Ti
benedico”.
Su quella piaga che Ti dà tanto
dolore per le tante
ingratitudini, intendo, o Gesù, mettere una porzione
del mio corpo, per attestarTi la mia gratitudine.
Su quella piaga, o Gesù, che tanto
Ti fa soffrire per le
freddezze e mancanze d’amore, intendo mettere tante
particelle della mia carne, che Ti dicano sempre:
“Ti amo, Ti amo, Ti amo!”
Su quella piaga che Ti dà dolore per
le tante
irriverenze verso la Tua SS. Persona, intendo
mettere un brano di me stessa, che Ti dica sempre:
“Ti adoro, Ti adoro, Ti adoro!”
O mio Gesù, in tutto voglio diffondermi
ed in quelle piaghe inasprite per le tante miscredenze,
intendo che i brani del mio corpo Ti dicano sempre:
“Credo,
credo in Te, o mio Gesù, Dio mio, e nella tua
S. Chiesa e intendo dare la mia vita per attestarTi la mia fede!”
O mio Gesù, m’immergo
nell’immensità del tuo Volere e,
facendolo mio, voglio supplire per tutti, chiudere le anime di
tutti nella Potenza della tua SS. Volontà.
O mio Gesù, mi è rimasto ancora il sangue,
che
voglio versare come balsamo e lenitivo sulle tue piaghe,
per sollevarTi e poterTi del tutto risanare.
Intendo ancora, o Gesù, far scorrere i miei
pensieri
nel cuore di ciascun peccatore, per sgridarlo continuamente,
affinché non ardisca offenderTi; e Ti
prego, con le voci del
tuo Sangue, affinché tutti si arrendano alle mie povere preghiere:
così potrò portarli nel tuo Cuore!
Un’altra grazia, o mio Gesù, Ti
chiedo:
che in tutto ciò che vedo, tocco e sento, io veda, tocchi
e senta sempre Te; e che la tua
santissima Immagine
e il tuo santissimo Nome siano sempre impressi
in ogni particella del mio povero essere.
<< Onde seguendo gli atti che
il Fiat Supremo aveva fatto
nella Redenzione sono giunta quando il mio dolce Gesù
stava in atto di risorgere dalla morte ed io stavo dicendo:
“ Mio Gesù, come il mio Ti amo Ti ha
seguito nel Limbo e investendo tutti gli abitatori di quel luogo Ti abbiamo
chiesto tutti insieme che affretti il Regno del tuo Fiat Supremo sulla terra, così voglio
imprimere il mio Ti
amo sulla tomba della tua Risurrezione, affinché, come la tua Divina
Volontà fece risorgere la tua SS. Umanità come compimento della Redenzione e
come nuovo contratto che restituivi il Regno della tua Volontà sulla terra,
così con il mio Ti
amo incessante, seguendo tutti gli atti che facesti nella Risurrezione,
Ti chiedo, Ti prego, Ti supplico, che faccia risorgere le anime nella tua
Volontà, affinché
il tuo Regno sia stabilito in mezzo alle creature ”.
… Il mio amato Gesù ha detto:
“ Figlia mia, ogni atto fatto nella
mia Volontà,
tante volte risorge l’anima nella Vita divina
e quanti più atti fa in Essa tanto più cresce la Vita divina
e tanto più si completa la gloria della Risurrezione ” >>
PRIMO MISTERO della GLORIA
In
tutte le sofferenze di Gesù e della Madre SS. correva la Divina Volontà. Essa era la vita delle loro pene ed Essi Si
sentivano trionfanti e conquistatori, da cambiare la stessa morte in vita,
tanto che nel vedere il gran bene, volontariamente Si esibivano a patire. Così sarà anche per i figli redenti: se la loro vita e le loro pene avranno per
centro di vita la Divina Volontà, il dolce Gesù si servirà di loro e delle loro
pene per dare aiuto, luce e grazia a tutto l’universo. La Divina Volontà sa fare cose grandi dove
Essa regna! In tutte le circostanze
specchiamoci, dunque, nell’Umanità SS. del Verbo Incarnato e nella Madre sua e,
mettendo i nostri passi nei loro e facendo nostre le loro intenzioni,
proseguiamo sicuri il nostro cammino sulla loro stessa via di morte e di vita
chiedendo ad ogni passo il Regno del FIAT sulla terra come in Cielo. E la Celeste Ereditiera sarà la nostra
certezza: “Madre ammirabile, chiudi
nell’anima mia il germe della Risurrezione di Gesù, affinché in virtù di essa
io risorga pienamente nella Divina Volontà e viva sempre unito con Te e col
dolce Gesù”.
(Cfr.
= “La Regina del Cielo nel Regno…” -
28° e 29° Giorno)
* * Continuo a girare negli atti della tua Divina Volontà per
accompagnarTi, Gesù, mio Signore, nei momenti gloriosi della tua Risurrezione
dalla morte.
Metto, Gesù mio, la mia attenzione nella tua
per ascoltare con il tuo stesso amore il racconto della nostra dolce
Madre:
“ Appena il mio caro Figlio spirò, scese nel
Limbo come trionfatore ed apportatore di gloria e di felicità. Io, che ero da Lui inseparabile, Lo seguii
nel Limbo e fui spettatrice della festa, dei ringraziamenti che tutta quella
grande turba di gente diede al Figlio mio.
Questo, è simbolo di come, quando la creatura fa morire la sua volontà
con l’unione della Volontà Divina, incominciano le conquiste nell’ordine divino,
la gloria, la gioia, anche in mezzo ai più grandi dolori.
Il mio caro Figlio, accompagnato da quella
gran turba di gente, uscì dal Limbo in atto di trionfo e si portò al
sepolcro. Era l’alba del terzo giorno.
Nell’atto in cui risuscitò, mio Figlio era
tutto maestà! La sua Divinità
unita alla sua Anima fece scaturire mari di luce e di bellezza incantevoli, da
riempire Cielo e terra e come trionfatore, facendo uso del suo potere, comandò
alla sua morta Umanità che ricevesse di nuovo la sua Anima e che risorgesse
trionfante e gloriosa a vita immortale. Che atto solenne! Il mio
caro Gesù trionfava sulla morte dicendo:
‘ Morte, tu non sarai più morte, ma vita! ’ Con quest’atto di trionfo, metteva il suggello che era Uomo e
Dio e, con la sua Risurrezione confermava la sua dottrina, i miracoli, la vita
dei Sacramenti e tutta la vita della Chiesa e dava il trionfo sulle volontà
umane affievolite e quasi spente nel vero bene, per far trionfare sopra di esse
la vita di quel Volere Divino che doveva portare alle creature la pienezza
della santità e di tutti i beni; e nel
medesimo tempo gettava nei corpi, in virtù della sua Risurrezione, il germe di
risorgere alla gloria imperitura. La
Risurrezione del mio Figlio racchiude tutto ed è l’atto più solenne che Egli
fece per amore delle creature ”.
Mio trionfante Signore, anche la tua piccola
figlia della Divina Volontà, Luisa, scrive nel suo diario: “ Continuavo il mio giro in tutto ciò che
fece Nostro Signore sulla terra e mi son fermata nell’atto della Risurrezione. Che trionfo! Che gloria! Il Cielo si
riversò sulla terra per essere spettatore d’una gloria sì grande! Ed il mio amato Gesù ha ripreso il suo dire:
“ Figlia mia, nella mia Resurrezione veniva costituito il diritto di risorgere
in Me a novella vita [per] tutte le creature;
era la conferma, il suggello di tutta la mia vita, delle mie opere, delle
mie parole e che, se venni in terra fu per darmi a tutti ed a ciascuno come
vita che a loro apparteneva. La mia
Resurrezione era il trionfo di tutti e la nuova conquista che tutti facevano di
Colui ch’era morto per tutti, per dar loro vita e farli risorgere nella mia
stessa Resurrezione.
Ma vuoi sapere dove consiste la vera
resurrezione della creatura, ma non nella fine dei giorni, ma mentre vive ancora
sulla terra?
Chi vive nella mia Volontà, essa
risorge alla luce e può dire: ‘
La mia notte è finita ’; risorge
nell’amore del suo Creatore, in modo che non esiste per lei più il freddo,
le nevi, ma sente il sorriso della primavera celeste; risorge alla santità, la quale mette a precipitosa
fuga le debolezze, le miserie, le passioni;
risorge a tutto ciò ch’è Cielo, e se guarda la terra, il
cielo, il sole, la guarda per trovare le opere del suo Creatore, per avere
occasione di narrargli la sua gloria e la sua lunga storia d’amore. Perciò chi vive nel mio Volere può dire come
disse l’Angelo alle pie donne quando andarono al sepolcro: ‘ È risorto, non è più qui ’; chi vive nel mio Volere può dire lo stesso: ‘ La mia volontà non è più con me, è risorta
nel Fiat ’. E se le circostanze
della vita, le occasioni, le pene, circondano la creatura come cercando la sua
volontà, può rispondere: ‘ La mia
volontà è risorta, non l’ho più in mio potere, tengo in ricambio la Divina
Volontà, e colla sua luce voglio investire tutto ciò che mi circonda: circostanze, pene, per formarne tante conquiste
divine ’.
Chi vive nel nostro Volere trova la vita
negli atti del suo Gesù e corre sempre in essa la nostra Volontà operante, conquistante
e trionfante e Ci dà tale gloria che il Cielo non può contenere! Quindi vivi sempre nel nostro Volere, non
uscirne giammai, se vuoi essere il nostro trionfo e la nostra gloria! ”.
* * Mio glorioso Redentore, abbagliata da tanta tua luce e trionfi,
mi unisco alle voci delle anime sante che dal Limbo Ti accompagnano nella gloria:
“ Dolce Salvatore noi Ti rendiamo
grazie di quanto facesti e soffristi per nostro amore! Ora però che ci hai redenti, compi l’opera
tua:
fa’ che la Tua Volontà
Divina regni
come in Cielo così in terra!
”
Mio vincitore Gesù, per ottenere
la risurrezione della tua Divina Volontà in tutte le creature, io voglio
nascondere ovunque il mio Ti amo : nel sepolcro,
nell’atto che compi per risorgere, nella stessa luce di gloria che Ti circonda.
Ti seguo passo passo col mio Ti amo mentre
compari risorto alla tua Mamma e, per quella gioia che entrambe godeste, io Vi
chiedo con sempre crescente insistenza il Regno del Tuo FIAT... Il mio Ti
amo Ti accompagna mentre compari alla Maddalena, agli Apostoli e domanda
che la tua Divina Volontà sia conosciuta in modo speciale dai Sacerdoti, i
quali, a loro volta, quali novelli Apostoli, la facciano conoscere a tutto il
mondo. Ti prego, Amor mio, per
celebrare questo giorno di giubilo, atterra la nostra volontà umana e fa’
risorgere per sempre vittoriosa la Tua !
SECONDO MISTERO della GLORIA
La
vita della Divina Volontà è vita operante, perché tutti la posseggono, ma la
maggior parte la tiene soffocata e per farsi servire; e, mentre potrebbe operare prodigi di santità, di grazia ed opere
degne della sua potenza, è costretta dalle creature a starsene senza poter
svolgere il suo potere. Siamo perciò
attenti a far sì che il cielo della Divina Volontà si stenda in noi ed operi
col suo potere ciò che vuole e come vuole.
( Cfr. = “La Vergine Maria nel Regno della
Divina Volontà” - 29° Giorno )
* * Girando nella tua Divina Volontà, Ti accompagno, Gesù mio, nei quaranta
giorni dopo la tua Risurrezione e, fondendomi continuamente in Te, Ti seguo
fino alla tua salita al Cielo, mettendo su ogni tuo atto il mio Ti amo, Ti adoro, Ti
benedico, Ti ringrazio.
Gesù, nella tua Divina Volontà, il mio cuore
ed il mio orecchio sono attenti alla tua divina parola:
“Figlia mia benedetta, non vi è tratto della
mia vita che non simboleggi il Regno della mia Divina Volontà.
In questo giorno della mia Ascensione Io
Mi sentivo vittorioso e trionfante, le mie pene erano già finite, anzi, lasciavo
le mie pene già sofferte, in mezzo ai figli che lasciavo sulla terra, per aiuto,
per forza e sostegno e come rifugio dove nascondersi nelle loro pene, per
attingere dalle mie l’eroismo nei loro sacrifizi. Posso dire che lasciavo le mie pene, i miei esempi e la mia
stessa vita come semenza, che maturandosi e crescendo doveva far sorgere il
Regno della mia Divina Volontà.
Sicché:
partivo e restavo. Restavo in
virtù delle mie pene; restavo nei loro
cuori per essere amato: dopo che la mia
Santissima Umanità saliva al Cielo, sentivo più stretto il vincolo dell’umana
famiglia, quindi non Mi sarei adattato a non ricevere l’amore dei miei figli e
fratelli che lasciavo sulla terra;
restai nel Santissimo Sacramento per darmi continuamente a loro e loro a
darsi a Me: per far loro trovare il riposo,
il ristoro ed il rimedio a tutti i loro bisogni. Le nostre opere non soffrono di mutabilità, ciò che facciamo una
volta ripetiamo sempre.
Oltre di ciò, in questo giorno della
mia Ascensione Io avevo doppie corone:
la corona dei miei figli che portavo con Me nella Patria Celeste
e la corona dei miei figli che lasciavo sulla terra, simbolo essi
dei pochi che saranno principio del Regno della mia Divina Volontà.
Tutti quelli che Mi videro asceso al Cielo
ricevettero tante grazie, che tutti misero la vita per far conoscere il Regno
della Redenzione, e gettarono le fondamenta per formare la mia Chiesa, per far
raccogliere nel suo grembo materno tutte le umane generazioni; così i primi figli del Regno della mia
Volontà saranno pochi, ma saranno tali e tante le grazie di cui saranno
investiti, che metteranno la vita per chiamare tutti a vivere in questo santo
Regno.
Una nube di luce Mi investì, la quale tolse
alla vista dei discepoli la mia presenza, i quali stavano come statue nel
guardare la mia Persona, perch’era tanto l’incanto della mia beltà che teneva
rapite le loro pupille, tanto che non sapevano abbassarle per guardare la
terra, tanto che ci volle un Angelo per scuoterli e farli ritornare al Cenacolo.
Anche questo è simbolo del Regno del mio
Volere: sarà tale e tanta la luce che
investirà i suoi primi figli, che porteranno il bello, l’incanto, la pace del
mio Fiat Divino, in modo che le
creature facilmente si arrenderanno a voler conoscere ed amare un bene sì
grande.
Ora, in mezzo ai discepoli c’era la mia
Mamma che assisteva alla mia partita per il Cielo: questo è il più bel simbolo.
Sicché Essa è la Regina della mia
Chiesa, l’assiste, la protegge, la difende; così siederà in mezzo ai figli della mia Volontà, sarà sempre
Essa la motrice, la vita, la guida, il modello perfetto, la Maestà del Regno
del Fiat Divino che tanto Le sta
a Cuore; sono le sue ansie, i suoi
desideri ardenti, i suoi deliri d’amore materno, che vuole i suoi figli in
terra nel Regno dove Essa visse. Non è
contenta di tenere i suoi figli solo in Cielo nel Regno della Divina Volontà,
ma li vuole anche sulla terra, si sente che il compito datole da Dio come Madre
e Regina non l’ha compiuto: la sua missione
non è finita fino a tanto che non regni la Divina Volontà sulla terra in mezzo
alle creature. Vuole i suoi figli che
Le somiglino e che posseggano l’eredità della Mamma loro”.
E la dolce Mamma racconta:
“Il mio amato Figlio Gesù si trattenne
risuscitato sulla terra quaranta giorni.
Spesso spesso compariva agli Apostoli e discepoli per confermarli nella
fede e certezza della sua Risurrezione e quando non stava con gli Apostoli, se
ne stava insieme con la Mamma sua nel Cenacolo, circondato dalle anime uscite
dal Limbo. Ma come spuntò il termine
dei quaranta giorni, l’amato Gesù ammaestrò gli Apostoli e lasciando la sua
Mamma come Guida e Maestra, ci promise la discesa dello Spirito Santo; e benedicendoci tutti si partì, prendendo il
volo per la volta dei cieli, insieme con quella gran turba di gente uscita dal
Limbo. Tutti quelli che stavano - ed
erano in gran numero! - lo videro salire, ma quando arrivò su in alto, una nube
di luce Lo tolse dalla loro vista.
La tua Mamma Lo seguì nel Cielo ed assistette
alla gran festa dell’Ascensione.
Molto più che per me non era estranea la Patria Celeste; e poi, senza di me non sarebbe stata
completa la festa del Figlio mio asceso al Cielo. Tutto ciò non è stato altro che il potere del Volere Divino operante
in me e nel Figlio mio”.
* * Mio Gesù, mentre Tu, con la tua entrata trionfante in Paradiso
apri i battenti chiusi da tanti secoli alla povera umanità, io metto il mio Ti amo su quelle porte eternali e Ti prego, per
quella stessa benedizione che desti a tutti i discepoli che assistettero alla
festa della tua Ascensione, di benedire tutte le umane volontà, affinché esse
conoscano e apprezzino il dono della vita vissuta nel tuo Volere. Per il grande amore con cui ci apristi le
porte del Cielo, Ti prego, o mio glorioso Gesù, di far discendere da quelle
stesse porte la Tua Divina Volontà affinché Essa regni sulla terra come regna
in Cielo.
* * Amor mio, già sei assiso alla destra del
Padre: inabissata nel mio povero
piccolo nulla io Ti
adoro, Ti benedico, Ti ringrazio e formo continuamente col mio Ti amo lunghe catene che congiungano la
terra al Cielo. Deh, lascia sempre
aperte le porte della Celeste Dimora, affinché io possa incessantemente venire
ai tuoi piedi, salire fra le tue braccia, per ripeterTi senza posa il mio canto
d’amore: “ Mandaci il Regno del tuo
Santo Volere e la tua Volontà Divina si faccia sulla terra così come si compie
in Cielo ” .
TERZO
MISTERO della GLORIA
<<
Sul ‘fonderti’ nel Mio Volere, ci vuole un altro appello, qual è quello di
‘fondersi’ nell’ordine della Grazia, in tutto ciò che ha fatto e farà il
Santificatore, qual è lo Spirito Santo, ai santificandi; molto più che, se la Creazione si addice al
Padre - mentre siamo sempre unite le Tre Divine Persone nell’operare - e la
Redenzione al Figlio, il ‘Fiat Voluntas Tua’ si addice allo Spirito
Santo; ed è proprio nel ‘Fiat Voluntas
Tua’ che il Divino Spirito farà sfoggio della Sua Opera. Tu lo fai quando, venendo innanzi alla
Maestà Suprema, dici: ‘ Vengo a
ricambiare in amore tutto ciò che fa il Santificatore ai santificandi; vengo ad entrare nell’ordine della Grazia,
per poterVi dare la gloria e il ricambio dell’amore, come se tutti si fossero
fatti santi, e a ripararVi tutte le opposizioni, le incorrispondenze della
Grazia ...’. E, per quanto è da te,
cerchi nella Nostra Volontà gli atti della Grazia dello Spirito Santificatore, per
fare tuo il suo dolore, i suoi gemiti segreti, i suoi sospiri angosciosi nel
fondo dei cuori, nel vedersi così male accolto; e siccome il primo atto che fa è portare la Nostra Volontà come
atto completo della loro santificazione, nel vedersi respinto geme con gemiti
inenarrabili... E tu, nella tua
infantile semplicità, Gli dici:
‘ Spirito Santificatore, fate presto, Vi supplico, Vi riprego; fate conoscere a tutti la vostra Volontà,
affinché conoscendoLa L’amino e accolgano il vostro primo atto della loro
santificazione completa, qual è la Santa vostra Volontà! ’ >>
( Cfr. = Vol. 17 : 17.5.1925 )
* * Girando nel tuo Volere, o mio Gesù, Mi unisco alla preghiera
della Vergine Madre e degli Apostoli che, riuniti, come Chiesa nascente, nel
Cenacolo, attendono la discesa dello Spirito Santo.
Mamma Santa, non mi lasciare sola e fa’ che
scenda in me lo Spirito Santo, affinché mi bruci tutto ciò che alla Divina
Volontà non appartiene.
“Figlia mia benedetta, mi riverso in te coi
miei mari di grazie e starò sempre con te per darti in ogni tuo atto, parola e
palpito, il cibo della Divina Volontà.
Ora devi sapere che, come il mio Figlio partì
al Cielo, io continuai a stare insieme con gli Apostoli nel cenacolo,
aspettando lo Spirito Santo. Tutti
stretti a me d’intorno, pregavamo insieme;
non facevano nulla senza il mio consiglio. E quando io prendevo la parola per istruirli e dire qualche
aneddoto del mio Figlio che loro non conoscevano, erano attenti ad ascoltarmi,
e restavano stupiti nel sentire i tanti insegnamenti che mi dava, che dovevano
servire per loro, perché mio Figlio poco o nulla parlò di Se stesso con gli
apostoli, riserbando a me il compito di far loro conoscere quanto li aveva
amati e le particolarità che solo la sua Mamma conosceva. Sicché, io ero in mezzo ai miei Apostoli
più che il sole del giorno; e fui
l’ancora, il timone, la barca dove trovarono il rifugio. Perciò posso dire che partorii la Chiesa
nascente sulle mie ginocchia materne e le mie braccia furono la barca nella
quale la guidai a porto sicuro e la guido tuttora.
Onde, giunse il tempo che scese lo Spirito
Santo promesso dal Figlio mio nel cenacolo.
Che trasformazione! Come furono
investiti, acquistarono nuova scienza, fortezza invincibile, amore
ardente; una nuova vita scorreva in
essi, la quale li rendeva impavidi e coraggiosi, in modo che si divisero in
tutto il mondo per far conoscere la Redenzione e mettervi la vita per il loro
Maestro.
Io continuo ancora il mio magistero nella
Chiesa: non vi è cosa che da me non discenda. In questi tempi, voglio mostrare un amore
più speciale col far conoscere come tutta la mia vita fu formata nel Regno
della Divina Volontà. Perciò ti chiamo
sulle mie ginocchia: vieni a vivere in
questo Regno sì santo! Consegnami la tua
volontà, ed io farò scendere lo Spirito Santo nell’anima tua, affinché bruci
ciò che è umano e col suo soffio refrigerante imperi sopra di te e ti confermi
nella Divina Volontà”.
* * Spirito Santo,
Amore Immacolato del Padre e del Figlio,
Tu, che per un preciso Volere, hai
nella
Madre incarnato, vieni nel nostro cuore
e riempici del Tuo Divino Amore.
Tu, sei Amore sostanziale, poiché
sei Essenza Reale che ci conduce ad amare.
Tu, hai in Te i tempi ed i modi di
Dio:
mostrali anche a noi e conducici a divenire come Voi.
Un unico Amore ed un unico Volere
Vi rendono Persone Une
e Trinitarie
e la Vostra Essenza ci disvelano.
Prorompi, Spirito Santo Amore,
prorompi dagli
alti spazi e vieni a prendere sede nel nostro cuore.
Manifesta a noi, ognora, la Verità, e rendici
aperti a quanto, via via, ci disvelerai.
Spirito Santo Amore, Uno ed
Onnipotente
Signore, donaci lo Spirito del Padre e
confermaci nell’Amore del Figlio.
Tu che sei Unità indissolubile di
Trinitaria
ed eccelsa Meraviglia Regale, vieni qui sulla
terra e riuniscici in uno stesso Spirito.
Amore immolato, Amore donato, divieni
in noi
Amore donante per ognuno dei figli tuoi.
Non Ti domandiamo più i sette doni,
ma agognamo in noi la tua presenza.
Fonte sigillata di puro Amore,
vieni ed apri le dighe del nostro cuore,
perché Tu possa da esso eternamente scaturire.
Spirito Santo Amore, donaci la tua
stessa luce,
la tua stessa pace ed il tuo stesso vigore.
Amen!
* * Padre Santissimo, come a novella Pentecoste, rinnova il Dono
dello Spirito Santo, affinché, per il tuo Figlio Gesù e per la Madre sua SS., Madre
della Chiesa, la Luce del Voler Divino sia vita nella Chiesa Santa, nel Santo Padre
il Papa, nei Vescovi, nei Sacerdoti ed in tutti coloro che ne condividono le
responsabilità. Dona, Santissima
Trinità, il Pane della Divina Volontà all’intera umanità.
QUARTO MISTERO della GLORIA
“ La festa dell’Assunta, è
la festa più bella, più sublime, più grande, in cui restiamo più glorificaTi,
amaTi ed onoraTi. Cielo e terra sono investiti di una gioia insolita
mai provata; gli Angeli e i Santi si
sentono investiti di nuove gioie e nuove felicità ed inneggiano con nuovi
cantici alla Sovrana Regina che impera su tutti e dà gioia a tutti. La festa dell’Assunta è la festa delle feste, è l’unica e
nuova che non si è ripetuta mai più.
Veniva festeggiata per la prima volta la Divina Volontà operante nella
Sovrana Regina e Signora ”.
( Gesù a Luisa Piccarreta
- Cfr. = Vol. 36 - 15.8.1938 )
* * Gesù mio, entro nella tua Volontà dove trovo tutto in atto e Ti accompagno
mentre accogli fra le tue braccia la tua dolce Madre per portarla con Te in
Cielo.
Lei mi racconta:
“ Voglio parlarti della mia partita dalla
terra al Cielo, il giorno in cui finii di compiere la Divina Volontà sulla
terra. Perché non ci fu in me né un
respiro, né un palpito, né un passo in cui il FIAT Divino non avesse il
suo atto completo e questo mi abbelliva, mi arricchiva, mi santificava tanto,
che gli stessi Angeli ne restavano rapiti.
Tu devi sapere che incominciai a sentire
in me un tale martirio d’amore, unito con ansie ardenti di raggiungere il mio
Figlio al Cielo, da sentirmi consumare, fino a sentirmi inferma d’amore ed
avevo dei forti deliri e deliqui tutti d’amore. Perché io non conobbi mai malattia né qualunque indisposizione
leggera; alla mia natura concepita
senza peccato e vissuta tutta di Volontà Divina mancava il germe dei mali
naturali. Se le pene mi corteggiarono
tanto, furono tutte di ordine soprannaturale e queste pene furono per la tua
Mamma Celeste trionfi ed onori e mi davano il campo per fare che la mia
maternità non fosse sterile, ma conquistatrice di molti figli. Vedi, dunque, che significa vivere di
Volontà Divina? Sperdere il germe dei
mali naturali che producono non onori e trionfi, ma debolezze, miserie e
sconfitte.
Ascoltami.
Io ero già inferma d’amore. Il FIAT
Divino, per consolare gli Apostoli e me pure, permise quasi in modo prodigioso
che tutti gli Apostoli, eccetto uno, mi facessero corona nell’atto che stavo
per partire al Cielo; tutti sentivano lo schianto nel cuore ed io li
consolai. Il mio caro Figlio non faceva altro che andare e venire dal Cielo: non poteva più stare senza la sua Mamma; e dando
io l’ultimo anelito di puro amore nell’interminabilità del Volere Divino, mio
Figlio mi ricevette fra le sue braccia e mi condusse al Cielo, in mezzo alle
schiere angeliche che inneggiavano alla loro Regina. Posso dire che il Cielo si svuotò per
venirmi incontro; tutti mi festeggiavano
e, nel mirarmi, restavano rapiti ed in coro dicevano: ‘ Chi è Costei, che viene dall’esilio, tutta appoggiata al suo
Signore? Tutta bella, tutta santa, con
lo scettro di Regina? Ed è tanta la sua
grandezza che i Cieli si sono abbassati per riceverla. Nessun’altra creatura è entrata in queste
Regioni Celesti così ornata e speciosa, così potente che ha supremazia su tutto
! ‘
... Ero l’unica creatura che entrava in
Cielo, che avesse formato il Regno della Divina Volontà nell’anima sua ”.
E tu, Gesù, vuoi dare maggiori chiarimenti
sul significato di questo glorioso ingresso nella Patria Celeste della Mamma
tua:
“ Il
vero nome di questa festa dovrebbe essere:
Festa della Divina Volontà,
perché la vera causa di questa festa è la Volontà Eterna operante e
compiuta nella mia Mamma Celeste, che operò in Lei tali prodigi da stupire
Cieli e terra, da incatenare l’Eterno con vincoli indissolubili d’amore e da
rapire il Verbo fin nel suo seno; e
gli stessi Angeli, rapiti, ripetevano tra di loro: ‘ Donde tanta gloria, tanto onore, tanta grandezza e prodigi mai
visti, in questa eccelsa Creatura?
Eppure, è dall’esilio che viene!’
E attoniti riconoscevano la Volontà del loro Creatore come vita e
operante in Lei e, tremebondi, dicevano:
‘Santa, Santa, Santa! Onore e
gloria alla Volontà del nostro Sovrano Signore! E gloria a Maria e tre volte Santa Colei che ha fatto operare
questa Suprema Volontà ! ’
Sicché,
è la mia Volontà, che più di tutto fu ed è festeggiata nel giorno della sua
Assunzione in Cielo. Oh, come
tutto il Cielo magnificava, benediva, lodava l’Eterna Volontà, quando vedeva
entrare nell’Empireo, in mezzo alla Corte Celeste, questa sublime Regina, tutta
circonfusa dal Sole Eterno del Volere Supremo!
La vedevano tutta tempestata dalla potenza del FIAT Supremo e che non c’era stato in Lei nemmeno un palpito che non avesse
impresso in sé questo FIAT e, attoniti, tutti i Celesti Spiriti La
guardavano e Le dicevano: ‘ Ascendi,
ascendi più in alto ! E’ giusto che
Colei che tanto ha onorato il FIAT Supremo e per mezzo della quale ci troviamo
noi nella Patria Celeste, abbia il trono più alto e che sia la nostra Regina!
’ Perché, sebbene il Cielo fu
aperto da Me e molti Santi stavano già in possesso della Patria Celeste quando
la Regina Celeste fu assunta in Cielo, siccome la causa primaria di ciò era
proprio Lei, che aveva compiuto in tutto la Suprema Volontà, si aspettò pure
Lei, che La aveva tanto onorata e che conteneva il vero prodigio della SS.
Volontà, per fare la prima festa al Supremo Volere. Così,
il più grande onore
che ricevette la mia Mamma fu il
vedere glorificata in Lei la Divina Volontà ” .
* * Regina Immacolata, Celeste Madre mia, io vengo sulle Tue
ginocchia materne per abbandonarmi, qual tuo caro figlio, fra le tue braccia e
per chiederTi, coi sospiri più ardenti, la massima grazia che Tu possa
concedermi: Mamma Santa, Tu che sei la
Regina del Regno della Divina Volontà, ammettimi a vivere in Esso come figlio
tuo e fa’ sì che questo Regno non sia più d’ora innanzi deserto, ma molto
popolato di figli tuoi.
Sovrana
Regina, a Te mi affido, affinché Tu guidi i miei passi in questo Santo
Regno: tenendomi avvinto alla tua mano
materna, fa’ che tutto l’essere mio viva vita perenne nella Divina
Volontà. Tu mi farai da Mamma ed io Ti
consegnerò la mia volontà affinché Tu me la scambi con Quella Divina. Illumina perciò Ti prego la mia mente ed
assistimi, perché io possa ben comprendere che cosa sia e che cosa significhi
la Santa Volontà di Dio.
*
* Mamma Regina, pronunzia in me
il tuo FIAT,
onde viva in me la Volontà Divina.
QUINTO MISTERO della GLORIA
“ Questa Creatura, Regina di tutti, col far sempre e in
tutto la Volontà dell’Eterno - anzi, si può dire che la sua vita fu sola
Volontà Divina! - aprì il Cielo, si vincolò con l’Eterno e fece ritornare
nel Cielo le feste con la creatura;
ogni atto che compiva nella Volontà Suprema era una festa che iniziava
nel Cielo, erano soli che formava per ornamento di questa festa, erano musiche
che spediva per allietare la Celeste Gerusalemme “. ( Cfr. = Vol. 18 - 15.8.1925
)
* * Con Te, Gesù, gioisco per le meraviglie operate dal tuo FIAT Divino
nell’umile tua Mamma, Sovrana e potente Regina del Cielo.
Mio Gesù, nella tua Divina Volontà, prendo e
faccio miei i tuoi sentimenti, per scoprire in ogni tua parola l’infinito tuo
amore verso la Madre divina. Mettendo
le mie orecchie nelle tue e con la tua stessa attenzione fatta mia, ascolto i
tuoi divini insegnamenti per trarne profitto per l’anima mia:
“ Le meraviglie sono incantevoli in
ogni più piccolo atto della Sovrana Regina e Signora, anche nel suo respiro,
nel suo moto; si vedono tante Nostre
Vite Divine che scorrono come tanti re negli atti suoi, che, più che
fulgidi soli, La inondano, La circondano, L’abbelliscono e La rendono così
bella che forma l’incanto delle Regioni Celesti. Ti par poco che ogni suo respiro, moto, opera e pena erano
riempiti di tante nostre Vite Divine? E’ proprio questo il gran prodigio
dell’operato della mia Volontà nella creatura:
formare tante nostre Vite Divine per quante volte ha avuto l’entrata nel
moto, negli atti della creatura;
e siccome il mio FIAT possiede la virtù bilocatrice e ripetitrice
e ripete sempre senza mai cessare quello che fa, quindi la Gran Signora sente
in Sé moltiplicare queste Vite Divine, le quali non fanno altro che stendere maggiormente
i suoi mari d’amore, di bellezza, di potenza, di Sapienza infinita. Tu devi sapere che sono tali e tante le Vite
Divine che possiede che, come entrò in Cielo, popolò tutta la Regione Celeste
che, non potendole contenere, riempirono la Creazione tutta. Sicché, non
vi è punto in cui non scorrono i suoi mari d'amore, di potenza e tante nostre
Vite di cui ne è la posseditrice e Regina.
Possiamo dire che Ci domina e La dominiamo e rivestendosi della
nostra immensità, potenza ed amore, popolò tutti i nostri Attributi degli atti
suoi e delle tante Nostre Vite Divine che aveva conquistato. Sicché, da
dovunque e dappertutto Ci sentiamo amare, glorificare, dentro e fuori di Noi,
da dentro le cose create, nei più remoti nascondigli, da questa Celeste
Creatura e dalle nostre stesse Vite Divine che il nostro FIAT ha formato in Essa. Oh,
Potenza del nostro Volere! Tu sola puoi
fare tanti prodigi fino a creare tante nostre Vite in chi Ti fa dominare, per
farCi amare e glorificare come meritiamo e vogliamo! Ecco, perciò può dare il
suo Dio a tutti perché Lo possiede. Anzi, senza perdere nessuna delle nostre Vite
Divine, come vede la creatura disposta a ricevere la nostra Vita, così tiene la
virtù di riprodurre da dentro la nostra Vita che possiede, un’altra nostra Vita
Divina per darla a chi Ci vuole.
Questa
Vergine Regina è un prodigio continuato:
ciò che fece in terra, lo continua in Cielo, perché la nostra
Volontà, quando opera, tanto nella creatura quanto in Noi, quell’atto non
finisce mai, e mentre resta in Essa, si può dare a tutti. Perciò la gloria di questa Regina è insuperabile perché tiene in possesso
la nostra Volontà operante che ha la virtù di formare nella creatura atti eterni
ed infiniti. Ci ama sempre, né
cessa mai di amarCi con le nostre Vite che possiede; Ci ama col nostro Amore, Ci ama dappertutto, dovunque; il suo amore riempie Cieli e terra e corre a
scaricarsi nel nostro Seno Divino e Noi L’amiamo tanto che non sappiamo stare
senza amarLa. E mentre ama Noi, ama tutti e Ci fa amare da tutti; chi può resistere a non farCi dare ciò che
vuole? Poi, è il nostro stesso Volere
che chiede ciò che Lei vuole, che coi suoi vincoli eterni Ci lega dappertutto e
non possiamo negarle nulla.
Figlia mia, la bellezza della Celeste Regina
è inarrivabile, incanta, affascina, conquide;
il suo amore è tanto che si porge a tutti, ama tutti e lascia dietro di
Sé mari d’amore. Si può chiamare Regina
d’amore, vincitrice d’amore, che amò tanto che a furia d’amore vinse il suo
Dio.
Tu devi sapere che l’uomo, col fare la sua
volontà, spezzò i vincoli col Suo Creatore e con tutte le cose create. Questa
Celeste Regina, con la potenza del nostro FIAT che possedeva,
vincolò il suo Creatore con le creature, vincolò tutti gli esseri insieme, li
unì, li riordinò di nuovo e col suo amore dava la novella vita alle umane generazioni.
Fu tanto il suo amore, che coprì e nascose nel suo amore le debolezze, i
mali, i peccati e le stesse creature nei suoi mari d’amore. Oh! Se questa Vergine Santa non possedesse
tanto amore, Ci riuscirebbe difficile guardare la terra; ma il suo amore, non solo Ce la fa guardare,
ma vogliamo dare la nostra Volontà regnante in mezzo a loro perché Lei
così vuole: vuole dare ai suoi
figli ciò che possiede ed, a via d’amore vincerà Noi e i figli suoi.
Fu la sola mia Volontà quello che fece
ascendere tanto in alto la mia Madre SS. che la distinse fra tutti; tutto il resto sarebbe stato come nulla,
se non avesse posseduto il prodigio del Mio Volere. Fu la mia Volontà quello che Le diede la Fecondità Divina e
La fece Madre del Verbo. Fu
la mia Volontà quello che Le fece vedere ed abbracciare tutte le creature
insieme, facendoLa Madre di tutti ed amando tutti con un amore di Maternità
Divina e, facendoLa Regina di tutti, La faceva imperare e dominare; onde, in quel giorno (dell’Assunta) la mia
Volontà ricevette i primi onori, la gloria ed il frutto abbondante del suo
lavoro nella Creazione e, incominciò la festa che mai interrompe, per la
glorificazione del suo operato nella mia diletta Madre ” .
* * Mio dolce Gesù, voglio attestarti il mio amore, la mia
gratitudine e tutto ciò che la creatura è in dovere di fare, per avere creata
la Nostra Regina Mamma Immacolata, la più bella, la più Santa, un portento di
grazia, arricchendola di tutti i doni e facendola anche nostra Madre. E questo lo faccio a nome delle creature
passate, presenti e future; voglio
prendere al volo ciascun atto di creatura, parola, pensiero, palpito, passo ed
in ciascuno di essi dirTi: “ Ti amo, Ti
benedico, Ti adoro per tutto ciò che hai fatto alla tua e mia Celeste Mamma ”
* * MAMMA REGINA,
deh, fammi vivere e morire
nel FIAT
della Divina Volontà! Irrevocabilmente
rinuncio
a me, mi riconsacro a Te, mi getto in Te!
Immergimi nei tuoi mari di amore, di dolore
e di virtù che per noi hai meritati.
Rinnovami, concepiscimi e nutrimi.
Fa’ di me il tuo Gesù.
Sempre a Te unito
all’infinito nel filo del
FIAT
Divino,
avvolgo e investo tutto il creato
ed uniformo tutti gli atti di tutte le creature
che sono, che furono e che saranno;
immergili prima nei tuoi mari e nei meriti e
nel Sangue di Gesù, trasformandoli così in atti
di amore, di generazione della Divina Volontà, per quante Vite Divine la SS.
Trinità desidera e merita.
E nel filo della Divina Volontà
che mi unisce
a Te con il tuo Gesù, unisco pure questi atti tutti
in un unico, indissolubile filo divino.
Tessi con le
tue mani materne la tunica a Gesù, chiudendo e
sigillando in essa tutte le anime, nessuna esclusa.
Tu stessa chiudi le porte
dell’inferno!
Che la Giustizia sia appagata!
Che la Misericordia trionfi!
Che venga, venga il tuo trionfo!...
col Regno della Divina Volontà e del Divino Amore!...
Lo Spirito Santo purifichi, infiammi
e santifichi ogni cuore!
Gesù, Maria, avvalorate e fate vostra ogni cosa mia!
Mamma Regina, chiudimi col mondo intero
nel FIAT
della Volontà Divina!
* * Mamma Celeste, Sovrana Regina,
chiudi la mia volontà nel Cuor tuo e lascia il Sole
della Divina Volontà nell’anima mia.
LITANIE alla DIVINA VOLONTA’
Padre,
nella Tua Volontà ………………………………. illuminaci
Figlio, nella Tua Volontà ………………………………. trasformaci
Spirito Santo, nella Tua Volontà ………………… santificaci
DIVINA VOLONTA’, faro luminoso del
Padre
Venga il Tuo Regno
Divina
Volontà, faro redentivo del Figlio
“ “
Divina
Volontà, faro santificante dello Spirito Santo “
FIAT
creante, sostegno della Creazione
“
FIAT
redimente in Gesù nostra salvezza
“
FIAT
santificante che ci modelli nella Santità
della Trinità “
FIAT
Supremo, che trasformi l’umano in Divino
“
FIAT
conquistante, che rapisci le umane volontà
“
FIAT
Divino, che riallacci la Divinità con l’umanità “
DIVINA
VOLONTA’, trasformatrice dei Cuori “
Divina Volontà, depositaria
della Divina Volontà
nelle anime “
Divina
Volontà, forza invincibile
“
Divina
Volontà, Luce dell’umanità
“
Divina
Volontà, parte operante nella Trinità “
Divina
Volontà, stella che riflette la Divinità
“
FIAT
Divino, ordine della creazione
“
FIAT
regnante nelle anime pacifiche
“
FIAT
redentivo con la discesa del Verbo
“
FIAT
trionfante nella Vergine Maria “
FIAT
parlante in tutta la Creazione
“
FIAT
operante nel silenzio dei cuori
“
DIVINA
VOLONTA’, stella della Divinità “
Divina
Volontà, modello dell’Essere Supremo “
Divina
Volontà, dispensatrice degli attributi divini “
Divina
Volontà, eco divino di tutta la Creazione “
Divina
Volontà, Tabernacolo di Maria SS. “
Divina
Volontà, specchio della Santità Divina “
SS.
TRINITA’, fonte di unità
“
SS. TRINITA’, essenza di santità “
SS.
TRINITA’, unione perfetta di Volontà “
- Prega per noi
Regina del Divin Volere.
- Affinché la
Divina Volontà regni sulla terra
come in Cielo.
*
* *
“
Nel mio Volere c’è la forza creatrice:
da un solo Fiat uscirono miliardi e miliardi di stelle;
dal ‘Fiat mihi’ della mia Mamma,
da cui la Redenzione ebbe origine,
escono miliardi e miliardi di atti di grazia che si comunicano alle anime; ...
Anche il terzo Fiat deve correre
insieme con gli altri due Fiat,
deve moltiplicarsi all’infinito ed in ogni istante deve dare tanti atti
per quanti atti di grazia si sprigionano dal mio Seno...
I tuoi atti riempiranno Cielo e terra, si moltiplicheranno con gli atti della
Creazione e Redenzione e se ne farà uno solo ”
( Cfr. = Vol. 12 - 2.2.1921 )
Consacrazione
della volontà umana
alla Regina del Cielo
MAMMA
dolcissima, eccomi prostrato dinanzi ai piedi del tuo trono per offrirti il mio
immenso amore! Qual figlio tuo voglio
intrecciare come in un serto profumato tutte le preghiere, le giaculatorie, le
promesse che tante volte Ti feci, di non compiere mai più la mia volontà.
MAMMA,
io depongo questa bella corona nel tuo grembo come attestato di amore e di
ringraziamento: accettala, Ti prego e
prendila fra le tue mani per dimostrarmi che gradisci il mio dono. Col tocco delle tue dita materne converti in
altrettanti Soli i piccoli atti che cercai di fare nella Volontà di Dio.
O
sì, MADRE Regina, il tuo caro figlio vuol offrirti oggi gli omaggi di luce e di
Soli fulgidissimi. So bene che Tu ne
possiedi già tanti, tuttavia non sono quelli del figlio tuo; io, perciò, voglio darti i miei, per dirTi
che Ti amo e che m’impegno di amarTi sempre più.
MAMMA
Santa, Tu mi sorridi: deh, con la tua
consueta bontà accetta il mio dono ed io Te ne sarò tanto riconoscente!
Quante
cose vorrei dirTi! MAMMA, ascolta:
Io
rinchiudo nel tuo Cuore materno le mie pene, i miei timori, le mie debolezze e
tutto l’essere mio, come in luogo di rifugio, mentre Ti consacro senza riserva
la mia volontà. Deh, o MADRE mia,
accettala, fanne un trionfo della grazia, trasformala in un campo dove la
Divina Volontà possa estendere il suo Regno!
Questa volontà a Te consacrata ci renderà inseparabili e ci terrà in
continui rapporti; le porte del Cielo
non si chiuderanno più per me, perché avendoTi affidata la mia volontà, Tu verrai
a stare con il tuo figlio in terra e il tuo figlio andrà a vivere con la sua
MAMMA in Cielo. Oh, come sarò felice allora!
Senti,
MAMMA carissima: per rendere più solenne
questa consacrazione io chiamo qui presenti la Trinità Sacrosanta, gli Angeli
ed i Santi e dinanzi a tutti protesto con giuramento di fare per sempre solenne
rinunzia della mia volontà.
Ed
ora, Sovrana REGINA, Ti chiedo come compimento per me e per tutti la tua Santa
Benedizione. Scenda essa come celeste
rugiada sui peccatori e li converta, sopra gli afflitti e li consoli, sopra il
mondo intero e lo trasformi nel bene, sulle anime purganti e smorzi loro il
fuoco che le brucia. La tua benedizione
materna sia pegno di eterna salvezza a tutte le anime.
Così sia.
Benedizione
Sovrana
Regina, stando nella Divina Volontà,
Ti chiedo per me e per tutti la tua Santa Benedizione.
Scenda
essa come celeste rugiada
sui peccatori e li converta,
sopra gli afflitti e li consoli,
sopra il mondo intero e lo trasformi nel bene,
sulle anime purganti e smorzi loro il fuoco che le brucia.
La
tua Benedizione materna
sia pegno di eterna salvezza a tutte le anime!
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Nella Divina Volontà Maria SS. ci benedica,
ci preservi da ogni male e pronunci in noi il suo Fiat !
Gesù,
sperdi la mia volontà nella Tua
e dammi la Tua per vivere.